CR: pdl liste d'attesa, dibattito (10)
(ACON) Trieste, 04 mar - RC - Circa 60 emendamenti attendono di
poter modificare il testo sull'abbattimento delle liste d'attesa
uscito dalla III Commissione consiliare, emendamenti menzionati
dai consiglieri che, in Aula, hanno dato vita al dibattito
generale.
Primo a parlare, Roberto Asquini (Misto), la cui proposta di
legge era stata abbinata a quella di Massimo Blasoni per il PdL.
Asquini ha, quindi, annunciato di aver riproposto quella che da
sempre è la sua soluzione: superato un certo numero di giorni
(120 quelli suggeriti), il cittadino ha il diritto di rivolgersi
a un privato e di vedersi rimborsare la prestazione, rimborso che
sarà a carico del Servizio sanitario regionale (SSR). Contrario,
invece, alla modifica suggerita da Blasoni di far stabilire
annualmente alla Giunta quali siano queste prestazioni
rimborsabili. Il taglio alle liste - ha detto - sarebbe solo
parziale.
Sergio Lupieri (PD) ha difeso la delibera di Giunta 288 di
febbraio 2007. Semmai basta modificare quel testo, iter più
semplice che metter mano a una legge, con la quale oltretutto si
ingessa il problema - ha affermato. Qui si dimostra che
l'assessore regionale alla Sanità è stato scavalcato dai
consiglieri di maggioranza, infatti non si è neppure presentato
in Commissione e così l'Agenzia regionale. Il Libro Verde supera
la proposta di legge nel capitolo dedicato alle liste d'attesa, e
con esso Kosic si riprende quanto di sua competenza. Il
centro-destra faccia meno leggi spot e risponda di più ai
problemi reali.
Annamaria Menosso (PD) ha ricordato che siamo tra i migliori in
Italia quanto a SSR, però in Aula ci si perde a parlare di liste
d'attesa con una legge. La maggioranza dimostra incapacità
programmatica e fa rivivere modelli superati. La soluzione non è
una legge, mentre ci vogliono informazione e organizzazione. La
consigliera ha poi elencato tutti gli articoli che prevedono
passaggi puntuali che vanno in mano alla Giunta, alla quale così
si concede di scegliere se agire o meno. Sarà la Giunta, di anno
in anno, in particolare a decidere le prestazioni di rilevanza
che dovranno rientrare nei tempi, e alla fine a pagare saranno
solo i cittadini.
Nessuno di noi - così Antonio Pedicini (PdL) - ha sostenuto di
aver trovato la soluzione magica alle liste, ma resta il fatto
che ci sono delle criticità che vanno risolte e vanno
identificate le responsabilità. Ciò che non accetto è che si dica
che la colpa, alla fine, è dei cittadini perché chiedono
prestazioni inappropriate. Probabilmente questa legge tra non
molto sarà superata dalla revisione del SSR, ma oggi impone una
compartecipazione alla soluzione del problema. Se abbiamo mancato
negli anni, è anche nel non aver educato la collettività ai
doveri della salute e non solo ai diritti.
Stefano Pustetto (SA) condivide la finalità della legge, ma solo
quella. Mi sorprende che le audizioni non abbiano sollevato
neppure un dubbio - ha aggiunto -, se tutti hanno detto che non è
la soluzione, a parte i privati che hanno visto la possibilità di
lucrare. Il rischio è di una sanità indiscriminata, cosa che
accadrà se rimane l'idea Asquini. Quando gli infermieri saranno
costretti a lavorare in straordinario, non credo saranno felici
visto che già sono sotto organico. Va bene rivedere il criterio
di nomina dei direttori generali. Invece - ha chiesto - come
faremo a sapere chi non disdice la prenotazione perché disattento
e chi è veramente impossibilitato a farlo? Quanto spenderemo per
fare il controllo?
(segue)