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CR: riforma commercio, dibattito generale (6)

30.10.2008
16:51
(ACON) Trieste, 30 ott - DT - Federico Razzini (LN) ha detto di aver apprezzato l'intervento del presidente Tondo e ha sottolineato come in questo ddl non si tratti solo di dare un taglio all'eccessiva deregulation bensì di attivare iniziative importanti a sostegno del commercio che ha sofferto, negli ultimi cinque anni, una riduzione occupazionale del 10%. Il punto di sintesi è il lavoro svolto in Commissione, sarebbe stato politicamente delittuoso che un assalto alla diligenza dell'ultima ora avesse potuto minare l'impianto complessivo di una norma che deve essere il più possibile omogenea per dare regole chiare e certezze operative.

Enio Agnola (IdV-Citt) ha ricordato come le 29 domeniche proposte dal ddl rappresentino un elemento di equilibrio che già era stato raggiunto nella precedente legislatura assieme a sindacati, associazioni di categoria e dei consumatori. Quello di oggi è un compromesso, ma siamo già di fronte a una prossima verifica, come annunciato dallo stesso Tondo, e così torneranno a emergere le medesime difficoltà tra i banchi della maggioranza. Due, però, i punti di contrasto: non aver fissato per legge saldi e vendite promozionali, e il disinteresse per il piccolo commercio, per il quale è stato predisposto un ordine del giorno.

Non pensavamo - ha affermato Sergio Lupieri per il PD - che le diversità del centrodestra emergessero così palesemente, non era mai successo in quarant'anni che il presidente della Regione si rivolgesse alla maggioranza per chiedere di ritirare gli emendamenti. Per quanto concerne Trieste ha preso atto che a tutela del capoluogo regionale e di Gorizia ci sarà solo un ordine del giorno. Il disegno di legge non rispetta le particolarità territoriali, danneggia i lavoratori, le associazioni di categoria e i cittadini.

Maurizio Salvador (UDC) ha ricordato come con la Giunta Illy i provvedimenti sul commercio promettessero rigore e organizzazione, mentre nei fatti la programmazione non abbia mai tenuto conto del commercio minore e di quello in montagna. Come UDC abbiamo fortemente criticato quelle norme, oggi non ci rimangiamo le critiche che allora facemmo, così come non ci rimangiamo i valori di cui siamo portatori e che ci fanno ribadire le stesse cose. Con il provvedimento in discussione si cambia però in modo radicale l'impostazione della materia: mentre prima, con la legge Bertossi, lo spirito era che si poteva tenere aperto sempre, oggi poniamo uno sbarramento chiaro.

(segue)