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GM: Asquini, commercio, no a leggi particolari per Trieste

09.10.2008
17:46
(ACON) Trieste, 09 ott - COM/DT - La disparità di condizioni commerciali fra i diversi capoluoghi di Provincia minerebbe in modo irreversibile la riforma degli orari e creerebbe una sicura turbativa della concorrenza interna alla nostra regione. Lo rileva, in una nota, Roberto Asquini riferendosi ai provvedimenti di riforma sul commercio all'esame della II Commissione.

Per il consigliere regionale del Gruppo Misto, "una simile ipotesi deve essere considerata molto peggiorativa dell'attuale situazione, con la sola eccezione dei territori privilegiati che, sfruttando a proprio vantaggio (e altrui danno) norme di favore, potrebbero fare concorrenza spietata ai colleghi.

Anche dalle audizioni, un po' da tutte le categorie economiche e dai sindacati, annota Asquini, è forte la richiesta di un'applicazione omogenea in tutta la regione delle nuove regole. Da una mia domanda, fra l'altro, è emerso che l'interscambio commerciale con la Slovenia non si ferma a Trieste, ma si estende a tutto il Friuli Venezia Giulia. E' quindi impensabile attuare norme di favore solo per Trieste o Gorizia, perché si finirebbe esclusivamente per danneggiare Udine e Pordenone rispetto agli altri due capoluoghi regionali.

Peraltro, conclude, è auspicabile che - nell'ottica della massima libertà degli operatori commerciali - ogni esercente scelga quando aprire nell'ambito del numero massimo consentito di domeniche. Sarà così possibile garantire sempre aperture di zona nelle domeniche di minore interesse commerciale (per esempio, ad agosto) con un semplice accordo fra operatori. Tale sistema favorirebbe sia la competizione con gli altri Stati, sia il riscontro commerciale per chi deciderà di aprire, sia i giusti giorni di riposo per il personale".