II Comm: ddl commercio, dibattito generale (2)
(ACON) Trieste, 15 ott - DT - Enio Agnola (IdV-Citt) ha
sottolineato come al ddl dell'Esecutivo vada aggiunto un
pacchetto di norme che intervengano pro futuro sul commercio.
"Non possiamo semplicemente determinare orari, chiusure e
aperture, dobbiamo ammodernare il settore, favorire il ricambio
generazionale tra operatori. Soprattutto, occorre tutelare il
piccolo commercio, quello stanziale, dei paesi o dei centri delle
città. Questo è l'obiettivo che il legislatore deve porsi, un
obiettivo lungimirante per comprendere il modello che dia
soddisfazione a chi acquista ed equilibrio ai lavoratori. Un
giudizio, insomma, sul ddl che per IdV-Citt rimane sospeso.
Condivido il metodo dell'autoregolamentazione degli esercizi
commerciali, ha dichiarato Paolo Pupulin (PD). Se poi si vogliono
tutelare i lavoratori, basta rendere obbligatoria la Conferenza
dei Comuni e rafforzare i diritti sindacali. Certo è che la
maggioranza, che si contraddice - e molto - su questo
provvedimento, avrebbe potuto pensarci bene prima e durante la
campagna elettorale: si sta affrontando, infatti, in modo
disordinato una legge incoerente, non funzionale, perché sappiamo
tutti che la mortalità di chi fa commercio non dipende né dagli
orari di vendita né dagli ipermercati.
E' quanto meno perplesso sull'elenco dei Comuni turistici,
Maurizio Bucci, per il PdL. Ci sono Grado e Lignano, bene. Ma
allora Tarvisio, Forni Avoltri, Ravascletto, Aviano con
Piancavallo, cosa sono? E Trieste? Il capoluogo regionale negli
ultimi 6 anni ha incrementato le presenze di turisti del 6%, nel
2007 del 15%. Allora sosteniamo le esigenze degli imprenditori,
non limitiamoli. E poi, per le zone di confine, guai a non tenere
conto della pressione di uno Stato giovane come la Slovenia,
scaltro, agile, agguerrito. Infine, la grande distribuzione, ha
ricordato Bucci, funge anche, e in particolar modo a Trieste, da
centro di aggregazione giovanile e da centro sociale per gli
anziani. Teniamone conto.
Il ddl dell'assessore Ciriani è un passo indietro, ha commentato
Piero Tononi (PdL), perché non va penalizzato l'imprenditore che
intende tenere aperte le serrande. Ritornando alla questione
Trieste, per Tononi è vero che i flussi di clienti si spostano
fino al Veneto, ma, ad esempio, le targhe nei centri commerciali
giuliani, la domenica, sono per il 50% straniere. La giornata di
riposo? Ci sono appositi contratti week-end, chi li firma sa a
cosa va incontro. Temo i licenziamenti, altro che le turnazioni
dei lavoratori. Ci riempiamo la bocca col federalismo, ma ogni
euro non speso in regione per noi è un colpo basso.
(segue)