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II, III e IV Comm: audizione su Ferriera di Trieste (2)

06.11.2008
15:05
(ACON) Trieste, 06 nov - ET - All'audizione hanno partecipato, oltre agli Uffici di presidenza della II, III e IV Commissione consiliare, anche i consiglieri interessati, in particolar modo quelli eletti a Trieste.

La Ferriera è sconcertante, una bomba, si è perso già troppo tempo. Il consigliere del PdL Maurizio Bucci, dopo essersi detto a favore della chiusura dello stabilimento di Servola, ha auspicato una forte presa di posizione della Commissione. Chiesto rigore assoluto nell'applicare le previsioni dell'AIA (autorizzazione integrata ambientale), specie nelle tempistiche e sostegno all'ARPA per ottenere monitoraggi con dati certi, oltre ad un tavolo tecnico ristretto che gestisca la questione.

Per Sergio Lupieri (PD), un monitoraggio serio è fondamentale. Solo con dati certi si può evitare che si scontrino il diritto al lavoro e quello alla salute. L'AIA può servire per far rientrare nei parametri lo stabilimento. Il fine di un tavolo di coordinamento, come prospettato dall'assessore Lenna, è una città sicura e sana. Da verificare se un impianto come la Ferriera, cento anni dopo la sua apertura, sia ancora compatibile con il tessuto sociale della città. Secondo Lupieri, no.

Igor Kocijancic (SA) ha rilevato come, nonostante una mozione parlamentare poco più di un mese fa, non sia ancora successo nulla. Ancora un po' e forse sarà la crisi a far chiudere la Ferriera, lasciando in dote il problema occupazionale e dell'inquinamento. La maggioranza regionale ha, con l'assessore competente, dimostrato responsabilità e in Consiglio ha convocato rapidamente un'audizione congiunta da parte delle tre Commissioni competenti, il sindaco Dipiazza ha dimostrato molto coraggio, ma non ci sono ancora le soluzioni. Dobbiamo continuare a premere sulla proprietà.

È un problema oramai squisitamente politico e come tale va risolto. Per Edoardo Sasco (UDC), bisogna decidere se si vuole chiudere o meno lo stabilimento, creare un comitato ristretto con gli eletti triestini e amministratori competenti a tutti i livelli, prevedere un capitolo di spesa regionale specifico, prendersi un impegno pubblico e trasversale e produrre anche un documento bipartisan da dare al presidente del Consiglio Berlusconi, a breve in visita a Trieste.

Stefano Pustetto (SA) chiede la certezza dei controlli e dei dati prodotti attraverso una presa in consegna di tutti i monitoraggi, centraline e strumenti di misurazione da parte dell'ARPA. La politica deve farsi carico per tempo del futuro degli operai dello stabilimento, prima che il problema occupazionale esploda.

È una questione di rispetto della legge. Stefano Alunni Barbarossa (IdV-Citt) è perentorio: ci sono delle leggi certe, vanno fatte rispettare. Impegnarsi in controlli seri e con i dati alla mano adoperarsi perché le previsioni vengano osservate dalla proprietà. La politica entra in gioco quando si fanno le leggi, ora il problema è di legalità.

Per Roberto Novelli (PdL) il problema nasce dallo scontro tra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Dobbiamo avere la forza di toccare i grossi interessi economici, uscire dalle stanze e essere presenti lì dove le centraline non funzionano e la popolazione non ottiene le risposte che dovrebbe avere.

La chiosa è di Alessandro Colautti (PdL). È il momento di intraprendere una strada certa, precisa, senza attendere che sia la crisi a toglierci le castagne dal fuoco. Ci vogliono dati certi e l'ARPA va sostenuta e impegnata in tal senso, poiché qui potremmo essere davanti a un problema di salute pubblica. Se questo fosse il caso, è da valutare l'ipotesi di un accompagnamento politico trasversale verso la chiusura dello stabilimento.

(fine)