IdV-Citt: Colussi, inopportuna mozione su lingue slavofone
(ACON) Trieste, 16 dic - COM/AB - E' stata giudicata
inopportuna dal capogruppo IdV-Citt in Consiglio regionale Piero
Colussi la mozione della maggioranza per tutelare e valorizzare
le lingue slavofone della provincia di Udine: natisoniano,
po-nasen e resiano.
"Inopportuna - ha spiegato - perché la legge 482 del 1999 tutela
dodici minoranze storiche linguistiche italiane di cui ben tre si
trovano in Friuli Venezia Giulia: friulana, slovena, tedesca. E
anche perché la Regione ha voluto predisporre specifiche norme
per garantire la piena tutela e valorizzazione del patrimonio
linguistico. Un impegno che è stato al centro dell'azione
politica della passata legislatura e si è concretizzato con
l'approvazione di due leggi riguardanti le minoranze linguistiche
slovena e friulana.
"Per entrare ancora più nel merito - ha ricordato Colussi -
sempre durante la scorsa legislatura e proprio per iniziativa del
gruppo dei Cittadini per il presidente, di concerto con
l'Amministrazione comunale di Resia, si era riusciti a ottenere
il riconoscimento di una particolare specificità per queste
importanti varianti linguistiche all'interno della legge
regionale sullo sloveno. Proprio per questo era stato inserito
negli strumenti finanziari un articolo dove si prevedevano
interventi economici a favore del resiano e delle varianti
linguistiche delle valli del Natisone, del Torre e della Val
Canale.
"A testimonianza di ciò, l'assessore Molinaro ha destinato alle
attività di promozione e valorizzazione linguistica 100 mila
euro. Non è dunque vero che queste antiche parlate storiche slave
siano prive di qualsiasi tutela, come recita la mozione.
"Voler rimettere oggi in discussione le decisioni della legge
482/99 - ha concluso il capogruppo - significa far venire meno
quel delicato equilibrio raggiunto faticosamente in Parlamento e
riaprire un dibattito che coinvolgerebbe mote altre realtà
linguistiche. Non da meno, si ha l'impressione che dietro a
queste questioni si celino azioni politiche finalizzate a
rimettere in discussione antiche consuetudini di buona convivenza
in un'area, come quella del confine orientale, per troppo tempo
al centro di civiltà contrapposte".