CR: pdl liste di attesa, dibattito (11)
(ACON) Trieste, 04 mar - DT - Quando si porta un provvedimento
che non produce alcunché, significa che in realtà si vogliono
nascondere le difficoltà all'interno della maggioranza, ha
affermato Mauro Travanut (PD). Questa legge, che è, appunto,
d'iniziativa dell'Assemblea, dimostra la debolezza tra Giunta e
Consiglio. L'unico che vince qui è, in realtà, Roberto Asquini,
che spalanca non una finestra ma un portone verso la sanità
privata.
Non è vero che si intende spingere la sanità verso il privato, ha
ribattuto Bruno Marini (PdL). L'aver voluto intervenire dà,
invece, centralità al sistema sanitario pubblico perché quando
funziona non c'è bisogno di ricorrere al privato. E poi una legge
era importante farla, visto che il problema delle liste di attesa
non era stato risolto dai precedenti atti amministrativi.
La novità della legge sta nel concetto di responsabilità: quella
dei direttori delle ASS, dei cittadini, degli operatori del
sistema, ha dichiarato Franco Dal Mas (PdL). Chiediamo
efficienza, un monitoraggio continuo, la definizione chiara di
tempi e modi: tutto questo è nell'interesse di ciascuno di noi. E
comunque non abbiamo colto nei cinque anni precedenti un'azione
riformatrice da parte del centrosinistra nella sanità, ma solo un
quinquennio di annunci.
Per Piero Colussi (IdV-Citt) si vuole introdurre un cavallo di
Troia per spalancare le porte al privato, ma quest'ultimo deve
avere un ruolo sussidiario, non centrale. Poi Colussi fa un
riferimento al Libro Verde sul futuro del sistema
socio-sanitario, dove si specifica che i rimborsi riguarderanno
solo le prestazioni accurate e sarà la Giunta stessa a stabilire
i tempi per ogni esame, quindi già il Libro Verde mette dei
paletti forti. Pertanto, i 120 giorni cui si fa riferimento nella
proposta di legge di Asquini non hanno senso. Infine, mettere a
bilancio appena un milione di euro è come fare le nozze con i
fichi secchi, né tanto meno si possono togliere risorse al
capitolo destinato alla salute degli immigrati, come vorrebbe
fare la Lega in un suo emendamento.
Secondo Giorgio Venier Romano (UDC) la nostra sanità ha una
validità riconosciuta su tutto il territorio nazionale, ha un
grande valore ma anche un costo imponente, com'è logico in una
società che ha sempre bisogni maggiori in campo
socio-assistenziale. Perché siamo ricorsi a un atto legislativo e
non a un provvedimento amministrativo? Perché la legge ha
un'altra forza, e la speranza di risolvere il problema c'è.
Quanto poi alle risorse, si troveranno.
(segue)