PdL: Pedicini,la riforma elettorale non ferma ricambio classe politica
(ACON) Trieste, 23 gen - COM/MPB -"E' opportuno aprire un
confronto serio sul ricambio della classe politica e sul
rinnovamento della stessa che ne dovrebbe essere la naturale
conseguenza. Con questo processo nulla ha a che fare la riforma
della forma di governo della Regione voluta da tutto il gruppo
PdL in Consiglio regionale".
Ad affermarlo è il consigliere regionale del PdL, segretario
della V Commissione (Affari istituzionali) e vicepresidente del
Comitato per la legislazione il controllo e la valutazione,
Antonio Pedicini che in una sua nota ribadisce come la riforma
elettorale contenuta nella proposta legislativa firmata da tutto
il gruppo del PdL sia in linea con quanto previsto per le
assemblee parlamentari e non rappresenti un freno al rinnovamento
della classe politica.
"Entrando nel merito della questione - precisa Pedicini - il
freno al mancato rinnovamento della classe politica è determinato
dal fatto che le istituzioni continuano e vedere protagonisti
sempre gli stessi soggetti che dopo aver ricoperto incarichi da
sindaco si ripropongono, ad esempio, come consiglieri regionali o
presidenti di Provincia e viceversa.
"L'obiettivo è quello di ricercare la buona politica ed essere
nuovi o vecchi non è garanzia di capacità e di risultato. Nel
nostro sistema i partiti propongono e gli elettori scelgono;
possono votare un simbolo ed esprimere la preferenza per un
candidato consigliere. La riforma elettorale non farà venire meno
questa scelta. La ratio della riforma è da ricercare nel fatto
che, come per il Parlamento, l'Assemblea consiliare ha esclusive
funzioni legislative a differenza, ad esempio, dei sindaci che
hanno funzioni amministrative ed esecutive e per i quali è
giustamente previsto un limite di mandati, visto che possono
incidere direttamente con le proprie scelte sulla vita dei
cittadini, senza passare attraverso il confronto assembleare come
avviene tra consiglieri regionali.
"L'uso, a volte ossessivo e spesso per facile propaganda,
dell'espressione "la casta" per definire tutto il corpo politico
dei vari livelli istituzionali finisce per diventare una
semplificazione verbale incapace di produrre alcun effetto.
Mischia cose buone con le cattive e non contribuisce a elevare il
livello dell'informazione e a far comprendere quali siano i
percorsi che portano a un effettivo rinnovamento della classe
politica".