PD: Menosso, per le liste d'attesa la legge è inutile
(ACON) Trieste, 04 mar - COM/RC - "Invece di sviluppare una
seria politica sanitaria e socio-sanitaria, ci ritroviamo in Aula
a parlare di una legge per abbattere le liste di attesa".
Lo ha affermato all'Assemblea legislativa la consigliera del PD,
Annamaria Menosso, che così ha aggiunto:
"Si fanno rivivere modelli superati, misure che hanno già
dimostrato tutti i loro limiti non producendo gli effetti
sperati. Si mettono le persone in contrapposizione, si creano
antagonismi, favorendo valori quali l'esclusione e la
discriminazione.
"Che questa sia una legge spot che serve solo a piantare
bandierine lo abbiamo capito (di questa predilezione ne abbiamo
avuto una dimostrazione anche con la legge sulla Memoria appena
approvata). Lo abbiamo sentito ampiamente anche nelle audizioni
che dovrebbero far riflettere, dovrebbero servire a raccogliere
suggerimenti, audizioni che hanno relazionato sulla "non
necessità" sulla "non opportunità" di fare una legge che non
risolve il problema. Anche se non si può effettivamente parlare
di risolvere il problema, ma di governarlo. Per questo credo che
due dovrebbero essere le parole chiave: informazione e
organizzazione.
"Invece di preoccuparci di mettere in campo misure atte a
fronteggiare la crisi che sempre più evidente si fa avanti e che
colpisce tutte le famiglie, indiscriminatamente, si cerca in
qualche modo di distogliere l'attenzione dai veri problemi
proponendo soluzioni che non risolvono. E allora, per dimostrare
quanto questa legge sia inutile per una sua applicazione
immediata, ma anche per dimostrare come la tanto declamata
autonomia del Consiglio regionale rispetto alla Giunta sia
miseramente disattesa, dimostrando che di fatto chi ha il
testimone in mano è la Giunta, ad essa viene demandata tutta
l'applicazione pratica della legge. Una legge, quindi, per dire
che altri dovranno fare, anzi potranno, non si obbliga (almeno
questo una legge dovrebbe fare) ma si dà la possibilità.
"Sono proprio convinta che questa sarà una legge che non produrrà
nessun effetto positivo, anzi con l'articolo 11, comma 3, si
introduce un principio importante: la Giunta di anno in anno
decide quali sono le prestazioni di particolare rilevanza che
rientrano nei tempi massimi consentiti. Sarà facile stabilire
quali sono, solo che costringeremo i nostri cittadini a pagare
determinate prestazioni non solo se le vogliono velocemente, ma
semplicemente se le vogliono.
"Mi pare ci sia una corsa all'accaparramento del merito su un
problema che deve essere tenuto in debita considerazione che deve
essere trattato con estrema serietà e deve essere affrontato con
misure diverse, quali: informazione per tutti i cittadini sui
tempi, sui modi di accesso e semplificazione dei procedimenti;
organizzazione dei servizi e delle prestazioni, per la quale
basta saper e voler provvedere a cambiare modi finora usati.
"Se al CUP si aspetta ore di fronte a sportelli vuoti, se al
telefono trascorrono minuti inutilmente, non c'è legge che tenga,
è solo questione di organizzazione. Quindi lavoriamo su questi
fronti se vogliamo veramente vedere una soluzione del problema e
non vogliamo solo gettare fumo negli occhi dei nostri cittadini".