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CR: riforma commercio, intervento della Giunta (7)

30.10.2008
16:57
(ACON) Trieste, 30 ott - ET - Per la Giunta è intervenuto l'assessore alle Attività produttive Luca Ciriani. Troppa l'attenzione dedicata alle aperture domenicali, mentre la norma garantisce equilibrio e il senso politico è stato ben chiarito dal presidente Tondo.

La distinzione tra comuni turistici e non era frutto di logiche politiche e territoriali e ha prodotto distorsione. Vogliamo fare chiarezza senza metter in discussione la vocazione turistica della regione e di zone come Trieste e Gorizia. Non basta una norma per divenire zona turistica. Con il nostro operato dimostreremo che ci teniamo allo sviluppo dei comuni che erano elencati nella tabella.

Negli ultimi 5 anni, sebbene sia stata ridotta la metratura e nonostante le promesse elettorali, abbiamo assistito alla proliferazione dei centri commerciali. Percentualmente abbiamo una presenza di questi insediamenti quasi doppia rispetto al Veneto. Siamo in un momento di saturazione del mercato, possiamo soddisfare le esigenze d'acquisto di un altro milione di abitanti che però non abbiamo da dove attrarre. Quindi le parole d'ordine sono contenimento e razionalizzazione per dare respiro all'intero settore, ripensare al proprio futuro. La moratoria fino al 2010 per i grandi centri commerciali serve a capire se è il caso di insistere.

Altro elemento sul quale meditare è il fatto che ogni posto di lavoro nella grande distribuzione è probabilmente uno in meno nella piccola e media rivendita. Nei comuni i negozi chiudono. Forse è un destino segnato, forse è dovuto alla deregulation.

Nelle legge Bertossi si è assegnato ai sindaci il compito di decidere, ma questo difficilmente succedeva, le conferenze non si riunivano, alle decisioni si ovviava con delibere e ordinanze di singoli primi cittadini e, nella realtà, vigeva l'anarchia. La norma fissa paletti e regole certe, necessarie, è stata accolta dall'ANCI e dal Consiglio delle autonomie locali.

La libera scelta lasciata ai piccoli commercianti risponde alla logica di garantire il servizio e prende atto del diritto acquisito dei consumatori. Ma si tiene conto anche del diritto dei lavoratori di passare una domenica a casa, dà qualche chance alle piccole rivendite e ai centri storici oramai deserti.

Un provvedimento, dunque, di grande equilibrio che non è la riedizione dell'attuale legge. È stato rovesciato il principio della deregolazione totale, si è affermato il diritto e il dovere della chiusura di qualche domenica e sono stati offerti agli esercenti elementi di maggiore libertà per i saldi e le promozioni, nel tentativo di dare loro qualche vantaggio nei confronti della grande distribuzione.

(segue)