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CR: riforma commercio, relatore minoranza Baiutti (PD) (11)

29.10.2008
17:34
(ACON) Trieste, 29 ott - ET - Il relatore di minoranza, GiorgioBaiutti (PD), ha introdotto la sua argomentazione con una letteradi un negoziante udinese dei primi del Novecento, scontento - giàallora - per le chiusure domenicali e i danni che derivavano.Nel complesso le modifiche alla legge regionale sul commercio, lanumero 5 del 2005, intervengono in grossa parte per obbedire aipronunciamenti del TAR e della Corte costituzionale, oltre chealle direttive europee sulla concorrenza. Baiutti ha fatto un quadro riepilogativo della normativaspecificando che la legge Bertossi ha dato un impianto organicoalla legislazione regionale sul commercio per alcuni aspettiincoerente. In base a questa la Regione conservava la competenzasul rilascio delle autorizzazioni di superficie coperta sopra i15 mila metri quadri, delegando ai Comuni il resto. Ilregolamento regionale per la media e grande distribuzione,approvato nel 2005, è intervenuto sul piano emanato dalprecedente assessore Dressi ridimensionandolo e considerando dipiù, così Baiutti, i riflessi per le grandi marche che potevanoinsediarsi anche oltre confine una volta che questo era caduto. Il relatore ha portato anche l'esempio del Veneto, che haconcentrato su ampi tratti del Corridoio V zone commerciali disicura attrattività per l'utenza extraregionale. Un obiettivoinseguito anche dal Friuli Venezia Giulia, che oggi ha metratureautorizzate non abnormi nell'udinese rispetto alle regionilimitrofe. Le realtà confinarie avrebbero bisogno di untrattamento particolare, vista la presenza in Slovenia di grossicentri commerciali. Non si accettano diminuzioni del numero di domeniche di apertura,sussistono rischi di contrazione delle vendite e del numero dicontratti di lavoro legati all'impiego nei fine settimana.Baiutti evidenzia come anche i Comuni sui cui territori ci sono igrandi centri commerciali hanno trovato un'intesa con i sindacatie le associazioni di categoria per fissare a 29 le domeniche diapertura. Da questo, ammette il relatore di minoranza, è anchepartita la mediazione contenuta nel provvedimento in Aula. Laquestione delle aperture festive stenta a trovare un generaleaccordo da sempre, specie delle zone che si vedono minacciatedalla concorrenza transfrontaliera.Il PD condivide alcune parti ddl: il prolungamento di un annodella validità del regolamento per la grande distribuzione e ilsuperamento della differenziazione normativa tra settorealimentare e quello non, le disposizioni sui saldi e lasemplificazione delle procedure, gli incentivi e gli strumenti difinanziamento, come anche la cancellazione della pletora dicomuni turistici. Bene anche la conferma delle aperture di tuttele attività commerciali al di sotto dei 400 metri quadri e laderoga permanente per quelle inserite nelle zone A e nei centristorici. Manca invece un piano di sostegno concreto al piccolocommercio, per i subentri generazionali, gli ammodernamenti e lariqualificazione dei centri storici. (segue)