VI Comm: audizioni su pdl valorizzazione rete ferroviaria
(ACON) Trieste, 24 feb - DT - In Carinzia 80 mila persone
utilizzano treno e bicicletta per un indotto di 2 milioni e mezzo
di euro; 10 mila, invece, i cicloturisti che percorrono, solo ad
agosto, la Lienz-Dobbiaco. Una bella spinta all'economia, specie
in questo periodo di crisi. Ed è quello che potrebbe succedere
anche in Friuli Venezia Giulia, sostengono tecnici e associazioni
sentite dalla VI Commissione consiliare, presieduta da Piero
Camber (PdL), in vista dell'esame della proposta di legge
presentata da Giorgio Baiutti (PD) sulla valorizzazione della
rete ferroviaria regionale a scopo turistico-culturale che
prevede, tra l'altro, la riconversione delle linee dismesse in
piste ciclabili.
Ferstoria e il Museo ferroviario di Trieste (oltre un migliaio di
cimeli, dieci locomotive a vapore, una dozzina di carri e veicoli
storici), la Biblioteca civica "Joppi" di Udine, il Centro studi
turistici "Valussi" di Gorizia, l'Archivio storico ferroviario di
Casarsa (al centro dell'anello su rotaia della Destra
Tagliamento), l'Associazione ferrovia turistico museale
Carnia-Tolmezzo (l'unica in montagna), la Società ferrovie
Udine-Cividale, il Consorzio per lo sviluppo industriale di
Tolmezzo, l'Agenzia "Club" di Santa Lucia di Tolmino (in
Slovenia), ma anche la stessa Trenitalia ne sono convinte: questa
legge è un'opportunità straordinaria, in Carinzia i treni storici
e a vapore fanno sistema con tutto il territorio, creando una
diversa fonte di introiti. Se poi il Friuli Venezia Giulia vuole
riaffermare le sue potenzialità e la sua posizione geografica
baricentrica, lo può fare anche attraverso i suoi binari.
Servono, ovviamente, alcuni paletti: bisogna innanzitutto salvare
subito le infrastrutture esistenti; l'aspetto economico va
condiviso, dopo un'attenta programmazione, con tutti i soggetti
interessati; va stilato un calendario annuale valido per l'intero
Friuli Venezia Giulia; vanno organizzate e potenziate le
iniziative in collaborazione con Austria e Slovenia; bisogna
rimuovere le tante difficoltà burocratiche per i treni speciali
che attraversano i confini, abbattendone i costi; bisogna
investire per promuovere e pubblicizzare pacchetti turistici;
rivolgersi, eventualmente, all'UE per attingere ai progetti
transfrontalieri.
Un provvedimento, come hanno sottolineato in tanti, che riconosce
e dà visibilità alla cultura, che non è solo arte, ma è anche
tecnica e archeologia industriale. La rete ferroviaria potrebbe
essere fruita non solo da un pubblico regionale, di altre
regioni, di Stati confinanti, ma anche da mercati inaspettati, ad
esempio quello inglese legatissimo a tutto quanto ha a che fare
con il treno.
D'altra parte, i numeri illustrati alla Commissione dal Centro
"Valussi" e dall'Agenzia "Club", che organizza il treno storico
da Gorizia a Bled sui binari della Transalpina, parlano chiaro:
dal 2001 su quelle carrozze sono saliti in ventimila, che poi si
sono serviti di hotel, ristoranti, pubblici esercizi.
Andrea Di Giovanni, direttore generale di Turismo FVG, ha
definito il progetto interessante e importante, che va nella
direzione di quella integrazione tra diverse forme di turismo cui
la Regione punta. Lo strumento dove poter pubblicizzare possibili
pacchetti turistici ferroviari c'è già, il sito della Turismo
FVG, che solo a dicembre è stato visitato da 150 mila persone.
Più tiepida sul provvedimento Rete ferroviaria italiana. Ben
venga la legge, si è sostenuto, ma deve essere inquadrata nel
sistema dei trasporti regionali per ottimizzare flussi e risorse.
(immagini tv)