II Comm: ddl commercio, aperto dibattito generale (1)
(ACON) Trieste, 15 ott - RC - Dibattito generale, in II
Commissione consiliare, sulle nuove disposizioni in materia di
giornate di apertura degli esercizi commerciali e sulle modifiche
alla correlata legge regionale 29/2005.
Il presidente Maurizio Franz (LN) ha dato la parola per primo a
Giorgio Baiutti (PD), il quale ha sostenuto che la Conferenza dei
Comuni in cui si trovano i centri commerciali maggiori si è
rivelato uno strumento fallimentare e, dunque, bene che il
progetto dell'assessore Luca Ciriani parta proprio dalla sua
rivalutazione. Il PD - ha aggiunto - presenterà emendamenti solo
in Aula, è per un numero di aperture domenicali non inferiore a
29 e considera, quale testo di riferimento, quello giuntale ma
non quello presentato dalla Lega Nord. Va, però, tenuto conto dei
periodi morti che vivono Lignano e Grado al pari delle altre
città che non vengono considerate turistiche. I concetti espressi
da Baiutti sono stati ribaditi dal suo collega Enzo Marsilio, che
ha spiegato in particolare le esigenze degli esercenti della
montagna.
Roberto Asquini (Misto) ha affermato che Gorizia e Trieste hanno
lo stesso tipo di rapporti con la Slovenia ma Trieste e Udine non
possono essere trattate in modo differente; deve essere favorita
l'autoregolamentazione degli esercizi commerciali facendo
scegliere ai gestori - che magari si metteranno d'accordo tra di
loro - quali giornate festive tenere aperto (salvo le 4
obbligatorie di dicembre) e non, invece, lasciar decidere ai
sindaci come vuole il ddl della Giunta; le persone che fanno la
spesa di alimentari la domenica spesso non hanno un altro giorno
in cui poterla fare. A Tarvisio e nei vari poli sciistici, il 25
e 26 dicembre e il primo gennaio i negozi dovrebbero poter
restare aperti.
Gaetano Valenti (PdL) ha sostenuto le criticità di Gorizia data
la sua vicinanza con la Slovenia e ha sostenuto che non si può
unificare il trattamento con l'area udinese. Gorizia - ha
rimarcato - anche tenesse aperti i suoi alimentari alla domenica
e Udine no, non le farebbe concorrenza perché già oggi gli utenti
sono solo locali. Mentre la chiusura di quegli esercizi
porterebbe i cittadini goriziani a rivolgersi agli esercizi
sloveni che distano solo pochi chilometri.
Federico Razzini (LN) ha parlato della concorrenza che i grandi
centri commerciali causano ai piccoli negozi, che vanno difesi. E
ciò passa anche attraverso il numero delle domeniche di apertura
e i turni del personale.
Roberto Antonaz (SA) vorrebbe una sospensione della trattazione
per valutare meglio le richieste giunte, richieste che non
combaciano sempre. A suo dire tutte le Giunte del passato hanno
svantaggiato il piccolo commercio, che oggi non ce la fa a
sopravvivere, mentre hanno aiutato i grandi centri: questa legge
dovrebbe finalmente dare una mano ai piccoli a rinnovarsi. Le
aperture domenicali non sarebbero uno sfruttamento per i
lavoratori del commercio solo se si potesse stabilire, ad
esempio, che non li si può impiegare per più di un certo numero
di ore o un certo numero di giornate, ma ciò esula dai poteri
della Regione.
(segue)