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CR: respinta mozione testamento biologico (8)

04.03.2009
16:31
(ACON) Trieste, 04 mar - ET - L'Aula ha respinto la mozione sul testamento biologico con 22 voti contrari, 19 a favore e 3 astensioni. L'espressione di voto è stata segreta, su richiesta del consigliere di SA Stefano Pustetto.

Accolti i due ordini del giorno presentati. Il primo, passato con 20 astensioni, 13 sì e 5 no e a firma del gruppo del PD, auspica che il Parlamento intervenga al più presto con un provvedimento efficace, chiaro e applicabile, rispettoso dei principi costituzionali.

L'ordine del giorno dei capigruppo Galasso (PdL), Narduzzi (LN) e Sasco (UDC), oltre che di Roberto Asquini (Misto) e Luigi Ferone (Pens), ha ottenuto 21 sì, 9 no e 14 astensioni. L'auspicio espresso è quello di ottenere una legge rispettosa degli orientamenti culturali e religiosi, tendenti a escludere l'eutanasia e impegna la Giunta ad attuare l'assistenza a favore delle persone in stato vegetativo, l'attivazione dell'inserimento domiciliare e il sostegno alle famiglia.

Prima della votazione è intervenuto il consigliere Roberto Asquini (Misto). I genitori non sono proprietari di un figlio, né viceversa e nelle situazioni d'incertezza, nelle zone grigie si decide in basa alla coscienza e alla morale. Asquini trova inaccettabile l'interruzione delle cure perché non vi è certezza scientifica di quanto accade alla persona. Il consigliere si è detto contrario alla mozione e favorevole all'ordine del giorno da lui sottoscritto.

Luigi Ferone (Pens) ha espresso solidarietà alle famiglie che seguono i figli gravemente disabili. È ingiusto e incivile stabilire chi vive o muore, ha detto l'esponente del Partito Pensionati, non c'è la pena di morte nemmeno per i criminali. Le sentenze vanno rispettate, ma possono non essere condivise. La vita è un bene indisponibile, ci vuole una legge per la vita.

Federico Razzini (LN) si è detto contrario alla mozione perché inappropriata, lesiva del diritto alla vita e offensiva dell'intelligenza, perchè genera una contrapposizione artificiale tra un presunto mondo progressista e un altro accusato di essere bigotto. Ma essere d'accordo con la Chiesa non vuol dire sottostare alla sua autorità. Può lo Stato sostituirsi al singolo nella decisione sulla vita, specie se l'espressione di volontà è incerta? Secondo Razzini, no.

(segue)