SA: Pustetto, le norme per liste d'attesa saranno inefficaci
(ACON) Trieste, 24 feb - COM/ET - "Il centro destra ha portato
in Commissione una proposta di legge che dovrebbe risolvere il
problema delle liste di attesa, ma in realtà è solo un
provvedimento di facciata che non risolve nulla e rischia di
innescare un meccanismo di spesa incontrollabile".
Stefano Pustetto (SA) commenta le proposte di legge dei
consiglieri Blasoni (PdL) e Asquini (Misto) al vaglio della III
Commissione consiliare.
"In verità il provvedimento di cui è primo firmatario Blasoni è
la brutta copia di quanto stabilito, in modo molto più puntuale e
articolato, nella delibera 288 della Giunta Illy del 2007. La
proposta di legge di Asquini ha come unico intento la
privatizzazione della diagnostica", puntualizza Pustetto.
Il consigliere ricorda che l'opposizione ha abbandonato i lavori
della Commissione per l'assenza dell'assessore Kosic e di un
rappresentante dell'Agenzia regionale alla sanità.
"A norma di regolamento la loro presenza non era obbligatoria ma,
considerando che la legge che si andava discutendo poneva seri
problemi in termini di interpretazione e di futura operatività,
ci sembrava utile, praticamente indispensabile la presenza
dell'assessore".
Le liste di attesa sono un problema generalizzato a livello
europeo e Pustetto sintetizza i motivi per cui le proposte non
dovrebbero sortire gli effetti desiderati: mancano i dati per
stabilire dove la delibera del 2007 abbia fallito; le liste di
attesa non sono prevedibili e quindi bisogna disporre di
strumenti correttivi agili, come appunto una delibera;
l'incremento dell'offerta risolve solo per un breve periodo il
problema, mentre solo prescrizioni appropriate possono dare
corretta gestione delle liste di attesa, ma in regione non vi
sono strumenti che valutino questo parametro.
Inoltre, la proposta di utilizzare le apparecchiature
diagnostiche 6 giorni su 7, 12 o più ore al giorno, senza nuove
assunzioni non sarebbe realizzabile, visto il sovraccarico
dell'attuale personale. La libera professione, poi, in regione
incide solo per l'uno, due per cento del totale delle prestazioni
e una sua ulteriore riduzione, come proposto nella proposta di
legge, non potrebbe migliorare la situazione.
Parlando di figure professionali e sanzioni per i direttori,
Pustetto si chiede perché non ci siano incentivi per gli
operatori che restano nel pubblico - vista la scarsità - e
evidenzia come già nel contratto attuale sia previsto che ogni
anno i manager concordino con l'assessore gli obiettivi e che il
bonus sia legato al raggiungimento degli stessi. Molte
perplessità anche sul costo della macchina organizzativa che
dovrà controllare le disdette obbligatorie delle visite.
Preoccupante anche la previsione per la quale ogni cittadino, non
ottenendo un appuntamento presso le strutture pubbliche in tempi
congrui, possa rivolgersi al privato ed essere rimborsato dalla
Regione. Si rischia di aprire una voragine nel bilancio
regionale, così ancora Pustetto, che valuta invece positivamente
la proposta di un centro regionale unico di prenotazione, di
un'unica anagrafe regionale e dell'omogeneizzazione della
denominazione delle prestazioni nelle varie aziende.
"Spiace vedere come la produzione legislativa venga piegata a
mero strumento di propaganda, conclude. In tal modo si rafforzerà
nei più la convinzione che la classe politica abbia solo
l'interesse ad apparire e non a risolvere i reali problemi della
gente".