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IdV-Citt/PD/SA: proposta di legge Garante diritti infanzia

09.04.2009
17:00
(ACON) Trieste, 09 apr - COM/AB - E' stata presentata dai consiglieri regionali Piero Colussi (primo firmatario), Enio Agnola, Alessandro Corazza, Stefano Alunni Barbarossa, Roberto Antonaz, Paolo Menis e Franco Codega, la proposta di legge che istituisce la figura del Garante regionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Non una riproposizione della figura del Tutore dei minori, ma un'Istituto di garanzia nuovo e innovativo.

Perché questa proposta? Nella legge di assestamento del bilancio 2008 votata lo scorso luglio era stato definito che le funzioni del Tutore dei minori previste dalla legge regionale 24 giugno 1993 fossero esercitate in via transitoria dal Presidente del Consiglio regionale.

"Questo periodo transitorio - ha spiegato il primo firmatario Piero Colussi (IdV-Citt) - è scaduto nel febbraio scorso e poiché nulla si è mosso, abbiamo ritenuto necessario farci promotori di una proposta di legge anche in vista dell'istituzione, da parte del Governo, del Garante nazionale. Quando il centrodestra prese la decisione di abolire l'istituto del Tutore dei minori, venne detto che era per una questione di costi. La scorsa settimana, durante una conferenza stampa, il presidente Ballaman ha ufficializzato questo risparmio: 75 mila euro. I diritti dei minori e degli adolescenti perciò valgono meno di 75 mila euro?

"L'esigenza di affermare i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza attraverso un organismo indipendente e autonomo, nasce dalla Convenzione sui diritti del fanciullo approvata a New York nel 1989 e dalla Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, approvata a Strasburgo nel 1996. Oggi si tratta - ha continuato - di dare esito legislativo a una pluralità di istanze, a cui in alcuni casi si può e si deve rispondere con la figura del garante nazionale; in altri casi, con l'esercizio di funzioni che solo su scala regionale possono essere esercitate proficuamente.

"Solo pochi giorni fa il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all'unanimità la legge che istituisce in quella regione il Garante per l'infanzia e l'adolescenza aggiungendosi in questo modo alle altre Regioni che già hanno legiferato in materia: Lazio, Molise, Emilia Romagna, Campania, Marche e Veneto. Il modello di riferimento a cui ci siamo ispirati con la nostra proposta di legge è quello del vicino Veneto, che da sempre in questo specifico settore rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di tutela dei diritti dei minori."

"In un ordinamento fortemente autonomistico come il nostro che evolve sempre di più verso il federalismo, il Garante deve trovare collocazione di strategia ed esercizio in ambito regionale, in un contesto imprescindibile di vicinanza con i problemi e con chi si occupa della cura e della tutela dei bambini. I soggetti interessati sono i bambini e i ragazzi stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro Paese e che vengono affidati ai sindaci; sono i piccoli che vivono in famiglia situazioni conflittuali; sono i bambini maltrattati, ma anche i ragazzi che accusano disturbi di tipo alimentare o abusano nell'uso dell'alcol.

Roberto Antonaz (SA): "era giusto che la vecchia legge andasse cambiata, ma non abolita".

Franco Codega (PD): "ho criticato la proposta di legge regionale 39 della Lega che, se votata, farà sì che per accedere ai servizi sanitari, al diritto allo studio o all'abbattimento delle rette dell'asilo nido, bisognerà essere residenti in regione da almeno 15 anni. Questo significa che i figli degli immigrati regolari saranno tutti esclusi".

Alessandro Corazza (IdV-Citt): "mentre l'Unione europea esclude ogni forma di discriminazione fondata sul requisito dell'anzianità di residenza e le Convenzione internazionali non ammettono discriminazioni dei minori nell'accesso all'istruzione e all'assistenza sociale, questo centrodestra con una serie di interventi legislativi esclude gli stranieri dai benefici del fondo povertà, dall'erogazione del bonus bebè e dall'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Con l'approvazione di queste norme discriminatorie la regione Friuli Venezia Giulia rischia di allontanarsi sempre più dai processi di integrazione europea e di perdere la propria vocazione di area di incontro e convivenza tra culture, popoli e civiltà. Questa nostra proposta pone un freno a questa deriva antieuropea".

Stefano Alunni Barbarossa (IdV-Citt): "Non bisogna dimenticare che i bambini che vivono disagi oggi, saranno gli adulti di domani. Il loro disagio, i loro problemi, se non risolti, incideranno nella formazione dell'adulto di domani".

Paolo Menis (PD): "Il presidente Ballaman aveva preso questo incarico con una certa sufficienza. Ora si è reso conto che l'attività di un Garante per i minori è importante. Spero che questo faccia sì che il progetto di legge arrivi in Aula al più presto. In questo Consiglio c'è un certo fastidio, ultimamente, quando si parla di diritti. Allora rovesciamo il problema e parliamo dei doveri degli adulti che devono impegnarsi per far crescere bene i bambini".

"Questa proposta di legge - ha concluso Colussi - ci auguriamo venga condivisa da tutto il Consiglio perché i diritti dei bambini non hanno colore politico".