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LN: presentata proposta di legge sulla caccia

31.03.2009
15:46
(ACON) Trieste, 31 mar - DT - La premessa è ridare centralità, nella gestione venatoria, alle Province. E sburocratizzare al massimo ogni procedura. Perché quella del centrosinistra, secondo la Lega Nord, è stata una legge contro la caccia e i cacciatori e così, il gruppo consiliare regionale del Carroccio ha presentato oggi sua proposta di legge sull'attività venatoria in attesa che la Corte costituzionale, proprio domani, si esprima sui rilievi sollevati dal governo al provvedimento dell'ex giunta Illy. "Vogliamo dare un segnale prima, non dopo" ha affermato Danilo Narduzzi, capogruppo e primo firmatario del provvedimento assieme ai colleghi Bruno De Mattia, Maurizio Franz, Mara Piccin, Enore Picco e Federico Razzini.

"E' una norma innovativa perché, facendo proprie le osservazioni del Governo, prevede la soppressione dell'Associazione dei cacciatori (non si può imporre a chiunque voglia cacciare un obbligo di associazione), perché rafforza il ruolo della Provincia (con particolare riguardo alle specie problematiche come cinghiali, volpi e corvidi), e altrettanto fa con i distretti e le riserve. Inoltre, ha aggiunto Narduzzi, i procedimenti burocratici vengono semplificati e si riducono i costi abbattendo la tassazione annuale precedente (si tornerà a 80 euro all'anno rispetto agli attuali 100). E c'è l'idea, in futuro, di istituire una Scuola regionale di caccia, elemento fondamentale per la crescita e l'aggiornamento di una gestione venatoria matura e consapevole, da realizzare magari a Paluzza".

E a Roberto Marin, consigliere del PdL, che in una nota aveva annunciato la contrarietà del suo gruppo al testo della Lega, Narduzzi ha ribattuto che "non è affatto vero che l'assessore alle Risorse agricole Claudio Violino sia rimasto immobile per 10 mesi, sono altri coloro che non hanno voluto toccare nulla della legge sulla caccia. Ci confronteremo comunque con il resto della maggioranza, l'obiettivo è di giungere a una norma condivisa".

"Occorre mettere mano alla normativa regionale perché i rilievi del Governo e un bisogno di semplificazione ce lo impongono, ha annotato la Piccin. D'altra parte, a quella legge voluta dal centrosinistra abbiamo votato contro in Aula un anno fa. Oggi le nostre modifiche vanno verso il territorio, verso la devoluzione all'ente più vicino al mondo venatorio, la Provincia appunto. E al mondo venatorio dico anche che siamo aperti ad accogliere eventuali modifiche e proposte".

"Con quel provvedimento, ha precisato Picco, la Regione di fatto ha scaricato tutti i guai sulle Province. Nel nostro caso, invece, garantiamo la massima autonomia alle riserve di caccia (tanto che i piani faunistici verranno approvati da queste ultime), e allo stesso tempo diamo competenze precise, semplificando la burocrazia, ai distretti. E introduciamo il meccanismo della residenza: succede che in molte piccole riserve il 60-70% dei soci non sia residente in quel territorio. Cacciano, prelevano, e poi se ne vanno. Il loro contributo alla gestione del territorio è nullo. Allora, per associarsi, spiega ancora Picco, occorrerà essere residenti da almeno tre anni nel Comune sul cui territorio è istituita la riserva".

"Sono 12 mila i cacciatori in Friuli Venezia Giulia, attorno a loro c'è un mondo che comunque arriva a coinvolgere 50 mila persone, è stata la sintesi di Enzo Bortolotti, sindaco di Azzano Decimo e vicepresidente dell'Anci. La Provincia di Pordenone l'anno scorso ha dovuto pagare per i danni causati dalla fauna selvatica 480 mila euro. Qualcosa andava fatto. In più, questo provvedimento cammina di pari passo con la normativa nazionale". (foto)