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VI Comm: audizioni su pdl valorizzazione rete ferroviaria

24.02.2009
14:46
(ACON) Trieste, 24 feb - DT - In Carinzia 80 mila persone utilizzano treno e bicicletta per un indotto di 2 milioni e mezzo di euro; 10 mila, invece, i cicloturisti che percorrono, solo ad agosto, la Lienz-Dobbiaco. Una bella spinta all'economia, specie in questo periodo di crisi. Ed è quello che potrebbe succedere anche in Friuli Venezia Giulia, sostengono tecnici e associazioni sentite dalla VI Commissione consiliare, presieduta da Piero Camber (PdL), in vista dell'esame della proposta di legge presentata da Giorgio Baiutti (PD) sulla valorizzazione della rete ferroviaria regionale a scopo turistico-culturale che prevede, tra l'altro, la riconversione delle linee dismesse in piste ciclabili.

Ferstoria e il Museo ferroviario di Trieste (oltre un migliaio di cimeli, dieci locomotive a vapore, una dozzina di carri e veicoli storici), la Biblioteca civica "Joppi" di Udine, il Centro studi turistici "Valussi" di Gorizia, l'Archivio storico ferroviario di Casarsa (al centro dell'anello su rotaia della Destra Tagliamento), l'Associazione ferrovia turistico museale Carnia-Tolmezzo (l'unica in montagna), la Società ferrovie Udine-Cividale, il Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo, l'Agenzia "Club" di Santa Lucia di Tolmino (in Slovenia), ma anche la stessa Trenitalia ne sono convinte: questa legge è un'opportunità straordinaria, in Carinzia i treni storici e a vapore fanno sistema con tutto il territorio, creando una diversa fonte di introiti. Se poi il Friuli Venezia Giulia vuole riaffermare le sue potenzialità e la sua posizione geografica baricentrica, lo può fare anche attraverso i suoi binari.

Servono, ovviamente, alcuni paletti: bisogna innanzitutto salvare subito le infrastrutture esistenti; l'aspetto economico va condiviso, dopo un'attenta programmazione, con tutti i soggetti interessati; va stilato un calendario annuale valido per l'intero Friuli Venezia Giulia; vanno organizzate e potenziate le iniziative in collaborazione con Austria e Slovenia; bisogna rimuovere le tante difficoltà burocratiche per i treni speciali che attraversano i confini, abbattendone i costi; bisogna investire per promuovere e pubblicizzare pacchetti turistici; rivolgersi, eventualmente, all'UE per attingere ai progetti transfrontalieri.

Un provvedimento, come hanno sottolineato in tanti, che riconosce e dà visibilità alla cultura, che non è solo arte, ma è anche tecnica e archeologia industriale. La rete ferroviaria potrebbe essere fruita non solo da un pubblico regionale, di altre regioni, di Stati confinanti, ma anche da mercati inaspettati, ad esempio quello inglese legatissimo a tutto quanto ha a che fare con il treno.

D'altra parte, i numeri illustrati alla Commissione dal Centro "Valussi" e dall'Agenzia "Club", che organizza il treno storico da Gorizia a Bled sui binari della Transalpina, parlano chiaro: dal 2001 su quelle carrozze sono saliti in ventimila, che poi si sono serviti di hotel, ristoranti, pubblici esercizi.

Andrea Di Giovanni, direttore generale di Turismo FVG, ha definito il progetto interessante e importante, che va nella direzione di quella integrazione tra diverse forme di turismo cui la Regione punta. Lo strumento dove poter pubblicizzare possibili pacchetti turistici ferroviari c'è già, il sito della Turismo FVG, che solo a dicembre è stato visitato da 150 mila persone.

Più tiepida sul provvedimento Rete ferroviaria italiana. Ben venga la legge, si è sostenuto, ma deve essere inquadrata nel sistema dei trasporti regionali per ottimizzare flussi e risorse.

(immagini tv)