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V Comm: pdl sicurezza, incontro con organizzazioni sindacali

26.03.2009
18:11
(ACON) Trieste, 26 mar - DT - A discutere del progetto di legge sulle politiche di sicurezza e l'ordinamento della polizia locale con la V Commissione sono stati i sindacati. Con CGIL CISL, UIL e SIULP contrari, e SIAPOL-CISAL e UGL decisamente favorevoli al provvedimento. L'ANCI invece non si è presentata.

La premessa delle sigle confederali è semplice: di questi tempi, con la crisi che incombe ogni giorno di più, hanno ripetuto al presidente della Commissione Roberto Marin (PdL), la questione della sicurezza è tutto fuorché un'emergenza. Non la sottovalutiamo, hanno ripetuto, ma ogni risorsa disponibile dovrebbe incanalarsi verso il sostegno dell'economia e dei lavoratori. E comunque, se proprio ce ne fosse stato bisogno, bastava potenziare gli organici delle forze di polizia.

Alcune cose, poi, spettano alla contrattazione collettiva e ne hanno chiesto lo stralcio ma, soprattutto, si intravede l'intenzione di militarizzare la polizia municipale rendendola parallela e non complementare alle forze dell'ordine. Ipotesi del tutto fuori luogo, visto che a pensare alla sicurezza deve continuare a essere chi queste attribuzioni le ha dallo Stato, e cioè polizia, carabinieri e finanzieri. Il rischio è di una esternalizzazione della sicurezza, ed è massima la contrarietà alla fornitura di armi. E comunque, come ha sottolineato la CGIL (che ha preannunciato, assieme ai sindacati di polizia e a CISL e UIL un documento di sintesi che verrà consegnato mercoledì prossimo, giorno in cui l'Aula esaminerà il provvedimento), il testo approdato in Commissione è radicalmente diverso rispetto a quello discusso nei mesi precedenti anche con la Giunta.

E poi c'è il SIULP, anch'esso contrario in particolar modo ai volontari della sicurezza, "perché vanno a destituire il prestigio e la credibilità delle forze dell'ordine. Non ci piace questo intervento massiccio su operazioni proprie dell'autorità della pubblica sicurezza, e non ci piace nemmeno che venga istituito il Comitato tecnico per la polizia locale: sa molto di un futuro comando di polizia regionale. Questa non è una riorganizzazione, piuttosto si va a intervenire sulle competenze dello Stato".

Favorevoli, invece, SIAPOL-CISAL e UGL. In particolare per la SIAPOL il testo regionale non fa che riprendere, né più né meno, una legge statale in vigore dal 1986, e comunque recepisce tre concetti: l'importanza della territorialità, la contrattazione separata e la gerarchizzazione rispetto alle funzioni esplicitate dalle forze dell'ordine. Unica nota stonata, che nel Comitato tecnico siano state escluse le organizzazioni sindacali. L'UGL, invece, ha chiesto di pensare a strumenti specifici per le realtà territoriali più piccole, specie quelle montane.

Positivo il giudizio anche di Sergio Abbate, comandante della polizia municipale di Trieste e rappresentante dell'associazione delle polizie comunali del Triveneto. "Un ottimo lavoro, ha detto, che ci permetterà di offrire un servizio migliore alla cittadinanza".

In conclusione, gli interventi dei consiglieri. Se per il presidente Marin non si mettono in discussione le competenze delle forze dell'ordine dello Stato, ma quello che s'intende fare è dare un interlocutore in più perché la sicurezza venga garantita ai cittadini, Franco Iacop (PD) ha rilevato come il rischio sia quello di una privatizzazione della sicurezza creando un volontariato sì, ma para-militare, mentre Igor Kocijancic (SA) ha messo in guardia sui costi in più che questa operazione potrebbe comportare per Enti locali e Regione.

Secondo Edoardo Sasco (UDC) si tratta di una norma perfettibile che comunque andava fatta, ha sottolineato, e Antonio Pedicini (PdL) ha rilevato come si sia partiti, nel costruire la legge, da una normativa statale e da un protocollo d'intesa firmato dall'ex presidente Illy con l'allora ministro agli Interni Amato. "E' una legge coerente, ha concluso, che qualificherà la polizia locale e non comprimerà le attività e le competenze di polizia e carabinieri".