IdV-Citt: Colussi, ridurre numero dei consiglieri da 60 a 40
(ACON) Trieste, 27 gen - COM/MPB - "E' tempo di ridurre gli
apparati istituzionali e il peso della classe politica. Il Friuli
Venezia Giulia deve costituire un esempio. Il numero dei
consiglieri regionali va ridotto".
Piero Colussi, capogruppo consiliare regionale di IdV-Cittadini,
si inserisce così nel dibattito sulle modifiche della legge
elettorale presentate dal PdL. E torna sull'argomento con uno dei
cavalli di battaglia dei Cittadini per il Presidente della
passata legislatura, quando il gruppo consiliare si era impegnato
in maniera decisa per ridurre il numero dei consiglieri che
compongono l'Assemblea regionale, portando la questione
all'attenzione dell'allora presidente della Commissione Affari
istituzionali Luciano Violante, con apposito documento, in
occasione dell'avvio dell'esame della proposta di legge
costituzionale relativa allo Statuto di autonomia speciale del
Friuli Venezia Giulia.
La proposta che era stata formulata e che si vuol riproporre è di
ridurre il numero dei consiglieri regionali del Friuli Venezia
Giulia da 60 a 40.
"La proposta non è lesiva della rappresentatività del Consiglio
regionale - sottolinea in una nota Colussi, definendola
innovativa e coerente con l'esigenza sia di un contenimento della
spesa pubblica e dei costi della politica, sia di una
razionalizzazione e semplificazione istituzionale.
"Riteniamo che non sia più rinviabile un ragionamento sulla
riduzione del numero dei componenti le Assemblee elettive, dal
Parlamento in giù. In particolare, per quanto riguarda il Friuli
Venezia Giulia, appare oltremodo eccessivo il rapporto tra eletti
e popolazione (uno ogni 20mila abitanti). Altre Regioni, ad
esempio il Veneto, contano 60 consiglieri per un numero totale di
abitanti che supera i 4 milioni e ottocentomila, ovvero un
consigliere ogni 80 mila abitanti circa.
"E' perciò importante capire cosa ne pensano gli altri gruppi e
soprattutto sapere se lo Statuto votato nella precedente
legislatura è ancora valido terreno di confronto, ovvero se
qualcuno della nuova maggioranza ha in mente di riscriverne un
altro.
"Un'ipotesi, quest'ultima - conclude Colussi - da respingere
subito per non rinviare sine die l'approvazione del nuovo Statuto
da parte del Parlamento e non gettare al vento l'importante
lavoro fatto dalla Convenzione per la stesura del nuovo Statuto
speciale di autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia allora
istituita. E' cattiva consuetudine della nostra politica rinviare
al futuro ogni decisione scomoda, ma poiché da qualche parte si
deve cominciare, facciamolo dal Friuli Venezia Giulia".