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CR: federalismo fiscale, intervento Ballaman (2)

14.10.2008
15:18
(ACON) Trieste, 14 ott - MPB - La normativa in cantiere riguardante il federalismo fiscale è una buona base di partenza: basata su coordinamento e perequazione, appare innovativa anche se migliorabile e - proprio perchè tiene conto delle posizioni espresse dalle Regioni e valorizza autonomia e responsabilità delle scelte e competizione tra enti territoriali - può realizzare in Italia la vera riforma dello Stato in senso federalista.

Il presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman lo ha affermato con chiarezza nel suo intervento in occasione della visita in Friuli Venezia Giulia del ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto.

Concordiamo pienamente - ha detto - con gli obiettivi generali di autonomia e responsabilità di tutti i livelli di governo che questo modello di federalismo fiscale, cooperativo e solidale, intende perseguire, assicurando coesione sociale e uguaglianza sostanziale. E le basi sono l'integrale finanziamento dei diritti fondamentali in tutto il Paese; il superamento della spesa storica a favore del fabbisogno standard; la perequazione a favore dei territori a minore capacità fiscale; la flessibilità e manovrabilità impositiva; la possibilità di premiare i comportamenti virtuosi e di sanzionare gli sperperi e gli squilibri, magari anche introducendo - ha aggiunto Ballaman - il fallimento civile degli amministratori inefficienti.

Parlando del Friuli Venezia Giulia, Regione speciale, dove forte è la concorrenza fiscale con i Paesi confinanti, e che perciò guarda con interesse alla fiscalità di vantaggio, Ballaman ha sottolineato che l'art. 20 del testo prevede il concorso delle Regioni speciali al sistema di perequazione. Rimane ferma la specificità e la competenza esclusiva delle norme di attuazione a disegnare i meccanismi del federalismo fiscale - ha aggiunto, sottolineando che il concetto di solidarietà interregionale tocca tutte le Regioni.

La volontà del Governo - ha affermato - è certamente di non far emergere ulteriori differenze tra le Regioni e di ridurre le distanze tra esse attraverso l'ampliamento degli spazi di autonomia non solo fiscale nei confronti delle Regioni ordinarie, cosicché queste possano avvicinarsi sempre di più alle Regioni speciali.

Fondamentale poi, per Ballaman, l'istituzione di un organo di controllo per la sorveglianza multilaterale del corretto utilizzo del fondo perequativo secondo principi di efficacia ed efficienza, che faccia leva sul contrasto di interessi tra regioni ricche che finanziano il fondo e regioni povere che ricevono i contributi: medicina amara - ha commentato - ma destinata a dare esisti favorevoli.

Altro aspetto che secondo Ballaman va perfezionato è quello relativo alla fase transitoria che scandisce il passaggio dall'attuale al nuovo regime: anziché un "tempo sostenibile", troppo generico, meglio - per il presidente - fissare coraggiosamente un termine preciso e stretto, per evitare inconcludenze.

Infine, affinché il federalismo fiscale non si risolva in un aggravio di costi, di competenze e oneri per Regioni e sistema delle autonomie locali, occorre procedere parallelamente all'adeguamento dell'assetto istituzionale del Paese in senso federale con l'istituzione del Senato delle Regioni e il varo della Carta delle autonomie.

Attuare il federalismo fiscale - ha concluso il presidente del Consiglio - richiede un forte cambiamento, sul piano normativo e della cultura politico-amministrativa: a una maggiore disponibilità a cedere potere da parte del livello centrale deve corrispondere a livello regionale e locale una maggiore disponibilità ad assumersi responsabilità di governo e di spesa nell'interesse delle comunità amministrate.

(immagini tv)

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