CR: riforma commercio, intervento della Giunta (7)
(ACON) Trieste, 30 ott - ET - Per la Giunta è intervenuto
l'assessore alle Attività produttive Luca Ciriani. Troppa
l'attenzione dedicata alle aperture domenicali, mentre la norma
garantisce equilibrio e il senso politico è stato ben chiarito
dal presidente Tondo.
La distinzione tra comuni turistici e non era frutto di logiche
politiche e territoriali e ha prodotto distorsione. Vogliamo fare
chiarezza senza metter in discussione la vocazione turistica
della regione e di zone come Trieste e Gorizia. Non basta una
norma per divenire zona turistica. Con il nostro operato
dimostreremo che ci teniamo allo sviluppo dei comuni che erano
elencati nella tabella.
Negli ultimi 5 anni, sebbene sia stata ridotta la metratura e
nonostante le promesse elettorali, abbiamo assistito alla
proliferazione dei centri commerciali. Percentualmente abbiamo
una presenza di questi insediamenti quasi doppia rispetto al
Veneto. Siamo in un momento di saturazione del mercato, possiamo
soddisfare le esigenze d'acquisto di un altro milione di abitanti
che però non abbiamo da dove attrarre. Quindi le parole d'ordine
sono contenimento e razionalizzazione per dare respiro all'intero
settore, ripensare al proprio futuro. La moratoria fino al 2010
per i grandi centri commerciali serve a capire se è il caso di
insistere.
Altro elemento sul quale meditare è il fatto che ogni posto di
lavoro nella grande distribuzione è probabilmente uno in meno
nella piccola e media rivendita. Nei comuni i negozi chiudono.
Forse è un destino segnato, forse è dovuto alla deregulation.
Nelle legge Bertossi si è assegnato ai sindaci il compito di
decidere, ma questo difficilmente succedeva, le conferenze non si
riunivano, alle decisioni si ovviava con delibere e ordinanze di
singoli primi cittadini e, nella realtà, vigeva l'anarchia. La
norma fissa paletti e regole certe, necessarie, è stata accolta
dall'ANCI e dal Consiglio delle autonomie locali.
La libera scelta lasciata ai piccoli commercianti risponde alla
logica di garantire il servizio e prende atto del diritto
acquisito dei consumatori. Ma si tiene conto anche del diritto
dei lavoratori di passare una domenica a casa, dà qualche chance
alle piccole rivendite e ai centri storici oramai deserti.
Un provvedimento, dunque, di grande equilibrio che non è la
riedizione dell'attuale legge. È stato rovesciato il principio
della deregolazione totale, si è affermato il diritto e il dovere
della chiusura di qualche domenica e sono stati offerti agli
esercenti elementi di maggiore libertà per i saldi e le
promozioni, nel tentativo di dare loro qualche vantaggio nei
confronti della grande distribuzione.
(segue)