SA: Kocijancic su esiti seduta Consiglio su crisi economica
(ACON) Trieste, 18 mar - COM/AB - Sugli esiti del Consiglio
regionale che ha affrontato il tema della crisi economica è
intervenuto Igor Kocijancic (SA).
"Si è discusso a lungo senza però stringere. Il presidente Tondo
ha comunicato all'Assemblea l'entità delle risorse disponibili e
i tre settori di indirizzo: investimenti su opere cantierabili,
credito alle imprese, sostegno agli ammortizzatori sociali.
Meglio di niente, ma niente di nuovo e di diverso rispetto a quel
che siamo abituati a sentire in questi giorni, senza peraltro
vedere attenuati gli effetti della crisi.
"Intervenendo tra i primi nel dibattito abbiamo rilevato che,
alla luce di quanto sta avvenendo, risulta che ad alcuni mesi di
distanza è stata quantomeno improvvida la cancellazione del
reddito di base per la cittadinanza, perché avrebbe potuto essere
una strumentazione adeguata, certamente non l'unica, per meglio
fronteggiare la crisi.
"Contrariamente a quanto hanno tentato di dirci anche in questi
ultimi giorni - cioè che il nord industrializzato avrebbe
risentito meno della crisi - adesso emerge chiaramente anche in
Friuli Venezia Giulia, che proprio nelle aree maggiormente
industrializzate, indipendentemente dal fatto che siano
caratterizzate dalla presenza di grandi, medie o piccole imprese
e di distretti industriali, si scontano oggi più che altrove anni
e anni di competitività basata sulla compressione del costo del
lavoro. Oggi il conto è ancora più salato e il fatto di non aver
voluto investire nella ricerca e nell'innovazione del prodotto ci
riporta alla drammatica attualità della metafora del cinese (o
polacco, o rumeno) che riescono a produrre a costi e salari molto
inferiori.
"Il Governo ha stanziato ingenti risorse a sostegno del credito
alle imprese, ieri ha deciso di rispondere all'appello della
Marcegaglia e di mettere altri soldi veri per le imprese. Gli
unici che continueranno a non vedere soldi (né veri né finti)
sono le lavoratrici e i lavoratori per i quali è partito il limbo
della cassa integrazione, per non parlare delle precarie e dei
precari, ai quali daranno una buonuscita una tantum, con tanti
saluti.
"La crisi non può essere l'alibi per tornare a proporre politiche
industriali e del lavoro obsolete, non può essere l'alibi per
sostenere ritorni al passato, non può essere l'alibi per aggirare
o abrogare leggi e norme a tutela dell'ambiente e della salute.
La Regione dovrebbe sostenere solo le imprese che si impegnano
fin d'ora a non licenziare e mettere a punto interventi di
sostegno vero al lavoro precario, non semplici buonuscite una
tantum un po' più consistenti di quelle previste dal Governo".