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Pens: Ferone, solidarietà nazionale per battere la crisi

27.02.2009
09:52
(ACON) Trieste, 27 feb - COM/AB - I Comuni della nostra regione, come nel resto d'Italia, non ce la fanno più a far fronte alle pressanti richieste ai servizi sociali e, se sino a ieri a chiedere aiuto erano cittadini stranieri, ora la crisi ha fatto impennare anche le richieste provenienti dai cittadini italiani.

Lo mette in evidenza il consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone che aggiunge.

Giovani senza lavoro, persone di mezza età che si sono ritrovate improvvisamente nelle condizioni di non essere né pensionati né lavoratori, famiglie monoreddito, pensionati alla fame, famiglie con bambini che non riescono più neppure a pagare l'affitto, l'impennata di licenziamenti, la disperazione di tantissimi italiani che non sanno più come sbarcare il lunario, dovrebbe preoccupare fortemente il Governo Berlusconi.

Mentre si pensa di spendere 400 milioni per il referendum elettorale - ha proseguito Ferone - non si stanziano adeguate risorse per far fronte a questa emergenza sociale che, in effetti, è una emergenza di civiltà. Il Friuli Venezia Giulia sta cercando di effettuare le azioni possibili per rafforzare gli interventi sul sociale, ma certamente non può sopperire alla scarsissima efficacia dei pochi provvedimenti governativi a sostegno delle famiglie e delle fasce deboli.

È un problema di civiltà - a giudizio di Ferone - garantire a tutti l'indispensabile, il Governo non può far finta che tutto vada bene, mentre la situazione si sta facendo drammatica, occorre prendere atto che siamo in un momento di emergenza nazionale e che a nulla serve lanciare messaggi di ottimismo quando milioni di italiani non riescono più neppure a far fronte alle esigenze più elementari della vita.

Si privilegi dunque la politica delle famiglie e non del grande capitale, si privilegi il sostegno alla piccola e media industria e non a chi delocalizza, si sostenga il reddito delle famiglie con una opportuna detassazione e servizi mirati - ha rimarcato Ferone - si aumentino le pensioni che oramai sono da terzo mondo, si pongano in essere, in sintesi, le condizioni per rilanciare i consumi attraverso il sostegno delle fasce deboli, di coloro che sono privi di ammortizzatori sociali, si incrementino le risorse dei Comuni da parte dello Stato e anche la nostra Regione faccia ancora di più, e si pensi seriamente a tagliare enti costosi e inutili come le Province e le Comunità montane. Il Paese ha bisogno di un forte scossone di carattere sociale - ha concluso Ferone - ed è proprio in questi momenti che deve scattare la solidarietà nazionale: non si tolga sempre ai poveri per dare ai ricchi, ma una volta tanto chi più può, più contribuisca allo sforzo economico per risollevare le sorti del Paese.