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CR: riforma commercio, dibattito generale (2)

30.10.2008
12:46
(ACON) Trieste, 30 ott - DT - Per Franco Brussa (PD) la soglia delle 29 domeniche con i negozi aperti è una proposta seria, ma la possibilità di deroga andrebbe estesa a Trieste, Gorizia, Muggia e Tarvisio. Questa lotta territoriale non fa onore all'Aula. Non serve, infatti, un approccio provinciale perché le realtà sono diverse, mentre l'obiettivo è unico, che i cittadini del Friuli Venezia Giulia spendano in regione e che da altre regioni o da altri Stati facciano altrettanto. Il provvedimento non ridisegna la materia, è la traduzione non coerente di un impegno elettorale presto dal presidente Tondo.

Massimo Blasoni (PdL) si è detto convinto che la mediazione a 29 domenica sia buona, però i problemi del commercio non sono questi: in Italia, in dieci anni c'è stato un aumento del 100% di superfici commerciali, un'offerta davvero inflazionata con lo stesso centro commerciale che diventa piuttosto una grossa operazione immobiliare-finanziaria più che commerciale in senso stretto. Se la sfida è aprire per essere i più grandi, il vero problema saranno le chiusure. Oggi, se ragioniamo di commercio, dobbiamo valutare anche l'andamento economico del Paese, a questo deve rispondere la politica, che deve immaginare gli scenari futuri. I disoccupati nei centri commerciali li avremo comunque, perché l'eccesso dell'offerta farà chiudere i negozi.

Enzo Marsilio (PD) ha sostenuto come fosse in realtà più opportuno presentare un ragionamento complessivo sul commercio. Ci saremmo aspettati una legge con pochissimi articoli, più semplice, qui invece si mette in discussione di tutto e di più. Se il nodo era quello della grande distribuzione, allora perché non sono stati mantenuti i vincoli già esistenti? L'esclusione, poi, dalla lista dei Comuni turistici di quelli dell'area montana creerà grossi problemi dato che l'apertura domenicale rappresenta, per quelle zone, l'opportunità di entrate aggiuntive. E se l'apertura stagionale vale per Grado e Lignano, allora dovrebbe valere, anche di più, per le situazioni turistiche più deboli della regione come la montagna.

Per Franco Iacop (PD), per ammissione della stessa maggioranza, questo centrodestra non affronta le questioni strategiche della regione, è solo capace di parlare al futuro. La legge Bertossi non ha solo regolato le aperture domenicali, ha ridotto 450 mila mq di superficie destinata alla grande distribuzione, dandole nel contempo un'organizzazione. E' stata una legge che, con il meccanismo della Conferenza dei sindaci, ha dato l'opportunità ai territori di tarare la strategia commerciale alle loro caratteristiche. Difatti, Trieste ha altre esigenze rispetto a Lignano. Qui, invece, non si valorizza il territorio, non si tiene conto della vocazione specifica della zona ma, piuttosto, della volontà del singolo esercizio. La maggioranza impone una disciplina che lascerà nelle mani del privato - e non più del sistema pubblico - ogni scelta, instaurando nuovi contrasti tra i territori.

(segue)