News


III Comm: proposte di legge riduzione liste di attesa (1)

18.02.2009
13:23
(ACON) Trieste, 18 feb - RC - Abbattimento delle liste di attesa per prestazioni sanitarie, come proposto rispettivamente da Roberto Asquini (Misto) e Massimo Blasoni (PdL), all'attenzione della III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC).

Lo strumento adeguato per agire in modo snello è la delibera, e non una legge - così Sergio Lupieri (PD) aprendo il dibattito. I due provvedimenti non contengono le risposte al problema, già contenuto in una delibera del 2007 della passata Giunta. Specie i contenuti del testo di Blasoni sono già tutti affrontati in tale delibera o nel contratto dei direttori generali delle ASS o nell'accordo dei medici e dei professionisti che intervengono nel governo delle liste d'attesa. Abbiamo previsto degli emendamenti, ma anche stando a quanto emerso dalle audizioni cominciando dal respingere l'allungamento dei giorni di funzionamento della radiologia quale soluzione, si rileva come in realtà i due testi non siano emendabili. Attendiamo il Piano regionale sul contenimento dei tempi di attesa - ha quindi suggerito Lupieri - e solo dopo la Commissione agisca.

Anche Paolo Ciani (PdL) ritiene che una legge potrebbe apparire eccessiva per ottenere il risultato preposto, ma serve a rafforzare il desiderio di rimediare al sistema liste d'attesa che oggi il cittadino chiede che sia migliorato. Ciò che il centro-destra vuole è che il cittadino/paziente che ha bisogno di una prestazione medica possa usufruire di una rete che limiti i suoi viaggi per essere inserito nelle liste e, al contempo, coinvolga tutti i medici di medicina generale, gli ospedalieri e le farmacie. Oggi il territorio, quanto ad efficienza, si presenta a macchia di leopardo.

Anche Annamaria Menosso (PD) ha parlato degli interventi attuati dalla passata maggioranza per abbattere i tempi di attesa, inclusi quelli a livello nazionale, e ha fatto presenti le audizioni dalle quali è emerso che i limiti massimi previsti sono rispettati, che si tratta di un problema fisiologico dei sistemi sanitari che offrono prestazioni di livello, la soluzione non può essere immediata. Anche per lei, non si può agire attraverso una legge. La necessità sentita dall'assessore regionale alla Salute di inserire nel Libro Verde - fondamenta del Piano sanitario 2010-2013 - un capitolo specifico per risolvere il problema delle liste d'attesa già dice tutto. Invece si deve puntare alla medicina preventiva.

Una domanda aumenta sempre quando cresce l'offerta, così Franco Codega (PD), perché ciò significa che il servizio è avanzato ed efficiente. Il problema delle liste esiste e i cittadini lo percepiscono, ma va ridimensionato. Le soluzioni proposte sono inutili (le prestazioni intramurarie, ad esempio) pare siano già marginali e il loro calo non inciderebbe sui tempi di attesa. Si tratta, invece, di problemi di carattere organizzativo che nessuna legge può risolvere. I principi sono sacrosanti, ma se poi non si interviene amministrativamente non serve a niente. Anche Codega ha poi difeso la delibera del 2007, un testo recente - ha detto - che forse non ha avuto ancora il tempo per essere attuata completamente.

Non è per legge che le liste diminuiranno anche per Stefano Pustetto (SA). Non si stanno analizzano le vere problematiche. L'offerta non va aumentata, ma gestita. L'unica soluzione è l'appropriatezza dell'indicazione. La gente spesso pretende certi esami, e anche questo è un aspetto che va affrontato e risolto, così come la fuga dei medici dal pubblico al privato. Bisogna lavorare sull'area vasta rispetto alle liste d'attesa e anche alle criticità, due aspetti variabili che dunque non possono essere governate con una legge per la loro stessa caratteristica.

Piero Colussi (IdV-Citt) trova la scelta di affidarsi ad una legge un atto squisitamente politico. Ferma restando la priorità dell'intervento e la validità del servizio pubblico - siamo tra i servizi regionali più qualificati e con minor presenza di privato - bisogna dare al Servizio sanitario regionale strumenti per migliorare la qualità. Se la maggioranza insiste con una legge invece che con una delibera, significa che non si fida della Giunta e che sfiducia l'assessore. Vediamo se la maggioranza è in grado di passare dalle parole a fatti - ha detto Colussi che aveva sollevato anche il problema di un raccordo efficace con i medici di base.

Avete una visione distorta dell'attività legislativa - è stato l'attacco di Blasoni. La legificazione è opportuna, ma è deleterio rinviare sempre a un regolamento. Il ruolo di un consigliere è anche di stimolo e di controllo, perciò ogni 3 o 6 mesi si vada a vedere l'esito della legge, legge che ci obbligherà a non poter dire che non vedevo, non sapevo. Le liste non si contraggono non solo perchè il problema è fisiologico, ma perché non sono un problema prioritario per i direttori generali delle ASS, che invece è giusto si vedano togliere la premialità se non raggiungono l'obiettivo. Così i cittadini che non si presentano, anche se sono solo il 10% ed esclusi i casi di reale impossibilità, devono pagare. Chiediamo che per ogni area vasta ci sia almeno un punto che garantisca tempi brevi, e diciamo, sì, l'uso dei macchinari per più ore ma solo quando si registra l'emergenza. Saranno poi i direttori generali a decidere, questo sì che sarà deliberato dalla Giunta.

Paolo Menis (PD) ritiene che il problema sia il consumismo sanitario, che deve essere arginato. Si devono eliminare sprechi e disservizi, preoccupandosi della popolazione che invecchia e delle famiglie che già hanno aumenti della spesa. Ci vuole continuo contatto con i medici e lavorare per l'appropriatezza delle prescrizioni; le liste d'attesa sono solo uno dei problemi. La legge è ordinatoria e dunque deresponsabilizzante: il coinvolgimento degli attori non si ha con l'obbligo al fare, ma con la condivisione del progetto. Introdurre agli operatori e ai medici un obbligo per legge non è condivisibile. Menis ha poi chiesto se tra Blasoni e Kosic c'è sintonia o il consigliere ha preso il posto dell'assessore. I costi, a suo dire, aumenteranno.

Per Roberto Asquini è stato paradossale sentire, in audizione o dai consiglieri, che le liste d'attesa non esistono, non sono affrontabili, non si possono risolvere per legge. La proposta del PdL, invece, è condivisibile in molte parti e in altre va rimodulata. Il problema dell'attesa certo non esiste per tutte le richieste di prestazione, ma si deve intervenire là dove si colloca e farlo in modo drastico; quando il pubblico non ce la fa, quando c'è un picco di richieste, è giusto che il cittadino si rivolga eccezionalmente ad una struttura privata accreditata. Una clausola valutativa permanente nella legge permetterà ai politici il controllo della situazione e la verifica delle soluzioni.

I lavori riprenderanno alle 14.30.

(segue)

(immagini tv)