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PdL: Pedicini,la riforma elettorale non ferma ricambio classe politica

23.01.2009
17:34
(ACON) Trieste, 23 gen - COM/MPB -"E' opportuno aprire un confronto serio sul ricambio della classe politica e sul rinnovamento della stessa che ne dovrebbe essere la naturale conseguenza. Con questo processo nulla ha a che fare la riforma della forma di governo della Regione voluta da tutto il gruppo PdL in Consiglio regionale".

Ad affermarlo è il consigliere regionale del PdL, segretario della V Commissione (Affari istituzionali) e vicepresidente del Comitato per la legislazione il controllo e la valutazione, Antonio Pedicini che in una sua nota ribadisce come la riforma elettorale contenuta nella proposta legislativa firmata da tutto il gruppo del PdL sia in linea con quanto previsto per le assemblee parlamentari e non rappresenti un freno al rinnovamento della classe politica.

"Entrando nel merito della questione - precisa Pedicini - il freno al mancato rinnovamento della classe politica è determinato dal fatto che le istituzioni continuano e vedere protagonisti sempre gli stessi soggetti che dopo aver ricoperto incarichi da sindaco si ripropongono, ad esempio, come consiglieri regionali o presidenti di Provincia e viceversa.

"L'obiettivo è quello di ricercare la buona politica ed essere nuovi o vecchi non è garanzia di capacità e di risultato. Nel nostro sistema i partiti propongono e gli elettori scelgono; possono votare un simbolo ed esprimere la preferenza per un candidato consigliere. La riforma elettorale non farà venire meno questa scelta. La ratio della riforma è da ricercare nel fatto che, come per il Parlamento, l'Assemblea consiliare ha esclusive funzioni legislative a differenza, ad esempio, dei sindaci che hanno funzioni amministrative ed esecutive e per i quali è giustamente previsto un limite di mandati, visto che possono incidere direttamente con le proprie scelte sulla vita dei cittadini, senza passare attraverso il confronto assembleare come avviene tra consiglieri regionali.

"L'uso, a volte ossessivo e spesso per facile propaganda, dell'espressione "la casta" per definire tutto il corpo politico dei vari livelli istituzionali finisce per diventare una semplificazione verbale incapace di produrre alcun effetto. Mischia cose buone con le cattive e non contribuisce a elevare il livello dell'informazione e a far comprendere quali siano i percorsi che portano a un effettivo rinnovamento della classe politica".