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CR: riforma del commercio, dibattito generale (1)

30.10.2008
11:50
(ACON) Trieste, 30 ott - ET - Dibattito generale in Consiglio regionale sul disegno di legge di riforma del commercio.

I centri commerciali sono invadenti, impoveriscono l'offerta, costringono alla chiusura le botteghe dei piccoli centri che servivano i cittadini più deboli. Per Luigi Ferone (Part.Pens) l'aspetto sociale è importante quanto quello economico. La norma favorirà l'autoregolamentazione e semplificherà il quadro normativo, eliminando la pletora di comuni turistici, sancendo il diritto al riposo, facilitando la coesistenza tra grandi e piccoli. Provvedimento di buonsenso, moderazione e equilibrio, non dev'essere stravolto.

Mauro Travanut (PD) ha chiesto senza mezzi termini, dopo aver fatto un excursus storico della battaglia della Lega Nord contro le aperture domenicali illimitate, le dimissioni degli assessori Violino e Seganti, che avrebbero dichiarato e fatto mettere agli atti che il tetto massimo di domeniche per loro è 20, mentre la proposta sul tavolo è di 29. Se passasse il disegno di legge come sta, per Travanut le dimissioni sarebbero un atto di coerenza. Su questo provvedimento si vedrà la tenuta delle cultura politica dei gruppi del centrodestra.

Le 20 domeniche dovrebbero essere la linea Sigfrido della Lega, oltre a queste non si passa e Tondo ponga sul provvedimento la questione della fiducia. Igor Kocijancic (SA) ha puntato anche lui sulle spaccature interne alla maggioranza e ha ricordato che nel programma elettorale della coalizione vincente, le 20 aperture ne erano parte integrante. Anche la Sinistra Arcobaleno vuole ridare ai lavoratori il risposo e la famiglia, quindi non voterà emendamenti estensivi delle aperture. Sulla questione di Trieste, Kocijancic ha fatto notare che i negozi che avrebbero potuto servire il turismo legato alle crociere sono rimasti comunque chiusi.

Nel programma c'era la limitazione a 20 domeniche d'apertura, ma non c'era la previsione di cancellare Trieste dalla lista dei comuni turistici. Piero Tononi (PdL) ha privilegiato una lettura territoriale del provvedimento, impuntandone certi aspetti ai contrasti tra le grandi superfici di vendita nell'udinese. A Trieste questo non succede e le grandi rivendite non sono solo centri commerciali, ma anche supermercati che da sempre incrementano le vendite di domenica. Con questa legge consentiamo di tenere aperto a chi vuole chiudere e chiudiamo chi vuole stare aperto, perdendo circa 300 posti di lavoro e una quota di gettito fiscale. Questo, specie nella fascia confinaria che già paga la questione dei carburanti. La proposta di mediazione del presidente Tondo potrebbe essere una via percorribile.

(foto - immagini tv)

(segue)