III Comm: proposte di legge riduzione liste di attesa (1)
(ACON) Trieste, 18 feb - RC - Abbattimento delle liste di
attesa per prestazioni sanitarie, come proposto rispettivamente
da Roberto Asquini (Misto) e Massimo Blasoni (PdL),
all'attenzione della III Commissione consiliare presieduta da
Giorgio Venier Romano (UDC).
Lo strumento adeguato per agire in modo snello è la delibera, e
non una legge - così Sergio Lupieri (PD) aprendo il dibattito. I
due provvedimenti non contengono le risposte al problema, già
contenuto in una delibera del 2007 della passata Giunta. Specie i
contenuti del testo di Blasoni sono già tutti affrontati in tale
delibera o nel contratto dei direttori generali delle ASS o
nell'accordo dei medici e dei professionisti che intervengono nel
governo delle liste d'attesa. Abbiamo previsto degli emendamenti,
ma anche stando a quanto emerso dalle audizioni cominciando dal
respingere l'allungamento dei giorni di funzionamento della
radiologia quale soluzione, si rileva come in realtà i due testi
non siano emendabili. Attendiamo il Piano regionale sul
contenimento dei tempi di attesa - ha quindi suggerito Lupieri -
e solo dopo la Commissione agisca.
Anche Paolo Ciani (PdL) ritiene che una legge potrebbe apparire
eccessiva per ottenere il risultato preposto, ma serve a
rafforzare il desiderio di rimediare al sistema liste d'attesa
che oggi il cittadino chiede che sia migliorato. Ciò che il
centro-destra vuole è che il cittadino/paziente che ha bisogno di
una prestazione medica possa usufruire di una rete che limiti i
suoi viaggi per essere inserito nelle liste e, al contempo,
coinvolga tutti i medici di medicina generale, gli ospedalieri e
le farmacie. Oggi il territorio, quanto ad efficienza, si
presenta a macchia di leopardo.
Anche Annamaria Menosso (PD) ha parlato degli interventi attuati
dalla passata maggioranza per abbattere i tempi di attesa,
inclusi quelli a livello nazionale, e ha fatto presenti le
audizioni dalle quali è emerso che i limiti massimi previsti sono
rispettati, che si tratta di un problema fisiologico dei sistemi
sanitari che offrono prestazioni di livello, la soluzione non può
essere immediata. Anche per lei, non si può agire attraverso una
legge. La necessità sentita dall'assessore regionale alla Salute
di inserire nel Libro Verde - fondamenta del Piano sanitario
2010-2013 - un capitolo specifico per risolvere il problema delle
liste d'attesa già dice tutto. Invece si deve puntare alla
medicina preventiva.
Una domanda aumenta sempre quando cresce l'offerta, così Franco
Codega (PD), perché ciò significa che il servizio è avanzato ed
efficiente. Il problema delle liste esiste e i cittadini lo
percepiscono, ma va ridimensionato. Le soluzioni proposte sono
inutili (le prestazioni intramurarie, ad esempio) pare siano già
marginali e il loro calo non inciderebbe sui tempi di attesa. Si
tratta, invece, di problemi di carattere organizzativo che
nessuna legge può risolvere. I principi sono sacrosanti, ma se
poi non si interviene amministrativamente non serve a niente.
Anche Codega ha poi difeso la delibera del 2007, un testo recente
- ha detto - che forse non ha avuto ancora il tempo per essere
attuata completamente.
Non è per legge che le liste diminuiranno anche per Stefano
Pustetto (SA). Non si stanno analizzano le vere problematiche.
L'offerta non va aumentata, ma gestita. L'unica soluzione è
l'appropriatezza dell'indicazione. La gente spesso pretende certi
esami, e anche questo è un aspetto che va affrontato e risolto,
così come la fuga dei medici dal pubblico al privato. Bisogna
lavorare sull'area vasta rispetto alle liste d'attesa e anche
alle criticità, due aspetti variabili che dunque non possono
essere governate con una legge per la loro stessa caratteristica.
Piero Colussi (IdV-Citt) trova la scelta di affidarsi ad una
legge un atto squisitamente politico. Ferma restando la priorità
dell'intervento e la validità del servizio pubblico - siamo tra i
servizi regionali più qualificati e con minor presenza di privato
- bisogna dare al Servizio sanitario regionale strumenti per
migliorare la qualità. Se la maggioranza insiste con una legge
invece che con una delibera, significa che non si fida della
Giunta e che sfiducia l'assessore. Vediamo se la maggioranza è in
grado di passare dalle parole a fatti - ha detto Colussi che
aveva sollevato anche il problema di un raccordo efficace con i
medici di base.
Avete una visione distorta dell'attività legislativa - è stato
l'attacco di Blasoni. La legificazione è opportuna, ma è
deleterio rinviare sempre a un regolamento. Il ruolo di un
consigliere è anche di stimolo e di controllo, perciò ogni 3 o 6
mesi si vada a vedere l'esito della legge, legge che ci
obbligherà a non poter dire che non vedevo, non sapevo. Le liste
non si contraggono non solo perchè il problema è fisiologico, ma
perché non sono un problema prioritario per i direttori generali
delle ASS, che invece è giusto si vedano togliere la premialità
se non raggiungono l'obiettivo. Così i cittadini che non si
presentano, anche se sono solo il 10% ed esclusi i casi di reale
impossibilità, devono pagare. Chiediamo che per ogni area vasta
ci sia almeno un punto che garantisca tempi brevi, e diciamo, sì,
l'uso dei macchinari per più ore ma solo quando si registra
l'emergenza. Saranno poi i direttori generali a decidere, questo
sì che sarà deliberato dalla Giunta.
Paolo Menis (PD) ritiene che il problema sia il consumismo
sanitario, che deve essere arginato. Si devono eliminare sprechi
e disservizi, preoccupandosi della popolazione che invecchia e
delle famiglie che già hanno aumenti della spesa. Ci vuole
continuo contatto con i medici e lavorare per l'appropriatezza
delle prescrizioni; le liste d'attesa sono solo uno dei problemi.
La legge è ordinatoria e dunque deresponsabilizzante: il
coinvolgimento degli attori non si ha con l'obbligo al fare, ma
con la condivisione del progetto. Introdurre agli operatori e ai
medici un obbligo per legge non è condivisibile. Menis ha poi
chiesto se tra Blasoni e Kosic c'è sintonia o il consigliere ha
preso il posto dell'assessore. I costi, a suo dire, aumenteranno.
Per Roberto Asquini è stato paradossale sentire, in audizione o
dai consiglieri, che le liste d'attesa non esistono, non sono
affrontabili, non si possono risolvere per legge. La proposta del
PdL, invece, è condivisibile in molte parti e in altre va
rimodulata. Il problema dell'attesa certo non esiste per tutte le
richieste di prestazione, ma si deve intervenire là dove si
colloca e farlo in modo drastico; quando il pubblico non ce la
fa, quando c'è un picco di richieste, è giusto che il cittadino
si rivolga eccezionalmente ad una struttura privata accreditata.
Una clausola valutativa permanente nella legge permetterà ai
politici il controllo della situazione e la verifica delle
soluzioni.
I lavori riprenderanno alle 14.30.
(segue)
(immagini tv)