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PD: Menosso, quote rosa, continua la scure della maggioranza

20.01.2009
14:45
(ACON) Trieste, 20 gen - COM/AB - "Dire che la maggioranza è presa da una mania spasmodica di distruzione di tutto ciò che è stato fatto dal centro sinistra in questi ultimi cinque anni è assolutamente vero. E affermare che la maggioranza vive di questo è altrettanto vero in quanto non ci sono proposte di legge nuove, ma solo ed esclusivamente un lavoro di modifica, di abrogazione, di annullamento sulla base di quella che è stata la produzione legislativa passata".

Lo afferma Annamaria Menosso, consigliere regionale del PD e vicepresidente del Consiglio che aggiunge:

"Sotto la scure cade anche la questione della rappresentanza femminile. Tutti si riempiono la bocca di grandi propositi, la professionalità, le capacità delle donne sono riconosciute a parole, ma alla prima occasione immancabilmente la realtà è altra. Non si sa come, non si sa perché, ma le donne non riescono mai ad emergere, in tutti i campi, ma ancor più difficoltà c'è per quanto riguarda le cariche istituzionali.

"Nella legge elettorale approvata nella precedente legislatura avevamo ottenuto qualche piccolo risultato anche con un lavoro trasversale di tutte le donne presenti in Consiglio regionale. Ci si impegnava per favorire la partecipazione delle donne alla vita politica e per garantire una adeguata rappresentanza nelle sedi istituzionali. Agendo sulla decisione che il presidente della Regione è chiamato a prendere rispetto alla composizione della Giunta si riesce a vedere rappresentanti entrambi i generi. Togliere questo vincolo in nome di quella che viene spacciata come una valorizzazione del ruolo delle donne nella interezza delle loro professionalità e capacità è una vera presa in giro perché, in effetti, nella realtà così non accade.

"Sembra impossibile, ma non si riesce mai a trovare donne sufficientemente all'altezza del ruolo che dovrebbero ricoprire. E le ultime elezioni regionali sono state un chiaro ulteriore esempio. Grazie alla legge in Giunta siedono tre donne, mentre rispetto all'opportunità di essere presenti in lista non ha fatto riscontro un numero adeguato di elette. Questo è successo in primo luogo perché nessun partito si è veramente preso a cuore la questione femminile. Quindi siamo ben lontane da una parità che, se vogliamo piano piano cominciare a scalare, dobbiamo proprio partire dall'obbligatorietà.

"L'università di Udine da alcuni anni organizza un corso dal titolo "Donne, politica e istituzioni: percorsi formativi per la promozione delle pari opportunità nei centri decisionali della politica" proprio per incentivare nelle donne, ma non solo, l'idea della partecipazione alla vita politica. Rispetto dunque a una società che richiede la presenza anche delle donne e che si attiva per questo, contrapponiamo questa ottusità dei politici.

"Il motivo vero di questa ritornare indietro, cancellando una conquista importante, è uno solo: la paura vera di veder vacillare un proprio primato, quello della presenza esclusiva in un mondo come quello della politica - luogo di potere molto importante - a cui i maschi sono attaccati ben sapendo che senza una collaborazione sincera mai le donne potranno raggiungere significativi risultati".