PD: Brussa su situazione aeroporto di Ronchi
(ACON) Trieste, 18 mar - COM/AB - La perdita definitiva dei
voli per Milano e la chiusura del volo per Napoli, che
complessivamente rappresentavano quasi il 20% del movimento
complessivo dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari, sono la spia
più evidente delle difficoltà in cui esso versa.
Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico
Franco Brussa alla luce di quanto emerso nel corso dell'audizione
in I Commissione con i vertici dello scalo regionale.
Non solo, ma anche la diminuzione del numero di voli giornalieri
per Roma e il costo elevato dei biglietti, costituiscono - a
parere di Brussa - una situazione d'emergenza cui deve saper
rispondere chi gestisce oggi l'aeroporto e la stessa
Amministrazione regionale.
Continuare a sperare, come ha ripetuto il presidente Dipiazza,
nell'istituzione di un volo su Linate, anche dopo che il
presidente della società di gestione degli aeroporti di Milano,
Bonomi, ha chiaramente affermato che non esistono slot
disponibili su quella tratta, rischia di essere un esercizio fine
a sé stesso.
È vero - sottolinea Brussa - il 2008 si è chiuso con dati
positivi per l'aeroporto regionale, ma questo soprattutto perché
nel periodo estivo si è riusciti ad attivare una serie di voli
che già oggi non vengono confermati: Praga e Budapest su tutti.
Ecco allora che se il calo di presenze di gennaio e febbraio è
ormai attestato a un meno 17% rispetto agli anni precedenti,
bisogna fare altro. E in questo senso - precisa l'esponente
regionale del PD - non si capisce perché, anche oggi, i vertici
dell'aeroporto non ritengono la collaborazione con Venezia un
elemento su cui lavorare.
Solo qualche giorno fa l'assessore regionale ai Trasporti,
Riccardi, ha rilanciato l'ipotesi di realizzazione del centro
intermodale di fronte all'aeroporto. È certamente questo un
progetto che può dare all'aeroporto quel valore in più, offrendo
una possibilità straordinaria di collegamento aereo, ferroviario
e su gomma. Ma perché ciò diventi davvero un fiore all'occhiello
non si può aspettare che le opere siano finite, bisogna creare le
condizioni, per persone e merci, di trovare nell'aeroporto
regionale un punto di riferimento per un bacino che guardi ben
oltre la nostra regione.
Certo - sottolinea ancora Brussa - l'ottenimento della
concessione quarantennale e la modifica, se non addirittura il
superamento, del ruolo del Consorzio, sono elementi su cui
lavorare e su questo la Regione non può limitarsi a dire che
rappresenta solo il 6% delle quote del Consorzio. La Regione,
infatti, per il suo ruolo politico e istituzionale e per la sua
capacità economica, deve porre in essere, da subito, iniziative
politiche ed economiche che coinvolgano istituzioni e privati in
un progetto industriale di rilancio dell'aeroporto del Friuli
Venezia Giulia.
Sarebbe davvero singolare - conclude Brussa - che a parole il
presidente Tondo continuasse a guardare all'Euroregione come uno
strumento essenziale per il futuro sviluppo e ruolo della nostra
Regione in Europa ma, al contempo, non fosse in grado di dare
gambe, con atti concreti, a ciò che Euroregione significa
davvero.