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IdV-Citt: Colussi, ridurre numero dei consiglieri da 60 a 40

27.01.2009
15:53
(ACON) Trieste, 27 gen - COM/MPB - "E' tempo di ridurre gli apparati istituzionali e il peso della classe politica. Il Friuli Venezia Giulia deve costituire un esempio. Il numero dei consiglieri regionali va ridotto".

Piero Colussi, capogruppo consiliare regionale di IdV-Cittadini, si inserisce così nel dibattito sulle modifiche della legge elettorale presentate dal PdL. E torna sull'argomento con uno dei cavalli di battaglia dei Cittadini per il Presidente della passata legislatura, quando il gruppo consiliare si era impegnato in maniera decisa per ridurre il numero dei consiglieri che compongono l'Assemblea regionale, portando la questione all'attenzione dell'allora presidente della Commissione Affari istituzionali Luciano Violante, con apposito documento, in occasione dell'avvio dell'esame della proposta di legge costituzionale relativa allo Statuto di autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia.

La proposta che era stata formulata e che si vuol riproporre è di ridurre il numero dei consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia da 60 a 40.

"La proposta non è lesiva della rappresentatività del Consiglio regionale - sottolinea in una nota Colussi, definendola innovativa e coerente con l'esigenza sia di un contenimento della spesa pubblica e dei costi della politica, sia di una razionalizzazione e semplificazione istituzionale.

"Riteniamo che non sia più rinviabile un ragionamento sulla riduzione del numero dei componenti le Assemblee elettive, dal Parlamento in giù. In particolare, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, appare oltremodo eccessivo il rapporto tra eletti e popolazione (uno ogni 20mila abitanti). Altre Regioni, ad esempio il Veneto, contano 60 consiglieri per un numero totale di abitanti che supera i 4 milioni e ottocentomila, ovvero un consigliere ogni 80 mila abitanti circa.

"E' perciò importante capire cosa ne pensano gli altri gruppi e soprattutto sapere se lo Statuto votato nella precedente legislatura è ancora valido terreno di confronto, ovvero se qualcuno della nuova maggioranza ha in mente di riscriverne un altro.

"Un'ipotesi, quest'ultima - conclude Colussi - da respingere subito per non rinviare sine die l'approvazione del nuovo Statuto da parte del Parlamento e non gettare al vento l'importante lavoro fatto dalla Convenzione per la stesura del nuovo Statuto speciale di autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia allora istituita. E' cattiva consuetudine della nostra politica rinviare al futuro ogni decisione scomoda, ma poiché da qualche parte si deve cominciare, facciamolo dal Friuli Venezia Giulia".