II Comm: audizioni Friulia, Frie, Confidi su credito imprese
(ACON) Trieste, 29 gen - DT - La crisi, le politiche integrate
sul credito alle imprese, la difficoltà soprattutto delle piccole
e medie aziende. A volere un approfondimento - alla luce del
momento economico e finanziario così difficile - con Friulia,
Frie e i Confidi del Friuli Venezia Giulia è stata la II
Commissione consiliare, presieduta da Maurizio Franz, della Lega
Nord.
"Viviamo un momento deficitario, sul futuro non possiamo fare
altro se non delle ipotesi" ha annotato Augusto Antonucci,
presidente di Friulia Holding. Che però ha aggiunto anche una
nota di ottimismo: "Friulia ha predisposto un piano di sostegno
alle piccole e medie imprese della regione da 50 milioni di euro.
Il nodo è che Friulia può venire incontro soltanto a quelle
aziende che possiedono un capitale sociale, quando la realtà è,
invece, che tra loro molte sono sottocapitalizzate. E se è vero
che non c'è stato settore che non abbia ricevuto un qualche
aiuto, è anche vero che non bussano in tanti alla nostra porta.
L'importante, però, è dare al mercato, all'esterno, un messaggio
di ottimismo e fiducia. A questo servono i 50 milioni: per quelle
aziende che vogliono investire, per coloro che intendono crearsi
opportunità di business anche in questo momento difficile. Perché
non bisogna perdere tempo, né voltarsi indietro, né disperdere i
quattrini che ci sono. Oggi, un imprenditore con noi trova la
soluzione ai suoi problemi di cassa, perché la stessa presenza di
Friulia è una garanzia nei confronti degli istituti bancari.
Abbiamo dato poi, ha ricordato ancora Antonucci, 75 milioni di
euro a Mediocredito negli ultimi due mesi perché continuasse
nella sua operatività".
E sulle polemiche di questi giorni, Antonucci ha difeso Friulia
Holding e gli obiettivi: "Al passato si può tornare, basta che la
Giunta lo voglia. Ma i vantaggi della Holding sono noti a tutti,
come l'alta capitalizzazione. La Friulia di quattro anni fa non
avrebbe potuto mettere sul piatto quei 50 milioni. Comunque, non
si possono ripristinare vecchie leggi perché ce lo impedisce
l'UE. Quello che il momento richiede è una grande serenità di
intenti".
Si ritrova con gli euro contati il Frie, Fondo di rotazione per
le iniziative economiche, come ha spiegato il suo presidente
Mario Zarli. "Il Frie ha impegnato l'impegnabile dei suoi fondi:
basti dire che in 5 anni è stato erogato un miliardo e 500
milioni di euro di finanziamenti a tasso agevolato, nel 2008
invece 507 milioni quando la media si è sempre attestata sui
250-300 milioni. In portafoglio abbiamo finora domande di
contributi per 564 milioni. La media delle insolvenze, per il
2008, è stata dell' 1,50%, la metà rispetto al sistema bancario
(3,3%). Adesso, con queste cifre e visto che le risorse non sono
infinite, noi possiamo fare due cose: selezionare le imprese o i
settori di intervento, oppure ricevere una nuova provvista di
fondi. Abbiamo persino ipotizzato di impegnare le future
semestralità che rientreranno mano a mano nell'anno, oppure
stornare gli interessi, ma ciò vorrebbe dire indebitare la
Regione. Quel che è certo è che tra qualche mese non avremo più
liquidità".
A intervenire, anche i Confidi e i Congafi regionali (da
Confidimprese FVG ai Confidi di Gorizia, Friuli, Trieste e
Pordenone, e poi i Congafi di Trieste e Pordenone) oltre alla
Finreco. Il quadro d'insieme non è molto roseo, le difficoltà
stanno tutte nel forte restringimento del credito (soprattutto
verso quelle imprese considerate più a rischio), con la
conseguenza che anche le aziende più virtuose si sono ritrovare
in difficoltà. Poi c'è la sempre maggiore istanza da parte delle
banche al Confidi per garantire anche gli affidamenti già in
essere (e difatti, il ricorso alla garanzia Confidi è salito del
12,5% nel 2008), mentre calano gli investimenti, aumentano le
passività e le insolvenze, anche se gli affidamenti garantiti non
regolari restano comunque di modesta entità (sotto il 4% al 31
dicembre) ma il trend è in crescita. Allora, la soluzione
potrebbe essere questa, hanno detto i Confidi: assicurare proprio
ai Confidi le necessarie e dirette dotazioni finanziarie per
permettere l'aumento del massimale di fidi garantibili a ogni
impresa e l'aumento dell'aliquota di garanzia di rischio assunta
dal Confidi (precisamente, dal 50 al 75%).
Parlando di numeri, il Congafi di Trieste fa notare che
nell'intero 2008, in tutto il Friuli Venezia Giulia, sono state
avanzate 467 richieste di ammortizzatori sociali, mentre solo a
gennaio a Pordenone ne hanno fatto richiesta 195 lavoratori e a
Udine 580. Siamo, cioè, a quota 780 richieste. "Con la Regione,
ha sottolineato Dario Bruni, presidente Congafi artigiani di
Trieste, che ha tagliato le risorse. Tra una manciata di giorni,
noi non avremo più fondi".
Altre richieste: un dialogo più stretto tra la Regione
(attraverso Friulia), gli istituti di credito e le imprese, una
maggiore velocità di accesso al credito (il che significa
sburocratizzare), un'attenzione particolare alle aree di confine
e anche alle piccole e medie cooperative, come ha evidenziato
Livio Marchetti per Finreco.
(immagini tv)