PD: Codega, impugnabile la norma sulle case Ater
(ACON) Trieste, 28 nov - COM/AB - Nell'ultima seduta, il
Consiglio regionale ha messo delle condizioni capestro per
l'accesso alle case di residenza pubblica nella nostra regione: 5
anni di permanenza in regione e altri cinque anni in Italia.
Lo mette in evidenza il consigliere del PD Franco Codega che
aggiunge:
La norma, voluta dalla Lega Nord che era partita proponendo ben
quindici anni di permanenza in regione, è di fatto finalizzata a
bloccare, in gran parte, l'accesso alle case popolari da parte
degli immigrati. La scelta è inaccettabile sia sotto il profilo
politico che sotto quello giuridico.
Sotto il profilo politico si vuole dare risposta a una emergenza
che non c'è: i dati forniti dall'assessore Lenna hanno chiarito
come solo il 3% delle case popolari nella nostra regione è
occupato da immigrati. E' ormai costume della Lega agitare
problemi che non esistono per mera rendita elettorale. In secondo
luogo si deve spiegare perché gli stranieri che entrano nella
nostra regione, lavorano e contribuiscono alla nostra economia,
pagano le tasse e attraverso il sistema dell'addizionale Irpef
fanno giungere alle casse della nostra regione risorse
significative (50 milioni di euro quest'anno), non debbano poi
usufruire dei servizi che, anche attraverso queste risorse, la
stessa regione è in grado di erogare.
Sotto il profilo giuridico, la decisione fa acqua da tutte le
parti. Va contro l'articolo 3 della Costituzione italiana che
afferma il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini
italiani e invece qui non si permette, a dei cittadini veneti per
esempio, di poter accedere per cinque anni agli stessi servizi
concessi ai cittadini della regione. Va contro l'articolo 12 del
Trattato delle Comunità europee che richiede la perfetta parità
di trattamento negli stati membri di tutti i cittadini
comunitari: mentre qui, evidentemente, un cittadino rumeno, ad
esempio, viene discriminato. Va contro la Convenzione
internazionale del lavoro, ratificata in Italia dalla legge 5
agosto 1952, che dispone il principio di parità di trattamento in
materia di accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica
tra cittadini nazionali e cittadini stranieri.
Ci sono tutti gli elementi - conclude Codega - per impugnare la
deliberazione di fronte alla Corte di Giustizia europea.