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PD: Codega, cure ai clandestini: rispettare la Bossi Fini

09.01.2009
16:41
(ACON) Trieste, 09 gen - COM/ET - "Continua la campagna della Lega Nord sulla questione del diritto o meno all'assistenza sanitaria per gli immigrati clandestini. Nonostante la netta presa di posizione del presidente Tondo, che giustamente conferma per la nostra regione, l'applicazione di quanto prevede la Legge Bossi - Fini in materia, continua il pressing di Narduzzi, Ballaman e compagni sulla questione".

Così in una nota il consigliere regionale del PD Franco Codega, che ritiene opportuno rendere noto quanto stabilito dal Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero ( Legge Bossi-Fini ).

"L'art. 35 del Testo Unico - evidenzia Codega - dal titolo "Assistenza per gli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale" affronta il tema della tutela sanitaria anche nei confronti di coloro "non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno", ossia i cosiddetti irregolari e/o clandestini. Al comma 3 prevede la necessità di assicurare anche "ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all'ingresso ed al soggiorno... le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio" e di estendere "i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva". Al successivo comma 5, poi, si afferma esplicitamente che "l'accesso alle strutture sanitarie da parte del cittadino non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano". E' evidente - sottolinea l'esponente del PD - il senso di questa disposizione: si vuole evitare che, innestando dinamiche di perseguibilità del soggetto portatore di un bisogno di salute, si possa determinare una sorta di clandestinità sanitaria che, di fatto, metterebbe a repentaglio la salute della intera collettività".

"E' dunque inutile che la Lega Nord continui ad agitare questioni che sono già ben definite dalla normativa nazionale - conclude Codega - tra l'altro, da una legge prodotta dai loro vertici".