CR: federalismo fiscale, intervento Ballaman (2)
(ACON) Trieste, 14 ott - MPB - La normativa in cantiere
riguardante il federalismo fiscale è una buona base di partenza:
basata su coordinamento e perequazione, appare innovativa anche
se migliorabile e - proprio perchè tiene conto delle posizioni
espresse dalle Regioni e valorizza autonomia e responsabilità
delle scelte e competizione tra enti territoriali - può
realizzare in Italia la vera riforma dello Stato in senso
federalista.
Il presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman lo ha
affermato con chiarezza nel suo intervento in occasione della
visita in Friuli Venezia Giulia del ministro per i Rapporti con
le Regioni Raffaele Fitto.
Concordiamo pienamente - ha detto - con gli obiettivi generali di
autonomia e responsabilità di tutti i livelli di governo che
questo modello di federalismo fiscale, cooperativo e solidale,
intende perseguire, assicurando coesione sociale e uguaglianza
sostanziale. E le basi sono l'integrale finanziamento dei diritti
fondamentali in tutto il Paese; il superamento della spesa
storica a favore del fabbisogno standard; la perequazione a
favore dei territori a minore capacità fiscale; la flessibilità e
manovrabilità impositiva; la possibilità di premiare i
comportamenti virtuosi e di sanzionare gli sperperi e gli
squilibri, magari anche introducendo - ha aggiunto Ballaman - il
fallimento civile degli amministratori inefficienti.
Parlando del Friuli Venezia Giulia, Regione speciale, dove forte
è la concorrenza fiscale con i Paesi confinanti, e che perciò
guarda con interesse alla fiscalità di vantaggio, Ballaman ha
sottolineato che l'art. 20 del testo prevede il concorso delle
Regioni speciali al sistema di perequazione. Rimane ferma la
specificità e la competenza esclusiva delle norme di attuazione a
disegnare i meccanismi del federalismo fiscale - ha aggiunto,
sottolineando che il concetto di solidarietà interregionale tocca
tutte le Regioni.
La volontà del Governo - ha affermato - è certamente di non far
emergere ulteriori differenze tra le Regioni e di ridurre le
distanze tra esse attraverso l'ampliamento degli spazi di
autonomia non solo fiscale nei confronti delle Regioni ordinarie,
cosicché queste possano avvicinarsi sempre di più alle Regioni
speciali.
Fondamentale poi, per Ballaman, l'istituzione di un organo di
controllo per la sorveglianza multilaterale del corretto utilizzo
del fondo perequativo secondo principi di efficacia ed
efficienza, che faccia leva sul contrasto di interessi tra
regioni ricche che finanziano il fondo e regioni povere che
ricevono i contributi: medicina amara - ha commentato - ma
destinata a dare esisti favorevoli.
Altro aspetto che secondo Ballaman va perfezionato è quello
relativo alla fase transitoria che scandisce il passaggio
dall'attuale al nuovo regime: anziché un "tempo sostenibile",
troppo generico, meglio - per il presidente - fissare
coraggiosamente un termine preciso e stretto, per evitare
inconcludenze.
Infine, affinché il federalismo fiscale non si risolva in un
aggravio di costi, di competenze e oneri per Regioni e sistema
delle autonomie locali, occorre procedere parallelamente
all'adeguamento dell'assetto istituzionale del Paese in senso
federale con l'istituzione del Senato delle Regioni e il varo
della Carta delle autonomie.
Attuare il federalismo fiscale - ha concluso il presidente del
Consiglio - richiede un forte cambiamento, sul piano normativo e
della cultura politico-amministrativa: a una maggiore
disponibilità a cedere potere da parte del livello centrale deve
corrispondere a livello regionale e locale una maggiore
disponibilità ad assumersi responsabilità di governo e di spesa
nell'interesse delle comunità amministrate.
(immagini tv)
(segue)