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CR: pdl liste d'attesa, dibattito (10)

04.03.2009
18:09
(ACON) Trieste, 04 mar - RC - Circa 60 emendamenti attendono di poter modificare il testo sull'abbattimento delle liste d'attesa uscito dalla III Commissione consiliare, emendamenti menzionati dai consiglieri che, in Aula, hanno dato vita al dibattito generale.

Primo a parlare, Roberto Asquini (Misto), la cui proposta di legge era stata abbinata a quella di Massimo Blasoni per il PdL. Asquini ha, quindi, annunciato di aver riproposto quella che da sempre è la sua soluzione: superato un certo numero di giorni (120 quelli suggeriti), il cittadino ha il diritto di rivolgersi a un privato e di vedersi rimborsare la prestazione, rimborso che sarà a carico del Servizio sanitario regionale (SSR). Contrario, invece, alla modifica suggerita da Blasoni di far stabilire annualmente alla Giunta quali siano queste prestazioni rimborsabili. Il taglio alle liste - ha detto - sarebbe solo parziale.

Sergio Lupieri (PD) ha difeso la delibera di Giunta 288 di febbraio 2007. Semmai basta modificare quel testo, iter più semplice che metter mano a una legge, con la quale oltretutto si ingessa il problema - ha affermato. Qui si dimostra che l'assessore regionale alla Sanità è stato scavalcato dai consiglieri di maggioranza, infatti non si è neppure presentato in Commissione e così l'Agenzia regionale. Il Libro Verde supera la proposta di legge nel capitolo dedicato alle liste d'attesa, e con esso Kosic si riprende quanto di sua competenza. Il centro-destra faccia meno leggi spot e risponda di più ai problemi reali.

Annamaria Menosso (PD) ha ricordato che siamo tra i migliori in Italia quanto a SSR, però in Aula ci si perde a parlare di liste d'attesa con una legge. La maggioranza dimostra incapacità programmatica e fa rivivere modelli superati. La soluzione non è una legge, mentre ci vogliono informazione e organizzazione. La consigliera ha poi elencato tutti gli articoli che prevedono passaggi puntuali che vanno in mano alla Giunta, alla quale così si concede di scegliere se agire o meno. Sarà la Giunta, di anno in anno, in particolare a decidere le prestazioni di rilevanza che dovranno rientrare nei tempi, e alla fine a pagare saranno solo i cittadini.

Nessuno di noi - così Antonio Pedicini (PdL) - ha sostenuto di aver trovato la soluzione magica alle liste, ma resta il fatto che ci sono delle criticità che vanno risolte e vanno identificate le responsabilità. Ciò che non accetto è che si dica che la colpa, alla fine, è dei cittadini perché chiedono prestazioni inappropriate. Probabilmente questa legge tra non molto sarà superata dalla revisione del SSR, ma oggi impone una compartecipazione alla soluzione del problema. Se abbiamo mancato negli anni, è anche nel non aver educato la collettività ai doveri della salute e non solo ai diritti.

Stefano Pustetto (SA) condivide la finalità della legge, ma solo quella. Mi sorprende che le audizioni non abbiano sollevato neppure un dubbio - ha aggiunto -, se tutti hanno detto che non è la soluzione, a parte i privati che hanno visto la possibilità di lucrare. Il rischio è di una sanità indiscriminata, cosa che accadrà se rimane l'idea Asquini. Quando gli infermieri saranno costretti a lavorare in straordinario, non credo saranno felici visto che già sono sotto organico. Va bene rivedere il criterio di nomina dei direttori generali. Invece - ha chiesto - come faremo a sapere chi non disdice la prenotazione perché disattento e chi è veramente impossibilitato a farlo? Quanto spenderemo per fare il controllo?

(segue)