CR: legge omnibus, aperto il dibattito generale (11)
(ACON) Trieste, 24 nov - RC - Una legge omnibus serve per
mettere a punto parti di settori diversi tra loro che hanno
bisogno di essere aggiornate - ha spiegato Franco Baritussio
(PdL), cofirmatario con Alessandro Colautti, Daniele Galasso
(PdL) e Luigi Ferone (Part.Pens) della proposta di legge
all'attenzione dell'Aula. Si tratta di un insieme di norme di
ordine procedurale, di interpretazioni autentiche, della ripresa
di iter rimasti bloccati. Modificando le soglie di reddito per
l'edilizia sovvenzionata si risolvono problemi sociali per le
nuove povertà, mentre il limite di residenza previsto
nell'articolo 29 (15 anni) per la domanda di un alloggio ATER è
un'esigenza non un pallino di questa maggioranza. Il Consiglio
delle Autonomie locali ha espresso un parere positivo pur
suggerendo delle modifiche, molte delle quali sono state recepite
con degli emendamenti.
All'opposto, Alessandro Corazza (IdV-Citt) ha criticato l'aver
raccolto tanti argomenti disorganici tra loro e ha parlato di
disordine e poca trasparenza per il cittadino che cerca di capire
la legge. La sua speranza è che non si faccia più ricorso alle
omnibus, metodo che non fa onore al lavoro dei consiglieri.
Giorgio Baiutti (PD) ha criticato le modifiche alla legge
regionale 15/2007 sul contrasto all'inquinamento luminoso,
approvata durante la passata legislatura - ha ricordato il
consigliere - dopo un profondo dibattito. Per lui, le sanzioni
per chi non ottempera ai dettami della norma e un sistema che
stabilisca i tempi per l'ammodernamento degli impianti sono due
cose indispensabili. Ha poi ricordato che in regione il 40% degli
impianti proietta la luce solo verso il cielo e non illumina
alcuna strada e ha, quindi, contestato le previste abrogazioni di
parti della LR 15.
Massimo Blasoni (PdL) si è soffermato sul tempo di residenza
previsto all'articolo 29. Non si devono inserire ingiustizie tra
italiani - ha sostenuto. Se si vogliono porre dei paletti per gli
immigrati va bene, ma si faccia un distinguo tra comunitari ed
extracomunitari. Ciò permetterebbe soprattutto di non porre un
pregiudizio per gli italiani provenienti da altre regioni, magari
trasferiti dalla propria azienda in Friuli Venezia Giulia: li si
obbliga ad attendere 15 anni per un alloggio Ater al pari di uno
straniero. La legge nazionale, ripresa dalla Sicilia e in forma
più elastica da altre Regioni, prevede 10 anni di residenza in
Italia oppure 5 nella regione di residenza. Noi - ha evidenziato
- mostriamo la maggiore chiusura tra tutti i legislatori
regionali. Copiare dalla legge nazionale potrebbe essere la
migliore delle scelte.
Il capogruppo della Lega Nord, Danilo Narduzzi, ha sostenuto che
si tratta di una legge che affronta problemi importanti e cerca
di risolverli. Nei passati 5 anni il centro-sinistra ha
legiferato come una madre che prima pensa ai figli altrui e poi
ai propri: è ora di ribaltare le cose. La mediazione sul numero
degli anni di residenza ci sarà, ma il lasso di tempo stabilito
dovrà essere tenuto in considerazione per tutta la politica
regionale del welfare. La comunità otterrà un risultato
importante con l'approvazione di questa legge.
(segue)