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SA: Kocijancic su esiti seduta Consiglio su crisi economica

18.03.2009
18:58
(ACON) Trieste, 18 mar - COM/AB - Sugli esiti del Consiglio regionale che ha affrontato il tema della crisi economica è intervenuto Igor Kocijancic (SA).

"Si è discusso a lungo senza però stringere. Il presidente Tondo ha comunicato all'Assemblea l'entità delle risorse disponibili e i tre settori di indirizzo: investimenti su opere cantierabili, credito alle imprese, sostegno agli ammortizzatori sociali. Meglio di niente, ma niente di nuovo e di diverso rispetto a quel che siamo abituati a sentire in questi giorni, senza peraltro vedere attenuati gli effetti della crisi.

"Intervenendo tra i primi nel dibattito abbiamo rilevato che, alla luce di quanto sta avvenendo, risulta che ad alcuni mesi di distanza è stata quantomeno improvvida la cancellazione del reddito di base per la cittadinanza, perché avrebbe potuto essere una strumentazione adeguata, certamente non l'unica, per meglio fronteggiare la crisi. "Contrariamente a quanto hanno tentato di dirci anche in questi ultimi giorni - cioè che il nord industrializzato avrebbe risentito meno della crisi - adesso emerge chiaramente anche in Friuli Venezia Giulia, che proprio nelle aree maggiormente industrializzate, indipendentemente dal fatto che siano caratterizzate dalla presenza di grandi, medie o piccole imprese e di distretti industriali, si scontano oggi più che altrove anni e anni di competitività basata sulla compressione del costo del lavoro. Oggi il conto è ancora più salato e il fatto di non aver voluto investire nella ricerca e nell'innovazione del prodotto ci riporta alla drammatica attualità della metafora del cinese (o polacco, o rumeno) che riescono a produrre a costi e salari molto inferiori. "Il Governo ha stanziato ingenti risorse a sostegno del credito alle imprese, ieri ha deciso di rispondere all'appello della Marcegaglia e di mettere altri soldi veri per le imprese. Gli unici che continueranno a non vedere soldi (né veri né finti) sono le lavoratrici e i lavoratori per i quali è partito il limbo della cassa integrazione, per non parlare delle precarie e dei precari, ai quali daranno una buonuscita una tantum, con tanti saluti. "La crisi non può essere l'alibi per tornare a proporre politiche industriali e del lavoro obsolete, non può essere l'alibi per sostenere ritorni al passato, non può essere l'alibi per aggirare o abrogare leggi e norme a tutela dell'ambiente e della salute. La Regione dovrebbe sostenere solo le imprese che si impegnano fin d'ora a non licenziare e mettere a punto interventi di sostegno vero al lavoro precario, non semplici buonuscite una tantum un po' più consistenti di quelle previste dal Governo".