V Comm: pdl sicurezza, incontro con organizzazioni sindacali
(ACON) Trieste, 26 mar - DT - A discutere del progetto di legge
sulle politiche di sicurezza e l'ordinamento della polizia locale
con la V Commissione sono stati i sindacati. Con CGIL CISL, UIL e
SIULP contrari, e SIAPOL-CISAL e UGL decisamente favorevoli al
provvedimento. L'ANCI invece non si è presentata.
La premessa delle sigle confederali è semplice: di questi tempi,
con la crisi che incombe ogni giorno di più, hanno ripetuto al
presidente della Commissione Roberto Marin (PdL), la questione
della sicurezza è tutto fuorché un'emergenza. Non la
sottovalutiamo, hanno ripetuto, ma ogni risorsa disponibile
dovrebbe incanalarsi verso il sostegno dell'economia e dei
lavoratori. E comunque, se proprio ce ne fosse stato bisogno,
bastava potenziare gli organici delle forze di polizia.
Alcune cose, poi, spettano alla contrattazione collettiva e ne
hanno chiesto lo stralcio ma, soprattutto, si intravede
l'intenzione di militarizzare la polizia municipale rendendola
parallela e non complementare alle forze dell'ordine. Ipotesi del
tutto fuori luogo, visto che a pensare alla sicurezza deve
continuare a essere chi queste attribuzioni le ha dallo Stato, e
cioè polizia, carabinieri e finanzieri. Il rischio è di una
esternalizzazione della sicurezza, ed è massima la contrarietà
alla fornitura di armi. E comunque, come ha sottolineato la CGIL
(che ha preannunciato, assieme ai sindacati di polizia e a CISL e
UIL un documento di sintesi che verrà consegnato mercoledì
prossimo, giorno in cui l'Aula esaminerà il provvedimento), il
testo approdato in Commissione è radicalmente diverso rispetto a
quello discusso nei mesi precedenti anche con la Giunta.
E poi c'è il SIULP, anch'esso contrario in particolar modo ai
volontari della sicurezza, "perché vanno a destituire il
prestigio e la credibilità delle forze dell'ordine. Non ci piace
questo intervento massiccio su operazioni proprie dell'autorità
della pubblica sicurezza, e non ci piace nemmeno che venga
istituito il Comitato tecnico per la polizia locale: sa molto di
un futuro comando di polizia regionale. Questa non è una
riorganizzazione, piuttosto si va a intervenire sulle competenze
dello Stato".
Favorevoli, invece, SIAPOL-CISAL e UGL. In particolare per la
SIAPOL il testo regionale non fa che riprendere, né più né meno,
una legge statale in vigore dal 1986, e comunque recepisce tre
concetti: l'importanza della territorialità, la contrattazione
separata e la gerarchizzazione rispetto alle funzioni esplicitate
dalle forze dell'ordine. Unica nota stonata, che nel Comitato
tecnico siano state escluse le organizzazioni sindacali. L'UGL,
invece, ha chiesto di pensare a strumenti specifici per le realtà
territoriali più piccole, specie quelle montane.
Positivo il giudizio anche di Sergio Abbate, comandante della
polizia municipale di Trieste e rappresentante dell'associazione
delle polizie comunali del Triveneto. "Un ottimo lavoro, ha
detto, che ci permetterà di offrire un servizio migliore alla
cittadinanza".
In conclusione, gli interventi dei consiglieri. Se per il
presidente Marin non si mettono in discussione le competenze
delle forze dell'ordine dello Stato, ma quello che s'intende fare
è dare un interlocutore in più perché la sicurezza venga
garantita ai cittadini, Franco Iacop (PD) ha rilevato come il
rischio sia quello di una privatizzazione della sicurezza creando
un volontariato sì, ma para-militare, mentre Igor Kocijancic (SA)
ha messo in guardia sui costi in più che questa operazione
potrebbe comportare per Enti locali e Regione.
Secondo Edoardo Sasco (UDC) si tratta di una norma perfettibile
che comunque andava fatta, ha sottolineato, e Antonio Pedicini
(PdL) ha rilevato come si sia partiti, nel costruire la legge, da
una normativa statale e da un protocollo d'intesa firmato dall'ex
presidente Illy con l'allora ministro agli Interni Amato. "E' una
legge coerente, ha concluso, che qualificherà la polizia locale e
non comprimerà le attività e le competenze di polizia e
carabinieri".