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SA: presentata mozione problema acqua in montagna

27.11.2008
13:10
(ACON) Trieste, 27 nov - RC - "Avrà il carattere dell'urgenza in Aula la mozione sul problema delle derivazioni idroelettriche in montagna del gruppo Sinistra Arcobaleno del Consiglio regionale, perché non vogliamo che una questione così importante come quella della salvaguardia dell'acqua finisca nel dimenticatoio".

La promessa è del capogruppo di SA, Igor Kocijancic, alla presentazione del documento. Con lui, i colleghi Roberto Antonaz e Stefano Pustetto, oltre al responsabile regionale delle politiche per la montagna di SA, Paolo Duzzi, e al presidente del Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, Franceschino Barazzutti.

E' quest'ultimo che spiega come, nella sola Carnia, ci siano già 70 derivazioni idroelettriche: 37 di Enel, delle quali 34 della ex Sade e facenti capo alle centrali di Ampezzo e Somplago; 6 della Comunità montana della Carnia; 10 della Società elettrica cooperativa Alto But (SECAB) di Paluzza; 16 di privati; 1 comunale.

Il problema è - ha sottolineato Kocijancic - che si tende alla privatizzazione massiccia dell'acqua, cosa che non possiamo accettare. Invece di garantire un sostegno ecologico alla montagna, lo si dà solo al suo sfruttamento - ha aggiunto Antonaz. Persino negli USA, dove tutto è monetizzato, l'acqua non lo è perché sanno che la desertificazione toglie ogni possibilità di sviluppo - ha rimarcato Pustetto.

Ci sono già 80 chilometri di tratti di alvei ormai certificati - ha confermato Barazzutti. I dettami nazionali e la legge regionale 28 del 2001 sul deflusso minimo vitale a valle delle captazioni non bastano a garantire né il rispetto di quel deflusso minimo né che l'acqua derivata sia uguale a quella effettivamente concessa. Inoltre, non si può neppure parlare di una ricaduta positiva sulle realtà locali in quanto l'energia prodotta nelle grandi centrali idroelettriche è portata in pianura, quella che si crea dalle centraline minori è per lo più venduta per essere utilizzata altrove (solo le società cooperative forniscono la corrente a condizioni agevolate ai locali), e non si riscontra una richiesta di personale da impiegare in loco.

Ecco perché i tre consiglieri regionali hanno sottoscritto la mozione con cui intendono sollevare l'argomento in Aula, e chiedono che la Regione si impegni innanzitutto a introdurre una moratoria nel rilascio di nuove concessioni, ma anche rilevi lo stato dei corsi d'acqua del territorio montano per elaborare un Piano condiviso con le realtà locali e che vada a loro vantaggio, stabilendo su quali corsi si possano ancora realizzare delle derivazioni indicando - e poi controllando - rigidamente quantità e modalità di captazione. Tra le richieste, anche uno studio per il recupero degli alvei degradati a seguito proprio delle derivazioni idroelettriche e iniziative mirate a diffondere, nelle scuole e nella società, la cultura e il rispetto dell'uso dell'acqua, bene primario che sta scomparendo - hanno chiosato i presenti.

(immagini tv)