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PD: Menosso, centrodestra cancella misure sociali moderne

10.10.2008
14:42
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/DT - "A sette mesi dal voto e dopo ripetuti stimoli da parte del PD, la maggioranza sembra essersi messa in moto sui temi della sanità e del sociale. Ma sui reali orientamenti nulla è stato ancora comunicato". La nota è di Annamaria Menosso, consigliere regionale del Partito Democratico.

"Colpisce, scrive ancora, che la destra ritenga il settore sociale come una priorità dopo aver costruito una campagna elettorale con slogan contro il cosiddetto assistenzialismo a fannulloni e immigrati. Contro, quindi, misure importanti quali il Reddito di base e la Carta famiglia. Si ricorda ancora una volta che il centrosinistra ha gettato le basi per uno stato sociale regionale solido e moderno i cui punti di forza sono l'universalismo selettivo dei servizi e delle prestazioni a seconda del bisogno, la libertà di scelta, offerta ai cittadini, dei servizi di cui usufruire, il progetto personalizzato che coinvolge l'individuo o la famiglia nell'individuazione del servizio stesso nonché la pianificazione zonale (comunale) che pone la scelta della tipologia dei servizi da erogare molto vicino ai cittadini.

"All'interno di questo quadro complessivo ecco il Reddito di base, che non era altro se non una delle misure adottate e che al di là delle polemiche strumentali della campagna elettorale si è rivelata una misura buona per affrontare i temi della povertà e dell'esclusione sociale di persone in difficoltà, senza essere una misura assistenziale.

"Il PD, infatti, e lo dice chiaramente una volta per tutte, ritiene fallimentari quelle politiche sociali meramente assistenziali perché - tra gli altri motivi - lontane dalla cultura e dal comune sentire dei cittadini del Friuli Venezia Giulia che hanno fatto dell'operosità, del rimboccarsi le maniche, un approccio di vita e un motivo di orgoglio.

"Ciò detto, l'impegno della destra ad affrontare i temi del sociale e in particolare quelli legati alle nuove e vecchie povertà, non fa che riconoscere che ci si era mossi nella giusta direzione. Attendiamo, pertanto, di vedere una proposta concreta dopo il colpo di spugna messo in atto finora con la raffica di abrogazioni di norme.

"Temiamo, in sintesi, conclude la vicepresidente del Consiglio regionale, un ritorno alle vecchie politiche assistenziali: la Carta di povertà, per intenderci. Uno strumento, questo, umiliante per il cittadino in difficoltà, che soprattutto non prevede percorsi di inclusione sociale e lavorativa e di fatto non è risolutivo del problema".