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CR: legge omnibus, aperto il dibattito generale (11)

24.11.2008
17:16
(ACON) Trieste, 24 nov - RC - Una legge omnibus serve per mettere a punto parti di settori diversi tra loro che hanno bisogno di essere aggiornate - ha spiegato Franco Baritussio (PdL), cofirmatario con Alessandro Colautti, Daniele Galasso (PdL) e Luigi Ferone (Part.Pens) della proposta di legge all'attenzione dell'Aula. Si tratta di un insieme di norme di ordine procedurale, di interpretazioni autentiche, della ripresa di iter rimasti bloccati. Modificando le soglie di reddito per l'edilizia sovvenzionata si risolvono problemi sociali per le nuove povertà, mentre il limite di residenza previsto nell'articolo 29 (15 anni) per la domanda di un alloggio ATER è un'esigenza non un pallino di questa maggioranza. Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso un parere positivo pur suggerendo delle modifiche, molte delle quali sono state recepite con degli emendamenti.

All'opposto, Alessandro Corazza (IdV-Citt) ha criticato l'aver raccolto tanti argomenti disorganici tra loro e ha parlato di disordine e poca trasparenza per il cittadino che cerca di capire la legge. La sua speranza è che non si faccia più ricorso alle omnibus, metodo che non fa onore al lavoro dei consiglieri.

Giorgio Baiutti (PD) ha criticato le modifiche alla legge regionale 15/2007 sul contrasto all'inquinamento luminoso, approvata durante la passata legislatura - ha ricordato il consigliere - dopo un profondo dibattito. Per lui, le sanzioni per chi non ottempera ai dettami della norma e un sistema che stabilisca i tempi per l'ammodernamento degli impianti sono due cose indispensabili. Ha poi ricordato che in regione il 40% degli impianti proietta la luce solo verso il cielo e non illumina alcuna strada e ha, quindi, contestato le previste abrogazioni di parti della LR 15.

Massimo Blasoni (PdL) si è soffermato sul tempo di residenza previsto all'articolo 29. Non si devono inserire ingiustizie tra italiani - ha sostenuto. Se si vogliono porre dei paletti per gli immigrati va bene, ma si faccia un distinguo tra comunitari ed extracomunitari. Ciò permetterebbe soprattutto di non porre un pregiudizio per gli italiani provenienti da altre regioni, magari trasferiti dalla propria azienda in Friuli Venezia Giulia: li si obbliga ad attendere 15 anni per un alloggio Ater al pari di uno straniero. La legge nazionale, ripresa dalla Sicilia e in forma più elastica da altre Regioni, prevede 10 anni di residenza in Italia oppure 5 nella regione di residenza. Noi - ha evidenziato - mostriamo la maggiore chiusura tra tutti i legislatori regionali. Copiare dalla legge nazionale potrebbe essere la migliore delle scelte.

Il capogruppo della Lega Nord, Danilo Narduzzi, ha sostenuto che si tratta di una legge che affronta problemi importanti e cerca di risolverli. Nei passati 5 anni il centro-sinistra ha legiferato come una madre che prima pensa ai figli altrui e poi ai propri: è ora di ribaltare le cose. La mediazione sul numero degli anni di residenza ci sarà, ma il lasso di tempo stabilito dovrà essere tenuto in considerazione per tutta la politica regionale del welfare. La comunità otterrà un risultato importante con l'approvazione di questa legge.

(segue)