PdL: Galasso, adottare misure per aiutare residenti in FVG
(ACON) Trieste, 04 dic - COM/DT - "Siamo tutti impegnati a
sostenere situazioni di disagio, a rimuovere condizioni di
emarginazione e ad aiutare i meno fortunati a condurre una
vita nel modo più dignitoso possibile". La nota è del consigliere
regionale Daniele Galasso che interviene per fare chiarezza dopo
le polemiche relative alle misure che favorirebbero i residenti
in regione ai danni dei cittadini extracomunitari.
"Vogliamo scongiurare una guerra tra poveri ed evitare di
alimentare un sistema assistenziale insostenibile dal punto di
vista finanziario. Anche per questo, sul versante degli ingressi
di stranieri, dovremo limitarci alle strette necessità per i
lavori stagionali, per l'assistenza (badanti) e per una
manodopera ad alto contenuto professionale. Diversamente,
alimenteremo un sistema di chiamata e attrazione di stranieri con
il passaparola che non saremo in grado di reggere da nessun punto
di vista. Per questo motivo, quote restrittive mirate
all'effettivo fabbisogno sono indispensabili e diventano una
garanzia di qualità della vita per i nuovi arrivati e per i
residenti.
"Il problema - puntualizza Galasso - è un altro: si tratta di
prendere atto che circa il 6% degli stranieri presenti in regione
sta assorbendo il 40% (e in alcuni casi anche
il 50%) delle provvidenze pubbliche messe a disposizione dalla
Regione e destinate sia ai bandi di gara per le assegnazioni di
alloggi popolari, sia all'abbattimento delle rette dei canoni
d'affitto, sia per l'ingresso negli asili o in altre attività di
natura sociale.
"Non è giusto che i residenti friul-giuliani debbano restare
senza casa, che non possano beneficiare dell'abbattimento del
canone di affitto, che non riescano a far entrare i propri figli
negli asili nido e che non possano usufruire di altri interventi
solo perché finiscono in coda nelle graduatorie, idonei ma
esclusi.
"Il PdL ritiene che a fronte di tale situazione che sta
degenerando, anche a causa della forte crisi in atto, si debba
intervenire per riequilibrare le regole e porre in sicurezza il
sistema. Le risorse non sono infinite, è quindi evidente che
bisogna introdurre criteri di precedenza per la nostra gente che
da sempre vive, lavora e produce in questa terra. Ne consegue che
il dato della residenza in regione (e quindi l'aver prodotto
ricchezza qui) diventa un valore che deve passare in termini di
precedenza anche per i casi di bisogno. Ecco perché i 10 anni di
residenza in Italia e i 5 o 3 anni, a seconda dei casi, di
residenza in regione diventano un requisito per noi essenziale.
"Nessuno - conclude Galasso - è animato da intenti
discriminatori, ma il senso di responsabilità e l'importante
compito di governo ci impongono di adottare tutta una serie di
norme che offrano maggiori opportunità a corregionali. E',
quindi, di primaria importanza tarare le regole del settore in
base alle risorse di cui la Regione dispone. Se poi qualche
sindaco del centrosinistra intende potenziare le coperture
assistenziali, nessuno gli impedisce, ma con proprie risorse e
propri regolamenti, di allargare a
proprio piacimento la platea dei beneficiari".