GM: Asquini, commercio, no a leggi particolari per Trieste
(ACON) Trieste, 09 ott - COM/DT - La disparità di condizioni
commerciali fra i diversi capoluoghi di Provincia minerebbe in
modo irreversibile la riforma degli orari e creerebbe una sicura
turbativa della concorrenza interna alla nostra regione. Lo
rileva, in una nota, Roberto Asquini riferendosi ai provvedimenti
di riforma sul commercio all'esame della II Commissione.
Per il consigliere regionale del Gruppo Misto, "una simile
ipotesi deve essere considerata molto peggiorativa dell'attuale
situazione, con la sola eccezione dei territori privilegiati che,
sfruttando a proprio vantaggio (e altrui danno) norme di favore,
potrebbero fare concorrenza spietata ai colleghi.
Anche dalle audizioni, un po' da tutte le categorie economiche e
dai sindacati, annota Asquini, è forte la richiesta di
un'applicazione omogenea in tutta la regione delle nuove regole.
Da una mia domanda, fra l'altro, è emerso che l'interscambio
commerciale con la Slovenia non si ferma a Trieste, ma si estende
a tutto il Friuli Venezia Giulia. E' quindi impensabile attuare
norme di favore solo per Trieste o Gorizia, perché si finirebbe
esclusivamente per danneggiare Udine e Pordenone rispetto agli
altri due capoluoghi regionali.
Peraltro, conclude, è auspicabile che - nell'ottica della massima
libertà degli operatori commerciali - ogni esercente scelga
quando aprire nell'ambito del numero massimo consentito di
domeniche. Sarà così possibile garantire sempre aperture di zona
nelle domeniche di minore interesse commerciale (per esempio, ad
agosto) con un semplice accordo fra operatori. Tale sistema
favorirebbe sia la competizione con gli altri Stati, sia il
riscontro commerciale per chi deciderà di aprire, sia i giusti
giorni di riposo per il personale".