CR: riforma del commercio, dibattito generale (1)
(ACON) Trieste, 30 ott - ET - Dibattito generale in Consiglio
regionale sul disegno di legge di riforma del commercio.
I centri commerciali sono invadenti, impoveriscono l'offerta,
costringono alla chiusura le botteghe dei piccoli centri che
servivano i cittadini più deboli. Per Luigi Ferone (Part.Pens)
l'aspetto sociale è importante quanto quello economico. La norma
favorirà l'autoregolamentazione e semplificherà il quadro
normativo, eliminando la pletora di comuni turistici, sancendo il
diritto al riposo, facilitando la coesistenza tra grandi e
piccoli. Provvedimento di buonsenso, moderazione e equilibrio,
non dev'essere stravolto.
Mauro Travanut (PD) ha chiesto senza mezzi termini, dopo aver
fatto un excursus storico della battaglia della Lega Nord contro
le aperture domenicali illimitate, le dimissioni degli assessori
Violino e Seganti, che avrebbero dichiarato e fatto mettere agli
atti che il tetto massimo di domeniche per loro è 20, mentre la
proposta sul tavolo è di 29. Se passasse il disegno di legge come
sta, per Travanut le dimissioni sarebbero un atto di coerenza. Su
questo provvedimento si vedrà la tenuta delle cultura politica
dei gruppi del centrodestra.
Le 20 domeniche dovrebbero essere la linea Sigfrido della Lega,
oltre a queste non si passa e Tondo ponga sul provvedimento la
questione della fiducia. Igor Kocijancic (SA) ha puntato anche
lui sulle spaccature interne alla maggioranza e ha ricordato che
nel programma elettorale della coalizione vincente, le 20
aperture ne erano parte integrante. Anche la Sinistra Arcobaleno
vuole ridare ai lavoratori il risposo e la famiglia, quindi non
voterà emendamenti estensivi delle aperture. Sulla questione di
Trieste, Kocijancic ha fatto notare che i negozi che avrebbero
potuto servire il turismo legato alle crociere sono rimasti
comunque chiusi.
Nel programma c'era la limitazione a 20 domeniche d'apertura, ma
non c'era la previsione di cancellare Trieste dalla lista dei
comuni turistici. Piero Tononi (PdL) ha privilegiato una lettura
territoriale del provvedimento, impuntandone certi aspetti ai
contrasti tra le grandi superfici di vendita nell'udinese. A
Trieste questo non succede e le grandi rivendite non sono solo
centri commerciali, ma anche supermercati che da sempre
incrementano le vendite di domenica. Con questa legge consentiamo
di tenere aperto a chi vuole chiudere e chiudiamo chi vuole stare
aperto, perdendo circa 300 posti di lavoro e una quota di gettito
fiscale. Questo, specie nella fascia confinaria che già paga la
questione dei carburanti. La proposta di mediazione del
presidente Tondo potrebbe essere una via percorribile.
(foto - immagini tv)
(segue)