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III Comm: illustrate proposte di legge su liste di attesa

13.01.2009
15:29
(ACON) Trieste, 13 gen - DT - Una giornata intera dedicata alle audizioni (peraltro ancora da definire) prima di proseguire con l'esame delle due proposte di legge sulle liste di attesa in sanità. Lo ha deciso l'Ufficio di presidenza della III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC). Intanto, però, i due provvedimenti sono stati illustrati.

La prima proposta, di Roberto Asquini (Gruppo Misto), prevede che laddove il cittadino si vedrà proporre dal servizio sanitario pubblico un tempo di attesa per visite, esami o interventi terapeutici superiore ai 90 giorni, potrà rivolgersi a un qualsiasi altro centro regionale anche privato (ma certificato), a sua scelta, purché sia in grado di effettuare la prestazione richiesta entro 80 giorni dalla richiesta. Saranno poi le Ass a occuparsi del rimborso (in pratica, il costo medio di quell'esame calcolato nelle strutture pubbliche regionali meno, eventualmente, il ticket) entro 60 giorni. L'eventuale differenza tra il prezzo totale delle prestazione e il costo medio, con il ticket, sarà a carico del cittadino.

La seconda, porta la firma dell'intero PdL con primo firmatario Massimo Blasoni. L'obiettivo è quello di contenere le liste di attesa entro i tempi massimi fissati, per ciascuna prestazione, dal Piano nazionale 2006-2008. Saranno le Aziende sanitarie a definire nel loro piano annuale le sedi (tramite accordi, con un occhio alla geografia, agli orari e al volume delle prestazioni erogate) dove i tempi massimi verranno assicurati. "Nell'80% dei casi - ha spiegato Blasoni - i tempi vengono rispettati. Ad ogni modo, per ridurre al massimo le liste di attesa basta una parola: responsabilizzazione".

Responsabilizzazione dei direttori generali cui compete garantire il rispetto dei tempi (e a quest'ultimo è vincolato pure il 25% del loro compenso integrativo); responsabilizzazione dei medici di base, dei pediatri e di chi opera in sanità. C'è poi la responsabilizzazione del cittadino a cui viene garantita la possibilità di conoscere i limiti di tempo massimo previsti per ogni prestazione attraverso l'affissione di un manifesto in tutte le sale d'attesa ospedaliere, nei presidi medici e ambulatori (ma al cittadino viene pure chiesto di rimborsare una quota della prestazione se non si presenta all'esame, e capita mediamente dal 3 al 11% dei casi); e, infine, c'è quella delle Aziende sanitarie e ospedaliere: a loro il compito di definire nel piano annuale le sedi dove saranno garantiti i tempi massimi di attesa, provvedere al pagamento delle prestazioni effettuate dal cittadino in altre strutture qualora non garantiscano i tempi previsti per le prestazioni e attivare le apparecchiature diagnostiche sei giorni su sette e dodici ore al giorno se non saranno raggiunti i tempi di attesa prefissati.

Infine, a essere responsabilizzata sarà pure l'Amministrazione regionale che, oltre a dotare di adeguate risorse la legge, monitorerà ogni tre mesi la situazione (a essere precisi, sarà l'Agenzia regionale della sanità a inviare sia alla Giunta che alla III Commissione consiliare un aggiornamento della situazione). Tra le novità, anche il risarcimento ai cittadini in caso di superamento dei tempi e di ricorso a una struttura privata e l'informatizzazione dell'intero sistema sanità, compreso quello privato.

Ribattendo ad alcune critiche del PD, Blasoni ha precisato che "questa proposta potrà non essere condivisibile al 100%, ma se lavoreremo tutti assieme potrà essere una buona legge".

A essere sentiti saranno i direttori generali delle Aziende territoriali e ospedaliere, i vertici del CRO di Aviano, del Burlo di Trieste e de "La nostra famiglia" di San Vito al Tagliamento, l'ordine dei medici, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, l'Agenzia regionale della sanità e l'assessore alla Salute Vladimir Kosic, i sindacati, il mondo del volontariato e i rappresentanti delle professioni sanitarie e dei cittadini.

(foto - immagini tv)