II Comm: illustrata pdl per coesistenza agricolture (1)
(ACON) Trieste, 19 mar - MPB - Regolare la coesistenza, in
Friuli Venezia Giulia, tra l'agricoltura convenzionale, quella
biologica e quella che intende utilizzare organismi geneticamente
modificati o, più propriamente, geneticamente migliorati.
E questo l'obiettivo della proposta di legge che porta la firma
di Giorgio Venier Romano (UDC), Paolo Santin, Paolo Ciani e
Roberto Marin (PdL) e di Roberto Asquini (Misto) e il cui
contenuto - affermano i proponenti - è molto importante per il
futuro del settore primario del Friuli Venezia Giulia, con
ricadute assai significative sull'economia, sulla società e
sull'ambiente della nostra regione. E ciò proprio in un momento
in cui l'agricoltura locale soffre la drammatica concorrenza di
Paesi in cui la disponibilità di terreni agrari è ampissima e nei
quali i costi di produzione sono assai inferiori ai nostri, e i
trasporti di derrate agricole non sono più un problema e le
barriere doganali sono state abbattute dagli accordi politici
internazionali.
Il testo è stato illustrato alla II Commissione consiliare,
presieduta da Maurizio Franz (LN) dal primo firmatario Venier
Romano che, sottolineando che il miglioramento genetico è lo
scopo per il quale da anni lavorano i genetisti di tutto il
mondo, ha portato l'esempio della pianta del mais, per la quale
il miglioramento genetico è finalizzato a ottenere una maggiore
resistenza ad alcune malattie e ad alcuni parassiti animali,
consentendo così un uso molto minore di fitofarmaci e quindi un
minore impatto ambientale delle coltivazioni. Un risultato che un
tempo si otteneva attraverso l'incrocio di più varietà, due volte
all'anno nei due diversi emisferi, ottenendo in tal modo l'ibrido
da coltivare, mentre oggi esso si ottiene trasferendo in
laboratorio una cellula, o più, da una varietà a un'altra in
tempo reale.
Venier Romano, in merito all'impossibilità, con i mais OGM, di
riprodurre nella propria azienda il seme da coltivare l'anno
successivo, ha ricordato che ciò avviene già da mezzo secolo,
poiché gli ibridi di mais non rigenerano se stessi, né se creati
in laboratorio, né se ottenuti attraverso gli incroci varietali.
Solo un esempio fra i tanti possibili - ha aggiunto Venier
illustrando nel dettaglio il testo del provvedimento composto di
soli 10 articoli, ma solo apparentemente semplice perché lo
scenario di fondo sono gli accordi mondiali sul commercio, le
normative europee, quelle statali e una sentenza della Corte
costituzionale italiana dello scorso anno che attribuisce alle
Regioni, e non allo Stato, la potestà legislativa di disciplinare
le modalità applicative del principio di coesistenza fra
coltivazioni convenzionali, biologiche e transgeniche, sancito
dall'Unione Europea.
Non si può attendere ancora una normativa che consenta la
coesistenza fra le varie tipologie colturali, perché è assurdo
che la nostra comunità continui a importare e consumare cibi e
bevande prodotti da piante geneticamente migliorate senza poterle
produrre - ha concluso Venier Romano, ricordando che la scorsa
legislatura la maggioranza di allora, pur avendo affrontato il
tema, non ha avuto il coraggio di varare un testo di legge in
materia, stralciando il disegno di legge n. 237 dal calendario
consiliare pur dopo l'approvazione nella Commissione di merito.
(segue)