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PdL: Galasso, adottare misure per aiutare residenti in FVG

04.12.2008
17:27
(ACON) Trieste, 04 dic - COM/DT - "Siamo tutti impegnati a sostenere situazioni di disagio, a rimuovere condizioni di emarginazione e ad aiutare i meno fortunati a condurre una vita nel modo più dignitoso possibile". La nota è del consigliere regionale Daniele Galasso che interviene per fare chiarezza dopo le polemiche relative alle misure che favorirebbero i residenti in regione ai danni dei cittadini extracomunitari.

"Vogliamo scongiurare una guerra tra poveri ed evitare di alimentare un sistema assistenziale insostenibile dal punto di vista finanziario. Anche per questo, sul versante degli ingressi di stranieri, dovremo limitarci alle strette necessità per i lavori stagionali, per l'assistenza (badanti) e per una manodopera ad alto contenuto professionale. Diversamente, alimenteremo un sistema di chiamata e attrazione di stranieri con il passaparola che non saremo in grado di reggere da nessun punto di vista. Per questo motivo, quote restrittive mirate all'effettivo fabbisogno sono indispensabili e diventano una garanzia di qualità della vita per i nuovi arrivati e per i residenti.

"Il problema - puntualizza Galasso - è un altro: si tratta di prendere atto che circa il 6% degli stranieri presenti in regione sta assorbendo il 40% (e in alcuni casi anche il 50%) delle provvidenze pubbliche messe a disposizione dalla Regione e destinate sia ai bandi di gara per le assegnazioni di alloggi popolari, sia all'abbattimento delle rette dei canoni d'affitto, sia per l'ingresso negli asili o in altre attività di natura sociale.

"Non è giusto che i residenti friul-giuliani debbano restare senza casa, che non possano beneficiare dell'abbattimento del canone di affitto, che non riescano a far entrare i propri figli negli asili nido e che non possano usufruire di altri interventi solo perché finiscono in coda nelle graduatorie, idonei ma esclusi.

"Il PdL ritiene che a fronte di tale situazione che sta degenerando, anche a causa della forte crisi in atto, si debba intervenire per riequilibrare le regole e porre in sicurezza il sistema. Le risorse non sono infinite, è quindi evidente che bisogna introdurre criteri di precedenza per la nostra gente che da sempre vive, lavora e produce in questa terra. Ne consegue che il dato della residenza in regione (e quindi l'aver prodotto ricchezza qui) diventa un valore che deve passare in termini di precedenza anche per i casi di bisogno. Ecco perché i 10 anni di residenza in Italia e i 5 o 3 anni, a seconda dei casi, di residenza in regione diventano un requisito per noi essenziale.

"Nessuno - conclude Galasso - è animato da intenti discriminatori, ma il senso di responsabilità e l'importante compito di governo ci impongono di adottare tutta una serie di norme che offrano maggiori opportunità a corregionali. E', quindi, di primaria importanza tarare le regole del settore in base alle risorse di cui la Regione dispone. Se poi qualche sindaco del centrosinistra intende potenziare le coperture assistenziali, nessuno gli impedisce, ma con proprie risorse e propri regolamenti, di allargare a proprio piacimento la platea dei beneficiari".