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PD: Brussa su situazione aeroporto di Ronchi

18.03.2009
16:05
(ACON) Trieste, 18 mar - COM/AB - La perdita definitiva dei voli per Milano e la chiusura del volo per Napoli, che complessivamente rappresentavano quasi il 20% del movimento complessivo dell'aeroporto di Ronchi dei Legionari, sono la spia più evidente delle difficoltà in cui esso versa.

Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Franco Brussa alla luce di quanto emerso nel corso dell'audizione in I Commissione con i vertici dello scalo regionale.

Non solo, ma anche la diminuzione del numero di voli giornalieri per Roma e il costo elevato dei biglietti, costituiscono - a parere di Brussa - una situazione d'emergenza cui deve saper rispondere chi gestisce oggi l'aeroporto e la stessa Amministrazione regionale. Continuare a sperare, come ha ripetuto il presidente Dipiazza, nell'istituzione di un volo su Linate, anche dopo che il presidente della società di gestione degli aeroporti di Milano, Bonomi, ha chiaramente affermato che non esistono slot disponibili su quella tratta, rischia di essere un esercizio fine a sé stesso.

È vero - sottolinea Brussa - il 2008 si è chiuso con dati positivi per l'aeroporto regionale, ma questo soprattutto perché nel periodo estivo si è riusciti ad attivare una serie di voli che già oggi non vengono confermati: Praga e Budapest su tutti. Ecco allora che se il calo di presenze di gennaio e febbraio è ormai attestato a un meno 17% rispetto agli anni precedenti, bisogna fare altro. E in questo senso - precisa l'esponente regionale del PD - non si capisce perché, anche oggi, i vertici dell'aeroporto non ritengono la collaborazione con Venezia un elemento su cui lavorare.

Solo qualche giorno fa l'assessore regionale ai Trasporti, Riccardi, ha rilanciato l'ipotesi di realizzazione del centro intermodale di fronte all'aeroporto. È certamente questo un progetto che può dare all'aeroporto quel valore in più, offrendo una possibilità straordinaria di collegamento aereo, ferroviario e su gomma. Ma perché ciò diventi davvero un fiore all'occhiello non si può aspettare che le opere siano finite, bisogna creare le condizioni, per persone e merci, di trovare nell'aeroporto regionale un punto di riferimento per un bacino che guardi ben oltre la nostra regione.

Certo - sottolinea ancora Brussa - l'ottenimento della concessione quarantennale e la modifica, se non addirittura il superamento, del ruolo del Consorzio, sono elementi su cui lavorare e su questo la Regione non può limitarsi a dire che rappresenta solo il 6% delle quote del Consorzio. La Regione, infatti, per il suo ruolo politico e istituzionale e per la sua capacità economica, deve porre in essere, da subito, iniziative politiche ed economiche che coinvolgano istituzioni e privati in un progetto industriale di rilancio dell'aeroporto del Friuli Venezia Giulia.

Sarebbe davvero singolare - conclude Brussa - che a parole il presidente Tondo continuasse a guardare all'Euroregione come uno strumento essenziale per il futuro sviluppo e ruolo della nostra Regione in Europa ma, al contempo, non fosse in grado di dare gambe, con atti concreti, a ciò che Euroregione significa davvero.