SA: Pustetto, Kosic riferisca le strategie per la sanità
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/RC - Una mozione che invita
l'assessore Vladimir Kosic a riferire quali prospettive
strategiche e programmatiche nei settori della salute e della
protezione sociale la Giunta abbia in mente. L'hanno presentata i
consiglieri regionali di PD e Sinistra Arcobaleno.
In questo scorcio di legislatura - è il commento a lato della
mozione stessa da parte di Stefano Pustetto di SA - a parte
dichiarazioni generiche, non si è realmente capito quali siano
gli intendimenti dell'assessore. Vero è che la cultura di base di
questa maggioranza è nota: liberalizzare, cioè privatizzare. Cosa
che viene affermata ad esempio da chi, come il consigliere Franco
Dal Mas (PdL), lamenta la mancata trasformazione degli IRCCS in
fondazioni, o dal consigliere Roberto Asquini (Gruppo Misto) che
per abbattere le liste di attesa ha presentato un disegno di
legge che prevede che "qualora l'attesa per la diagnostica superi
i novanta giorni, il cittadino si possa rivolgere ad una
struttura privata" e il conto lo pagherà la Regione. Oppure
quando l'assessore Kosic spiega che per l'endoscopia è
giocoforza rivolgesi ai privati considerato lo scarso numero
degli endoscopisti ospedalieri.
Ora, è vero che spesso le liste di attesa sono eccessive -
ammette lo stesso Pustetto -, ma nessuno si chiede il perché di
questo disservizio. Si incitano i direttori generali delle
Aziende ospedaliere a restare nel bilancio, a risparmiare su
tutto, ma principalmente sui dipendenti che spesso sono
sotto-organico o a cui non vengono pagate le ore straordinarie, e
quando il sistema crolla si invoca come rimedio il ricorso al
privato. Fanno di tutto per demotivare il personale, che una
volta formato, se può, se ne va. Nessuno, e tanto meno
l'assessore, punta alla riduzione delle liste di attesa
incentivando il personale ospedaliero, nessuno caccia quei
direttori sanitari che, di fronte alla fuga massiccia dei medici
o delle infermiere in alcuni reparti, si rifugia nell'ipocrita
espressione del "ricambio fisiologico".
Da anni - così ancora il consigliere di opposizione - assistiamo
ad uno schema ben preciso: mettere in sofferenza un reparto o un
servizio, stigmatizzare che costa troppo per quello che produce,
invocare l'intervento salvifico del privato. Vorrei ricordare ai
più che il miglior privato (per chi ha tanti e tanti soldi) è
quello americano, che però costa il 16,2% del PIL (americano) e
l'Organizzazione mondiale della sanità lo pone al 28° posto nella
graduatoria mondiale. Quello italiano, che è pubblico, con il 7,2
% del PIL si piazza al 2° posto. Ancora una volta si cerca di
sfruttare l'ignoranza dei più, che spesso si sono stufati di
sentire vuote parole dei nostri dirigenti, per privatizzare gli
utili e socializzare le perdite.