III Comm: illustrate proposte di legge su liste di attesa
(ACON) Trieste, 13 gen - DT - Una giornata intera dedicata alle
audizioni (peraltro ancora da definire) prima di proseguire con
l'esame delle due proposte di legge sulle liste di attesa in
sanità. Lo ha deciso l'Ufficio di presidenza della III
Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC).
Intanto, però, i due provvedimenti sono stati illustrati.
La prima proposta, di Roberto Asquini (Gruppo Misto), prevede che
laddove il cittadino si vedrà proporre dal servizio sanitario
pubblico un tempo di attesa per visite, esami o interventi
terapeutici superiore ai 90 giorni, potrà rivolgersi a un
qualsiasi altro centro regionale anche privato (ma certificato),
a sua scelta, purché sia in grado di effettuare la prestazione
richiesta entro 80 giorni dalla richiesta. Saranno poi le Ass a
occuparsi del rimborso (in pratica, il costo medio di quell'esame
calcolato nelle strutture pubbliche regionali meno,
eventualmente, il ticket) entro 60 giorni. L'eventuale differenza
tra il prezzo totale delle prestazione e il costo medio, con il
ticket, sarà a carico del cittadino.
La seconda, porta la firma dell'intero PdL con primo firmatario
Massimo Blasoni. L'obiettivo è quello di contenere le liste di
attesa entro i tempi massimi fissati, per ciascuna prestazione,
dal Piano nazionale 2006-2008. Saranno le Aziende sanitarie a
definire nel loro piano annuale le sedi (tramite accordi, con un
occhio alla geografia, agli orari e al volume delle prestazioni
erogate) dove i tempi massimi verranno assicurati. "Nell'80% dei
casi - ha spiegato Blasoni - i tempi vengono rispettati. Ad ogni
modo, per ridurre al massimo le liste di attesa basta una parola:
responsabilizzazione".
Responsabilizzazione dei direttori generali cui compete garantire
il rispetto dei tempi (e a quest'ultimo è vincolato pure il 25%
del loro compenso integrativo); responsabilizzazione dei medici
di base, dei pediatri e di chi opera in sanità. C'è poi la
responsabilizzazione del cittadino a cui viene garantita la
possibilità di conoscere i limiti di tempo massimo previsti per
ogni prestazione attraverso l'affissione di un manifesto in tutte
le sale d'attesa ospedaliere, nei presidi medici e ambulatori (ma
al cittadino viene pure chiesto di rimborsare una quota della
prestazione se non si presenta all'esame, e capita mediamente dal
3 al 11% dei casi); e, infine, c'è quella delle Aziende sanitarie
e ospedaliere: a loro il compito di definire nel piano annuale le
sedi dove saranno garantiti i tempi massimi di attesa, provvedere
al pagamento delle prestazioni effettuate dal cittadino in altre
strutture qualora non garantiscano i tempi previsti per le
prestazioni e attivare le apparecchiature diagnostiche sei giorni
su sette e dodici ore al giorno se non saranno raggiunti i tempi
di attesa prefissati.
Infine, a essere responsabilizzata sarà pure l'Amministrazione
regionale che, oltre a dotare di adeguate risorse la legge,
monitorerà ogni tre mesi la situazione (a essere precisi, sarà
l'Agenzia regionale della sanità a inviare sia alla Giunta che
alla III Commissione consiliare un aggiornamento della
situazione). Tra le novità, anche il risarcimento ai cittadini in
caso di superamento dei tempi e di ricorso a una struttura
privata e l'informatizzazione dell'intero sistema sanità,
compreso quello privato.
Ribattendo ad alcune critiche del PD, Blasoni ha precisato che
"questa proposta potrà non essere condivisibile al 100%, ma se
lavoreremo tutti assieme potrà essere una buona legge".
A essere sentiti saranno i direttori generali delle Aziende
territoriali e ospedaliere, i vertici del CRO di Aviano, del
Burlo di Trieste e de "La nostra famiglia" di San Vito al
Tagliamento, l'ordine dei medici, la Federazione italiana dei
medici di medicina generale, l'Agenzia regionale della sanità e
l'assessore alla Salute Vladimir Kosic, i sindacati, il mondo del
volontariato e i rappresentanti delle professioni sanitarie e dei
cittadini.
(foto - immagini tv)