CR: pdl sicurezza, relatore minoranza Iacop (5)
(ACON) Trieste, 01 apr - RC - Sin dal 1988 - è stato il passo
indietro del relatore di minoranza Franco Iacop - il Friuli
Venezia Giulia ha legiferato in materia di polizia locale
approvando la legge regionale 62/88, che ha dato attuazione ai
principi guida contenuti nella legge nazionale 65/86
"Legge-quadro sull'ordinamento della polizia locale".
Successivamente la Regione è più volte intervenuta sulla materia,
ma l'attuale quadro normativo oggi è inadeguato. I gruppi
consiliari di opposizione avevano presentato un progetto di legge
che riprendeva il disegno elaborato dalla Giunta Illy.
Il disegno di legge n. 45 si presenta invece incoerente, a detta
del consigliere del PD, non affrontando in via prioritaria il
necessario riordino della normativa regionale in materia di
polizia locale, inclusi l'associazionismo e la gestione del
servizio su un ambito extra-comunale che vanno ulteriormente
incentivati.
L'enfasi posta alla sicurezza nell'articolo 1 appare del tutto
eccessiva - ha detto Iacop. Ponendo questa come punto centrale
piuttosto che il riordino della polizia locale, il disegno di
legge sembra un annuncio elettorale ed è pervaso da una forte
spinta centralistica: infatti sono lasciate in capo alla Regione
competenze gestionali e di indirizzo, esautorando gli enti locali
che sono i titolari delle competenze in tema di polizia locale. E
vi sono ripetute invasioni nelle materie legate alla
contrattazione.
Particolarmente negativa - così ancora Iacop - appare
l'introduzione di una forma di privatizzazione della sicurezza
con la previsione dei volontari (articolo 5; si tratta di compiti
che necessitano di particolare addestramento e dotazione di
mezzi), oltre alla possibilità di appaltare l'attività di
sicurezza alla vigilanza privata (articolo 6). In questo senso,
si sono espressi con riserva anche autorevoli esponenti del
centro-destra regionale e nazionale, e le stesse organizzazioni
di militari in congedo più volte chiamate in causa .
Con l'articolo 11 (coordinamento regionale della polizia locale)
si esplicita il tratto centralista di tutto il provvedimento,
esautorando di fatto gli enti locali e privandoli di ogni
autonomia. A ciò si aggiunge una pericolosa confusione di
competenze sul territorio: nell'esercizio delle funzioni di
polizia locale (articolo 8) non sono definiti gli ambiti di
intervento di Comuni e Province e nell'articolo 12 i compiti del
coordinamento per le emergenze si confondono con le competenze
della Protezione civile e del Corpo forestale.
Per quanto riguarda gli armamenti (articolo 18), si compromette
l'autonomia degli enti locali di scegliere il tipo di dotazione
da assegnare agli agenti di polizia locale.
In conclusione - ha affermato Iacop - per il gruppo del PD si
tratta di una norma la cui filosofia di fondo appare sbagliata e
fuorviante, nega il fondamentale principio di autonomia degli
enti locali, contribuisce a diffondere un clima di paura e
diffidenza, distogliendo risorse che meglio andrebbero destinate
in questa difficile fase economica e sociale.
(segue)