PD: Menosso, centrodestra cancella misure sociali moderne
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/DT - "A sette mesi dal voto e
dopo ripetuti stimoli da parte del PD, la maggioranza sembra
essersi messa in moto sui temi della sanità e del sociale. Ma sui
reali orientamenti nulla è stato ancora comunicato". La nota è di
Annamaria Menosso, consigliere regionale del Partito Democratico.
"Colpisce, scrive ancora, che la destra ritenga il settore
sociale come una priorità dopo aver costruito una campagna
elettorale con slogan contro il cosiddetto assistenzialismo a
fannulloni e immigrati. Contro, quindi, misure importanti quali
il Reddito di base e la Carta famiglia. Si ricorda ancora una
volta che il centrosinistra ha gettato le basi per uno stato
sociale regionale solido e moderno i cui punti di forza sono
l'universalismo selettivo dei servizi e delle prestazioni a
seconda del bisogno, la libertà di scelta, offerta ai cittadini,
dei servizi di cui usufruire, il progetto personalizzato che
coinvolge l'individuo o la famiglia nell'individuazione del
servizio stesso nonché la pianificazione zonale (comunale) che
pone la scelta della tipologia dei servizi da erogare molto
vicino ai cittadini.
"All'interno di questo quadro complessivo ecco il Reddito di
base, che non era altro se non una delle misure adottate e che al
di là delle polemiche strumentali della campagna elettorale si è
rivelata una misura buona per affrontare i temi della povertà e
dell'esclusione sociale di persone in difficoltà, senza essere
una misura assistenziale.
"Il PD, infatti, e lo dice chiaramente una volta per tutte,
ritiene fallimentari quelle politiche sociali meramente
assistenziali perché - tra gli altri motivi - lontane dalla
cultura e dal comune sentire dei cittadini del Friuli Venezia
Giulia che hanno fatto dell'operosità, del rimboccarsi le
maniche, un approccio di vita e un motivo di orgoglio.
"Ciò detto, l'impegno della destra ad affrontare i temi del
sociale e in particolare quelli legati alle nuove e vecchie
povertà, non fa che riconoscere che ci si era mossi nella giusta
direzione. Attendiamo, pertanto, di vedere una proposta concreta
dopo il colpo di spugna messo in atto finora con la raffica di
abrogazioni di norme.
"Temiamo, in sintesi, conclude la vicepresidente del Consiglio
regionale, un ritorno alle vecchie politiche assistenziali: la
Carta di povertà, per intenderci. Uno strumento, questo,
umiliante per il cittadino in difficoltà, che soprattutto non
prevede percorsi di inclusione sociale e lavorativa e di fatto
non è risolutivo del problema".