Pens: Ferone, solidarietà nazionale per battere la crisi
(ACON) Trieste, 27 feb - COM/AB - I Comuni della nostra
regione, come nel resto d'Italia, non ce la fanno più a far
fronte alle pressanti richieste ai servizi sociali e, se sino a
ieri a chiedere aiuto erano cittadini stranieri, ora la crisi ha
fatto impennare anche le richieste provenienti dai cittadini
italiani.
Lo mette in evidenza il consigliere regionale del Partito
Pensionati Luigi Ferone che aggiunge.
Giovani senza lavoro, persone di mezza età che si sono ritrovate
improvvisamente nelle condizioni di non essere né pensionati né
lavoratori, famiglie monoreddito, pensionati alla fame, famiglie
con bambini che non riescono più neppure a pagare l'affitto,
l'impennata di licenziamenti, la disperazione di tantissimi
italiani che non sanno più come sbarcare il lunario, dovrebbe
preoccupare fortemente il Governo Berlusconi.
Mentre si pensa di spendere 400 milioni per il referendum
elettorale - ha proseguito Ferone - non si stanziano adeguate
risorse per far fronte a questa emergenza sociale che, in
effetti, è una emergenza di civiltà. Il Friuli Venezia Giulia sta
cercando di effettuare le azioni possibili per rafforzare gli
interventi sul sociale, ma certamente non può sopperire alla
scarsissima efficacia dei pochi provvedimenti governativi a
sostegno delle famiglie e delle fasce deboli.
È un problema di civiltà - a giudizio di Ferone - garantire a
tutti l'indispensabile, il Governo non può far finta che tutto
vada bene, mentre la situazione si sta facendo drammatica,
occorre prendere atto che siamo in un momento di emergenza
nazionale e che a nulla serve lanciare messaggi di ottimismo
quando milioni di italiani non riescono più neppure a far fronte
alle esigenze più elementari della vita.
Si privilegi dunque la politica delle famiglie e non del grande
capitale, si privilegi il sostegno alla piccola e media industria
e non a chi delocalizza, si sostenga il reddito delle famiglie
con una opportuna detassazione e servizi mirati - ha rimarcato
Ferone - si aumentino le pensioni che oramai sono da terzo mondo,
si pongano in essere, in sintesi, le condizioni per rilanciare i
consumi attraverso il sostegno delle fasce deboli, di coloro che
sono privi di ammortizzatori sociali, si incrementino le risorse
dei Comuni da parte dello Stato e anche la nostra Regione faccia
ancora di più, e si pensi seriamente a tagliare enti costosi e
inutili come le Province e le Comunità montane.
Il Paese ha bisogno di un forte scossone di carattere sociale -
ha concluso Ferone - ed è proprio in questi momenti che deve
scattare la solidarietà nazionale: non si tolga sempre ai poveri
per dare ai ricchi, ma una volta tanto chi più può, più
contribuisca allo sforzo economico per risollevare le sorti del
Paese.