CR: mozione economia, il dibattito (4)
(ACON) Trieste, 18 mar - RC - Articolata, la relazione del
capogruppo di SA, Igor Kocijancic, sulla mozione del PD per
superare la crisi economica e sociale, ma anche in risposta
all'intervento del presidente della Regione, Renzo Tondo.
I seicento in cassa integrazione del distretto dell'occhiale,
così come i dipendenti della Ferriera - ha detto Kocijancic -
sono due delle tante urgenze in coda, così come sono migliaia i
lavoratori a rischio in Friuli Venezia Giulia. Uno strumento
poteva essere il Reddito di base, intervento utile sia per chi
non ha lavoro sia per chi è cassaintegrato. L'innovazione
dell'impresa è l'elemento fondamentale anticrisi, invece le PMI -
di cui siamo la patria con il Veneto - hanno pensato solo a
rimanere a galla (la crisi dei distretti lo dimostra). Ma ci sarà
sempre un cittadino straniero disposto a produrre per meno soldi.
La categoria più a rischio è quella dei precari: non avranno mai
un lavoro. La crisi, poi, non deve diventare la scusa per
accettare abusivismo e togliere vincoli. Come prima cosa, non si
deve dare sostegno alle imprese che licenziano, ma incentivare
davvero chi "muove" e "si muove". Il patto di stabilità non può
essere la foglia di fico per poter dire, a livello territoriale,
che non si può fare nulla.
Ha ripreso i contenuti della mozione, Enzo Marsilio (PD),
concentrando l'attenzione sulle variazioni di bilancio della
Provincia di Trento, da cui si possono raccogliere due
suggerimenti anticrisi fondamentali: mettere assieme tutte le
risorse creando così una massa critica necessaria per poter
intervenire; garantire tempi molto brevi di attivazione dei
percorsi. Vanno bene le grandi opere, certo che vanno fatte - ha
detto Marsilio -, ma la loro ricaduta sulla crisi avverrà quando
probabilmente il sistema delle PMI rischia di aver già chiuso i
battenti.
Per Sandro Della Mea (PD), una scarsa dotazione dei fondi sociali
può determinare problemi di ordine pubblico. Ha quindi ricordato
che si sono superati i 21mila cassaintegrati in regione; le
imprese della grande industria sono prive di ordini; il comparto
delle costruzioni ha perso 1.500 addetti in un anno e se questo è
in difficoltà, ciò si trasmette sul comparto artigiano. Tra le
azioni concrete che si possono attivare vi sono la realizzazione
delle gradi opere, gli investimenti in ambito turistico, favorire
le fonti energetiche alternative. Non si può pensare di affidare
garanzie per l'80-90% dei lavori, basta il 60%. Anche se i
Condifi hanno avuto più soldi, Finreco non ha avuto un euro.
Igor Gabrovec (PD) ha parlato di risposte a famiglie e imprese
quali la riduzione dei lacci della burocrazia; l'azzeramento
della pressione fiscale sulle nuove iniziative; basta con le
politiche di vincoli fine a sé stessi e che soffocano le
politiche delle opportunità; sveltire i processi di finanziamento
di progetti imprenditoriali grandi e piccoli; dare credito a chi,
a partire dai giovani, ha deciso di rimboccarsi le maniche;
aiutare chi già oggi non ce la fa, perché è un dovere
costituzionale e perché un disperato può diventare un problema di
sicurezza.
Per Alessandro Tesini (PD), fino ad ora le risposte date non sono
servite data la vastità della crisi. Il centro-sinistra ha le sue
colpe, ma già a dicembre 2008, in occasione dei lavori in Aula
per la Finanziaria, aveva lanciato l'allarme al centro-destra e
lo aveva stimolato ad intervenire, e non perdere tempo risulta
fondamentale. Va bene non creare osservatori o strutture inutili,
agiamo pragmaticamente come ha detto il presidente Tondo, ma
quando si fanno i tavoli per gli accordi di programma non si
possono escludere gli enti locali, i Comuni.
(segue)