PD: Menosso, con assessori donna no ad abolizione quote rosa
(ACON) Trieste, 21 gen - COM/DT - La cancellazione delle quote
rosa in Consiglio e in Giunta regionale, provvedimento inserito
nel testo di legge del PdL, è lo spunto per il commento della
vicepresidente del Consiglio regionale Annamaria Menosso.
"Sorprendono le parole di Antonio Pedicini, primo firmatario del
provvedimento, scrive la consigliera regionale del PD, quando
sostiene che questa riforma è necessaria per allineare la materia
elettorale regionale a quella dei Paesi europei (e si presuppone
intenda i più avanzati dal punto di vista dello sviluppo della
democrazia). La sorpresa consiste nel fatto che, a livello
europeo e nazionale, il problema della rappresentanza femminile
nelle istituzioni ha prodotto una quantità enorme di impegni
attraverso direttive, dichiarazioni e raccomandazioni con
l'evidente risultato di dimostrare che si tratta di una questione
reale concernente l'applicazione del sistema di rappresentanza
democratico e il suo effettivo esercizio.
"Conviene ricordare, infatti, che le candidate donne alle
elezioni del 2008 raggiungevano il 10-15% del totale e che ai
vertici dei partiti non ci sono né segretari donne né presenze
femminili così forti da far pensare a un effettivo cambiamento
nel futuro prossimo. Ciò dovrebbe indurre a una riflessione seria
chi si pone l'obiettivo di riformare una legge elettorale.
"A questa situazione di subalternità nei luoghi decisionali della
politica si aggiunge poi la condizione sociale che non è
costruita nel nostro Paese per favorire la partecipazione alla
politica da parte delle donne: basta pensare alla quota di spesa
pubblica per i servizi, quanto mai bassa se confrontata con altri
Paesi europei ai quali ci si vuole allineare in tema di crescita
e di sviluppo sociale e culturale.
"Questo è il quadro e, naturalmente, sono sicura che i colleghi
del centrodestra lo conoscono bene. Nonostante ciò, la riforma
vuole cancellare proprio quelle norme che nell'attuale legge
elettorale abbiamo potuto mettere in campo, in accordo con il
dettato costituzionale, per favorire la presenza femminile nelle
istituzioni, ovvero le quote rosa in Giunta e il bonus per i
gruppi capaci di eleggere più donne. Una misura monetaria che può
apparire macchiavellica ma che induce i vertici dei partiti a
prendere seriamente in considerazione la cosa.
"La cancellazione delle quote rosa, annota ancora la Menosso, se
viene poi collegata all'eliminazione del limite dei mandati per
assessori e consiglieri contribuendo a mantenere l'attuale
assetto, non può che avere effetti ancora più negativi sulla
futura presenza femminile nel nostro Consiglio regionale che ora
vede la presenza di sole due donne.
A questo proposito vorrei, infine, sollecitare gli assessori
donne a opporsi a questa misura che ha contribuito alla loro
presenza in Giunta. Abbiamo appurato, dopo anni di impegno, di
rivendicazioni, di discussioni che, purtroppo, il solo
riconoscimento della capacità delle donne al pari dei colleghi
maschi di esercitare ruoli istituzionali e l'impegno verbale,
seppur ricco di elogi, non sono sufficienti. Servono misure
specifiche perché la situazione in cui ci troviamo non si
avvicina neppure un po' a quella di Paesi come la Germania o la
Francia. Le speranze che il gap inizi a essere recuperato con
semplici dichiarazioni di intenti, conclude, sono davvero
minime".