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CR: pdl sicurezza, il dibattito (9)

01.04.2009
17:20
(ACON) Trieste, 01 apr - ET - Massimo Blasoni (PdL) etichetta il provvedimento come espressione di un momento culturale, la necessità di associarsi spontaneamente per la sicurezza forse nel timore di una multiculturalità in rapida ascesa e per una percezione di criminalità diffusa. La sicurezza è un'attività nel campo del sociale come altre attività di volontariato, ha detto il consigliere, che ha avanzato la proposta di estendere la definizione di legittima difesa anche ai casi dei furti in casa.

Igor Gabrovec (PD) chiede al Consiglio di fermarsi e riflettere, perché la trattazione di un tema così complesso andrebbe svolta in modo più positivo. La legge non corrisponde alle aspettative delle Amministrazioni, alle persone a cui è dedicata e questo fatto non può essere travisato. I contenuti ascritti alle associazioni di volontari sono un altro dei punti sui quali il consigliere chiede maggiore cautela, paventando possibili degenerazioni, simili a quelle già accadute il secolo scorso in Italia.

Giorgio Baiutti (PD) preannuncia emendamenti di natura finanziaria sulle previsioni di contributi per i privati e le aziende che installano sistemi di sicurezza, chiedendo di porre limiti e modalità certe per non incorrere in una spesa incontrollata e risarcire chi, per legge, è già assicurato. Chieste anche maggiori specifiche per gli edifici di culto.

Per Giorgio Brandolin (PD) la sicurezza è data da un territorio vissuto con serenità dagli abitanti e gestito con una discreta presenza delle forze dell'ordine. Il consigliere trova che quanto proposto dal provvedimento vada nella direzione opposta e sia strumentale all'alimentazione della paura, che porterà allo spopolamento del territorio e al peggioramento della situazione. Brandolin ha anche chiesto che si valorizzi il ruolo del Consiglio delle Autonomie, degli amministratori locali, invece di sminuire la portata della titolarità - specie dei sindaci - sulla sicurezza, in una pericolosa deriva di centralismo regionale.

Per Paolo Menis (PD) la scelta di escludere la parte meno controllabile e più debole dalla società con politiche imperniate sulla tolleranza zero, ha creato il mito del diritto alla sicurezza, trasformandola in un nuovo privilegio al quale aspirare. Anche la maggioranza ha operato in tal senso cancellando il welfare, spingendo i meno fortunati verso il baratro, alimentando il panico morale sovresponendo fatti criminosi per far percepire disordine sociale. La politica di prevenzione, sostiene Menis, va invece accompagnata con la conoscenza dell'altro, il coinvolgimento, scegliendo piuttosto di potenziare la presenza del pubblico sul territorio, quello più prossimo al cittadino: vigili e insegnanti.

(segue)