V Comm: ddl sicurezza, terminata discussione generale
(ACON) Trieste, 17 mar - ET - Il disegno di legge sulla
sicurezza, insieme alle proposte sulla polizia locale delle
opposizioni (PD, SA e IdV-Citt), sulla promozione della legalità
e della sicurezza del PdL e sull'istituzione del corpo regionale
di polizia locale, sempre del PdL, sono stati unificati da un
Comitato ristretto, costituito in seno alla V Commissione e
presieduto da Antonio Pedicini (PdL), che ne ha illustrato i
contenuti.
Si istituisce l'Osservatorio sulla sicurezza integrata ed è stata
maggiormente definita la parte riguardante i volontari per la
sicurezza. Centrali - secondo il consigliere - le previsioni
sull'ordinamento della polizia locale. Il Corpo di polizia locale
deve avere almeno 8 operatori, anche se sono previste deroghe per
comuni con meno di 1000 abitanti. La formazione di questo
personale sarà uniforme su tutto il territorio regionale ed è
previsto il meccanismo corso-concorso, cioè che la selezione per
l'accesso ai ruoli, sia preceduta da una specifica formazione.
L'organizzazione di questa è in capo all'istituenda Scuola di
polizia locale del Friuli Venezia Giulia, altra novità. Il
compito di coordinamento e indirizzo è della Regione.
Per Pedicini, la proposta del Comitato è coerente con i fini che
il disegno di legge della Giunta si era proposto e rappresenta
una risposta a un bisogno sentito e trasversale di riordino della
polizia locale, manifestatosi a più riprese nelle ultime due
legislature.
Nella discussione generale è intervenuto il presidente della V
Commissione, Roberto Marin (PdL), evidenziando il grande lavoro
di sintesi svolto e l'alto livello di condivisione raggiunto.
Franco Iacop (PD), ha voluto marcare la differenza di base tra la
proposta dell'opposizione e il disegno di legge sul tavolo: il
riordino della polizia locale non è più il perno dell'azione,
nell'ottica delle politiche integrate sulla sicurezza, bensì lo è
la sicurezza urbana e locale. Problematica per Iacop, anche la
privatizzazione della sicurezza, con il coinvolgimento di
cittadini e inappropriate - così il consigliere - inclusioni di
vigilanze private. Evidenziato anche il distacco del Corpo dagli
Enti locali, data la centralità nelle decisioni della Giunta
regionale.
Per Franco Brussa (PD), il disegno di legge raccoglie esigenze
partitiche e non politiche, quando per avere sicurezza si
dovrebbe agire anche e soprattutto sul campo culturale e delle
politiche sociali. Lo scopo dovrebbe essere di disinnescare le
situazioni potenzialmente esplosive, come quelle generate da una
difficoltosa gestione dell'immigrazione. Stigmatizzato anche
quello che Brussa definisce un allarmismo alimentato
artificialmente.
L'esame dell'articolato si svolgerà martedì 24 marzo. Su
richiesta del consigliere Igor Kocijancic (SA), il testo è stato
inviato a tutti i soggetti interessati alla legge.
(immagini alle tv)