IdV-Citt: scellerata la riforma della legge elettorale
(ACON) Trieste, 21 gen - COM/RC - Non sorpresi, ma
scandalizzati. Si definiscono così, i consiglieri regionali del
Gruppo IdV-Cittadini di fronte alle modifiche proposte dal PdL
alla legge regionale su forma di governo e sistema elettorale del
Friuli Venezia Giulia.
Una legge di qualità - dicono i consiglieri del gruppo di
opposizione - frutto, la scorsa legislatura, di un'intesa forte e
nel segno del rinnovamento delle istituzioni e del ricambio della
classe politica. A distanza di soli due anni, ecco il ritorno al
passato del centro-destra, con la volontà di cancellare istituti
che la gente del Friuli Venezia Giulia aveva dimostrato di
apprezzare.
Per IdV-Cittadini la maggioranza attuale è incapace di portare
avanti un serio programma che consenta alla regione di affrontare
la recessione economica, e dopo lo smantellamento sistematico del
welfare realizzato con il presidente Illy è impegnata in
questioni che interessano esclusivamente il ceto politico, la sua
sopravvivenza, la conservazione del suo potere.
Che altro dire - si legge ancora nella nota - di una proposta che
vuole cancellare il limite dei mandati dei consiglieri regionali
appena introdotto? Una norma voluta fortemente allora dai
Cittadini per il Presidente (che in realtà avevano proposto il
limite dei due mandati avversato dai DS e dalla Margherita) per
favorire l'effettivo ricambio della classe politica ed escludere
fenomeni di professionismo politico. Del pari grave la proposta
di cancellare la norma che assicura la pari opportunità di
accesso e presenza di uomini e donne in Consiglio e nella Giunta
regionale. Una scelta che, in realtà, pare nascondere l'obiettivo
di un rimpasto di Giunta per facilitare, con l'estromissione di
qualche donna scomoda, nuovi equilibri tra Forza Italia e
Alleanza Nazionale nella costruzione del PdL.
Il capolavoro della restaurazione che suona come un insulto per
la libertà del voto dei cittadini-elettori è però rappresentato,
per i consiglieri che denunciano la cosa, dalla volontà di
cancellare il voto disgiunto: la possibilità, cioè, dell'elettore
di votare un presidente diverso dalla lista di partito prescelta.
Una proposta che, a loro giudizio, mina alla radice il rapporto
diretto tra il cittadino e il presidente, mentre apre la strada
alla cancellazione dell'elezione diretta del presidente e al
ritorno ai metodi della peggior Prima Repubblica con il potere
riconsegnato alle segreterie dei partiti. Una scelta scellerata e
grave che i consiglieri di IdV-Cittadini contrasteranno in ogni
modo e verso la quale si aspettano una posizione non equivoca di
Renzo Tondo.