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SA: Pustetto, le norme per liste d'attesa saranno inefficaci

24.02.2009
12:44
(ACON) Trieste, 24 feb - COM/ET - "Il centro destra ha portato in Commissione una proposta di legge che dovrebbe risolvere il problema delle liste di attesa, ma in realtà è solo un provvedimento di facciata che non risolve nulla e rischia di innescare un meccanismo di spesa incontrollabile".

Stefano Pustetto (SA) commenta le proposte di legge dei consiglieri Blasoni (PdL) e Asquini (Misto) al vaglio della III Commissione consiliare.

"In verità il provvedimento di cui è primo firmatario Blasoni è la brutta copia di quanto stabilito, in modo molto più puntuale e articolato, nella delibera 288 della Giunta Illy del 2007. La proposta di legge di Asquini ha come unico intento la privatizzazione della diagnostica", puntualizza Pustetto.

Il consigliere ricorda che l'opposizione ha abbandonato i lavori della Commissione per l'assenza dell'assessore Kosic e di un rappresentante dell'Agenzia regionale alla sanità. "A norma di regolamento la loro presenza non era obbligatoria ma, considerando che la legge che si andava discutendo poneva seri problemi in termini di interpretazione e di futura operatività, ci sembrava utile, praticamente indispensabile la presenza dell'assessore".

Le liste di attesa sono un problema generalizzato a livello europeo e Pustetto sintetizza i motivi per cui le proposte non dovrebbero sortire gli effetti desiderati: mancano i dati per stabilire dove la delibera del 2007 abbia fallito; le liste di attesa non sono prevedibili e quindi bisogna disporre di strumenti correttivi agili, come appunto una delibera; l'incremento dell'offerta risolve solo per un breve periodo il problema, mentre solo prescrizioni appropriate possono dare corretta gestione delle liste di attesa, ma in regione non vi sono strumenti che valutino questo parametro.

Inoltre, la proposta di utilizzare le apparecchiature diagnostiche 6 giorni su 7, 12 o più ore al giorno, senza nuove assunzioni non sarebbe realizzabile, visto il sovraccarico dell'attuale personale. La libera professione, poi, in regione incide solo per l'uno, due per cento del totale delle prestazioni e una sua ulteriore riduzione, come proposto nella proposta di legge, non potrebbe migliorare la situazione.

Parlando di figure professionali e sanzioni per i direttori, Pustetto si chiede perché non ci siano incentivi per gli operatori che restano nel pubblico - vista la scarsità - e evidenzia come già nel contratto attuale sia previsto che ogni anno i manager concordino con l'assessore gli obiettivi e che il bonus sia legato al raggiungimento degli stessi. Molte perplessità anche sul costo della macchina organizzativa che dovrà controllare le disdette obbligatorie delle visite.

Preoccupante anche la previsione per la quale ogni cittadino, non ottenendo un appuntamento presso le strutture pubbliche in tempi congrui, possa rivolgersi al privato ed essere rimborsato dalla Regione. Si rischia di aprire una voragine nel bilancio regionale, così ancora Pustetto, che valuta invece positivamente la proposta di un centro regionale unico di prenotazione, di un'unica anagrafe regionale e dell'omogeneizzazione della denominazione delle prestazioni nelle varie aziende.

"Spiace vedere come la produzione legislativa venga piegata a mero strumento di propaganda, conclude. In tal modo si rafforzerà nei più la convinzione che la classe politica abbia solo l'interesse ad apparire e non a risolvere i reali problemi della gente".