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CR: mozione economia, il dibattito (4)

18.03.2009
13:58
(ACON) Trieste, 18 mar - RC - Articolata, la relazione del capogruppo di SA, Igor Kocijancic, sulla mozione del PD per superare la crisi economica e sociale, ma anche in risposta all'intervento del presidente della Regione, Renzo Tondo.

I seicento in cassa integrazione del distretto dell'occhiale, così come i dipendenti della Ferriera - ha detto Kocijancic - sono due delle tante urgenze in coda, così come sono migliaia i lavoratori a rischio in Friuli Venezia Giulia. Uno strumento poteva essere il Reddito di base, intervento utile sia per chi non ha lavoro sia per chi è cassaintegrato. L'innovazione dell'impresa è l'elemento fondamentale anticrisi, invece le PMI - di cui siamo la patria con il Veneto - hanno pensato solo a rimanere a galla (la crisi dei distretti lo dimostra). Ma ci sarà sempre un cittadino straniero disposto a produrre per meno soldi. La categoria più a rischio è quella dei precari: non avranno mai un lavoro. La crisi, poi, non deve diventare la scusa per accettare abusivismo e togliere vincoli. Come prima cosa, non si deve dare sostegno alle imprese che licenziano, ma incentivare davvero chi "muove" e "si muove". Il patto di stabilità non può essere la foglia di fico per poter dire, a livello territoriale, che non si può fare nulla.

Ha ripreso i contenuti della mozione, Enzo Marsilio (PD), concentrando l'attenzione sulle variazioni di bilancio della Provincia di Trento, da cui si possono raccogliere due suggerimenti anticrisi fondamentali: mettere assieme tutte le risorse creando così una massa critica necessaria per poter intervenire; garantire tempi molto brevi di attivazione dei percorsi. Vanno bene le grandi opere, certo che vanno fatte - ha detto Marsilio -, ma la loro ricaduta sulla crisi avverrà quando probabilmente il sistema delle PMI rischia di aver già chiuso i battenti.

Per Sandro Della Mea (PD), una scarsa dotazione dei fondi sociali può determinare problemi di ordine pubblico. Ha quindi ricordato che si sono superati i 21mila cassaintegrati in regione; le imprese della grande industria sono prive di ordini; il comparto delle costruzioni ha perso 1.500 addetti in un anno e se questo è in difficoltà, ciò si trasmette sul comparto artigiano. Tra le azioni concrete che si possono attivare vi sono la realizzazione delle gradi opere, gli investimenti in ambito turistico, favorire le fonti energetiche alternative. Non si può pensare di affidare garanzie per l'80-90% dei lavori, basta il 60%. Anche se i Condifi hanno avuto più soldi, Finreco non ha avuto un euro.

Igor Gabrovec (PD) ha parlato di risposte a famiglie e imprese quali la riduzione dei lacci della burocrazia; l'azzeramento della pressione fiscale sulle nuove iniziative; basta con le politiche di vincoli fine a sé stessi e che soffocano le politiche delle opportunità; sveltire i processi di finanziamento di progetti imprenditoriali grandi e piccoli; dare credito a chi, a partire dai giovani, ha deciso di rimboccarsi le maniche; aiutare chi già oggi non ce la fa, perché è un dovere costituzionale e perché un disperato può diventare un problema di sicurezza.

Per Alessandro Tesini (PD), fino ad ora le risposte date non sono servite data la vastità della crisi. Il centro-sinistra ha le sue colpe, ma già a dicembre 2008, in occasione dei lavori in Aula per la Finanziaria, aveva lanciato l'allarme al centro-destra e lo aveva stimolato ad intervenire, e non perdere tempo risulta fondamentale. Va bene non creare osservatori o strutture inutili, agiamo pragmaticamente come ha detto il presidente Tondo, ma quando si fanno i tavoli per gli accordi di programma non si possono escludere gli enti locali, i Comuni.

(segue)