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PD: Codega, impugnabile la norma sulle case Ater

28.11.2008
15:58
(ACON) Trieste, 28 nov - COM/AB - Nell'ultima seduta, il Consiglio regionale ha messo delle condizioni capestro per l'accesso alle case di residenza pubblica nella nostra regione: 5 anni di permanenza in regione e altri cinque anni in Italia.

Lo mette in evidenza il consigliere del PD Franco Codega che aggiunge:

La norma, voluta dalla Lega Nord che era partita proponendo ben quindici anni di permanenza in regione, è di fatto finalizzata a bloccare, in gran parte, l'accesso alle case popolari da parte degli immigrati. La scelta è inaccettabile sia sotto il profilo politico che sotto quello giuridico.

Sotto il profilo politico si vuole dare risposta a una emergenza che non c'è: i dati forniti dall'assessore Lenna hanno chiarito come solo il 3% delle case popolari nella nostra regione è occupato da immigrati. E' ormai costume della Lega agitare problemi che non esistono per mera rendita elettorale. In secondo luogo si deve spiegare perché gli stranieri che entrano nella nostra regione, lavorano e contribuiscono alla nostra economia, pagano le tasse e attraverso il sistema dell'addizionale Irpef fanno giungere alle casse della nostra regione risorse significative (50 milioni di euro quest'anno), non debbano poi usufruire dei servizi che, anche attraverso queste risorse, la stessa regione è in grado di erogare.

Sotto il profilo giuridico, la decisione fa acqua da tutte le parti. Va contro l'articolo 3 della Costituzione italiana che afferma il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini italiani e invece qui non si permette, a dei cittadini veneti per esempio, di poter accedere per cinque anni agli stessi servizi concessi ai cittadini della regione. Va contro l'articolo 12 del Trattato delle Comunità europee che richiede la perfetta parità di trattamento negli stati membri di tutti i cittadini comunitari: mentre qui, evidentemente, un cittadino rumeno, ad esempio, viene discriminato. Va contro la Convenzione internazionale del lavoro, ratificata in Italia dalla legge 5 agosto 1952, che dispone il principio di parità di trattamento in materia di accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica tra cittadini nazionali e cittadini stranieri.

Ci sono tutti gli elementi - conclude Codega - per impugnare la deliberazione di fronte alla Corte di Giustizia europea.