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IdV-Citt: scellerata la riforma della legge elettorale

21.01.2009
16:02
(ACON) Trieste, 21 gen - COM/RC - Non sorpresi, ma scandalizzati. Si definiscono così, i consiglieri regionali del Gruppo IdV-Cittadini di fronte alle modifiche proposte dal PdL alla legge regionale su forma di governo e sistema elettorale del Friuli Venezia Giulia.

Una legge di qualità - dicono i consiglieri del gruppo di opposizione - frutto, la scorsa legislatura, di un'intesa forte e nel segno del rinnovamento delle istituzioni e del ricambio della classe politica. A distanza di soli due anni, ecco il ritorno al passato del centro-destra, con la volontà di cancellare istituti che la gente del Friuli Venezia Giulia aveva dimostrato di apprezzare.

Per IdV-Cittadini la maggioranza attuale è incapace di portare avanti un serio programma che consenta alla regione di affrontare la recessione economica, e dopo lo smantellamento sistematico del welfare realizzato con il presidente Illy è impegnata in questioni che interessano esclusivamente il ceto politico, la sua sopravvivenza, la conservazione del suo potere.

Che altro dire - si legge ancora nella nota - di una proposta che vuole cancellare il limite dei mandati dei consiglieri regionali appena introdotto? Una norma voluta fortemente allora dai Cittadini per il Presidente (che in realtà avevano proposto il limite dei due mandati avversato dai DS e dalla Margherita) per favorire l'effettivo ricambio della classe politica ed escludere fenomeni di professionismo politico. Del pari grave la proposta di cancellare la norma che assicura la pari opportunità di accesso e presenza di uomini e donne in Consiglio e nella Giunta regionale. Una scelta che, in realtà, pare nascondere l'obiettivo di un rimpasto di Giunta per facilitare, con l'estromissione di qualche donna scomoda, nuovi equilibri tra Forza Italia e Alleanza Nazionale nella costruzione del PdL.

Il capolavoro della restaurazione che suona come un insulto per la libertà del voto dei cittadini-elettori è però rappresentato, per i consiglieri che denunciano la cosa, dalla volontà di cancellare il voto disgiunto: la possibilità, cioè, dell'elettore di votare un presidente diverso dalla lista di partito prescelta. Una proposta che, a loro giudizio, mina alla radice il rapporto diretto tra il cittadino e il presidente, mentre apre la strada alla cancellazione dell'elezione diretta del presidente e al ritorno ai metodi della peggior Prima Repubblica con il potere riconsegnato alle segreterie dei partiti. Una scelta scellerata e grave che i consiglieri di IdV-Cittadini contrasteranno in ogni modo e verso la quale si aspettano una posizione non equivoca di Renzo Tondo.