LN: presentata proposta di legge sulla caccia
(ACON) Trieste, 31 mar - DT - La premessa è ridare centralità,
nella gestione venatoria, alle Province. E sburocratizzare al
massimo ogni procedura. Perché quella del centrosinistra, secondo
la Lega Nord, è stata una legge contro la caccia e i cacciatori e
così, il gruppo consiliare regionale del Carroccio ha presentato
oggi sua proposta di legge sull'attività venatoria in attesa che
la Corte costituzionale, proprio domani, si esprima sui rilievi
sollevati dal governo al provvedimento dell'ex giunta Illy.
"Vogliamo dare un segnale prima, non dopo" ha affermato Danilo
Narduzzi, capogruppo e primo firmatario del provvedimento assieme
ai colleghi Bruno De Mattia, Maurizio Franz, Mara Piccin, Enore
Picco e Federico Razzini.
"E' una norma innovativa perché, facendo proprie le osservazioni
del Governo, prevede la soppressione dell'Associazione dei
cacciatori (non si può imporre a chiunque voglia cacciare un
obbligo di associazione), perché rafforza il ruolo della
Provincia (con particolare riguardo alle specie problematiche
come cinghiali, volpi e corvidi), e altrettanto fa con i
distretti e le riserve. Inoltre, ha aggiunto Narduzzi, i
procedimenti burocratici vengono semplificati e si riducono i
costi abbattendo la tassazione annuale precedente (si tornerà a
80 euro all'anno rispetto agli attuali 100). E c'è l'idea, in
futuro, di istituire una Scuola regionale di caccia, elemento
fondamentale per la crescita e l'aggiornamento di una gestione
venatoria matura e consapevole, da realizzare magari a Paluzza".
E a Roberto Marin, consigliere del PdL, che in una nota aveva
annunciato la contrarietà del suo gruppo al testo della Lega,
Narduzzi ha ribattuto che "non è affatto vero che l'assessore
alle Risorse agricole Claudio Violino sia rimasto immobile per 10
mesi, sono altri coloro che non hanno voluto toccare nulla della
legge sulla caccia. Ci confronteremo comunque con il resto della
maggioranza, l'obiettivo è di giungere a una norma condivisa".
"Occorre mettere mano alla normativa regionale perché i rilievi
del Governo e un bisogno di semplificazione ce lo impongono, ha
annotato la Piccin. D'altra parte, a quella legge voluta dal
centrosinistra abbiamo votato contro in Aula un anno fa. Oggi le
nostre modifiche vanno verso il territorio, verso la devoluzione
all'ente più vicino al mondo venatorio, la Provincia appunto. E
al mondo venatorio dico anche che siamo aperti ad accogliere
eventuali modifiche e proposte".
"Con quel provvedimento, ha precisato Picco, la Regione di fatto
ha scaricato tutti i guai sulle Province. Nel nostro caso,
invece, garantiamo la massima autonomia alle riserve di caccia
(tanto che i piani faunistici verranno approvati da queste
ultime), e allo stesso tempo diamo competenze precise,
semplificando la burocrazia, ai distretti. E introduciamo il
meccanismo della residenza: succede che in molte piccole riserve
il 60-70% dei soci non sia residente in quel territorio.
Cacciano, prelevano, e poi se ne vanno. Il loro contributo alla
gestione del territorio è nullo. Allora, per associarsi, spiega
ancora Picco, occorrerà essere residenti da almeno tre anni nel
Comune sul cui territorio è istituita la riserva".
"Sono 12 mila i cacciatori in Friuli Venezia Giulia, attorno a
loro c'è un mondo che comunque arriva a coinvolgere 50 mila
persone, è stata la sintesi di Enzo Bortolotti, sindaco di Azzano
Decimo e vicepresidente dell'Anci. La Provincia di Pordenone
l'anno scorso ha dovuto pagare per i danni causati dalla fauna
selvatica 480 mila euro. Qualcosa andava fatto. In più, questo
provvedimento cammina di pari passo con la normativa nazionale".
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