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II Comm: ddl commercio, dibattito generale (2)

15.10.2008
14:41
(ACON) Trieste, 15 ott - DT - Enio Agnola (IdV-Citt) ha sottolineato come al ddl dell'Esecutivo vada aggiunto un pacchetto di norme che intervengano pro futuro sul commercio. "Non possiamo semplicemente determinare orari, chiusure e aperture, dobbiamo ammodernare il settore, favorire il ricambio generazionale tra operatori. Soprattutto, occorre tutelare il piccolo commercio, quello stanziale, dei paesi o dei centri delle città. Questo è l'obiettivo che il legislatore deve porsi, un obiettivo lungimirante per comprendere il modello che dia soddisfazione a chi acquista ed equilibrio ai lavoratori. Un giudizio, insomma, sul ddl che per IdV-Citt rimane sospeso.

Condivido il metodo dell'autoregolamentazione degli esercizi commerciali, ha dichiarato Paolo Pupulin (PD). Se poi si vogliono tutelare i lavoratori, basta rendere obbligatoria la Conferenza dei Comuni e rafforzare i diritti sindacali. Certo è che la maggioranza, che si contraddice - e molto - su questo provvedimento, avrebbe potuto pensarci bene prima e durante la campagna elettorale: si sta affrontando, infatti, in modo disordinato una legge incoerente, non funzionale, perché sappiamo tutti che la mortalità di chi fa commercio non dipende né dagli orari di vendita né dagli ipermercati.

E' quanto meno perplesso sull'elenco dei Comuni turistici, Maurizio Bucci, per il PdL. Ci sono Grado e Lignano, bene. Ma allora Tarvisio, Forni Avoltri, Ravascletto, Aviano con Piancavallo, cosa sono? E Trieste? Il capoluogo regionale negli ultimi 6 anni ha incrementato le presenze di turisti del 6%, nel 2007 del 15%. Allora sosteniamo le esigenze degli imprenditori, non limitiamoli. E poi, per le zone di confine, guai a non tenere conto della pressione di uno Stato giovane come la Slovenia, scaltro, agile, agguerrito. Infine, la grande distribuzione, ha ricordato Bucci, funge anche, e in particolar modo a Trieste, da centro di aggregazione giovanile e da centro sociale per gli anziani. Teniamone conto.

Il ddl dell'assessore Ciriani è un passo indietro, ha commentato Piero Tononi (PdL), perché non va penalizzato l'imprenditore che intende tenere aperte le serrande. Ritornando alla questione Trieste, per Tononi è vero che i flussi di clienti si spostano fino al Veneto, ma, ad esempio, le targhe nei centri commerciali giuliani, la domenica, sono per il 50% straniere. La giornata di riposo? Ci sono appositi contratti week-end, chi li firma sa a cosa va incontro. Temo i licenziamenti, altro che le turnazioni dei lavoratori. Ci riempiamo la bocca col federalismo, ma ogni euro non speso in regione per noi è un colpo basso.

(segue)