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CR: pdl liste di attesa, dibattito (11)

04.03.2009
18:33
(ACON) Trieste, 04 mar - DT - Quando si porta un provvedimento che non produce alcunché, significa che in realtà si vogliono nascondere le difficoltà all'interno della maggioranza, ha affermato Mauro Travanut (PD). Questa legge, che è, appunto, d'iniziativa dell'Assemblea, dimostra la debolezza tra Giunta e Consiglio. L'unico che vince qui è, in realtà, Roberto Asquini, che spalanca non una finestra ma un portone verso la sanità privata.

Non è vero che si intende spingere la sanità verso il privato, ha ribattuto Bruno Marini (PdL). L'aver voluto intervenire dà, invece, centralità al sistema sanitario pubblico perché quando funziona non c'è bisogno di ricorrere al privato. E poi una legge era importante farla, visto che il problema delle liste di attesa non era stato risolto dai precedenti atti amministrativi.

La novità della legge sta nel concetto di responsabilità: quella dei direttori delle ASS, dei cittadini, degli operatori del sistema, ha dichiarato Franco Dal Mas (PdL). Chiediamo efficienza, un monitoraggio continuo, la definizione chiara di tempi e modi: tutto questo è nell'interesse di ciascuno di noi. E comunque non abbiamo colto nei cinque anni precedenti un'azione riformatrice da parte del centrosinistra nella sanità, ma solo un quinquennio di annunci.

Per Piero Colussi (IdV-Citt) si vuole introdurre un cavallo di Troia per spalancare le porte al privato, ma quest'ultimo deve avere un ruolo sussidiario, non centrale. Poi Colussi fa un riferimento al Libro Verde sul futuro del sistema socio-sanitario, dove si specifica che i rimborsi riguarderanno solo le prestazioni accurate e sarà la Giunta stessa a stabilire i tempi per ogni esame, quindi già il Libro Verde mette dei paletti forti. Pertanto, i 120 giorni cui si fa riferimento nella proposta di legge di Asquini non hanno senso. Infine, mettere a bilancio appena un milione di euro è come fare le nozze con i fichi secchi, né tanto meno si possono togliere risorse al capitolo destinato alla salute degli immigrati, come vorrebbe fare la Lega in un suo emendamento.

Secondo Giorgio Venier Romano (UDC) la nostra sanità ha una validità riconosciuta su tutto il territorio nazionale, ha un grande valore ma anche un costo imponente, com'è logico in una società che ha sempre bisogni maggiori in campo socio-assistenziale. Perché siamo ricorsi a un atto legislativo e non a un provvedimento amministrativo? Perché la legge ha un'altra forza, e la speranza di risolvere il problema c'è. Quanto poi alle risorse, si troveranno.

(segue)