LN: Razzini, commercianti TS e GO no troppe domeniche aperte
(ACON)Trieste, 27 ott - COM/MPB - Chi dice che Trieste e
Gorizia vogliono le aperture domenicali o è in malafede o non ha
parlato con i negozianti del centro e dei quartieri, ma forse
solo con i padroni di qualche centro commerciale.
Ad affermarlo in una nota è Federico Razzini, vicepresidente del
gruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, il quale
sottolinea, proprio perché convinto che chi amministra e legifera
debba saper cogliere le istanze di chi è interessato dai
provvedimenti, di aver ascoltato in questi mesi decine di
negozianti e commessi. Quasi tutti - prosegue il consigliere -
sostengono la posizione della LN contro la desertificazione dei
centri urbani e a favore di un commercio più a misura d'uomo.
Tanto più in questo periodo, proprio perché siamo in una fase di
contrazione dei consumi e, contrariamente a quanto asserito dal
consigliere diessino Zvech, il 95% dei negozianti è ancor più
convinto dell'assurdità di tenere aperto tutto l'anno, come
imposto dal centrosinistra con la legge che vogliamo cambiare.
Errato, per Razzini, pensare che gli affari aumentino tenendo
aperto di più, poiché la gente spende solo quello che può, mentre
ad aumentare sono semmai i costi fissi per i commercianti,
aggravando ulteriormente la situazione del comparto. E cita
l'esperienza della Lombardia, che lo scorso anno ha varato una
legge regionale che limita a un massimo di 21 le aperture. Il
colmo è che in quella regione - commenta il consigliere leghista
- il centrosinistra ha votato contro, chiedendo ancora meno
aperture domenicali. Da noi invece si registra una sudditanza
trasversale a PD e PDL nei confronti della grande distribuzione.
Non dimentichiamo che siamo la regione italiana con la più alta
densità di ipermercati e centri commerciali e, con 20 o 29
domeniche, il servizio sarà più che garantito - conclude Razzini,
auspicando che alla fine prevalga il buonsenso e si possa varare
una norma equilibrata che non tenga conto degli interessi di
lobby ma dell'intero comparto, dei lavoratori, delle loro
famiglie.