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PD: Brussa, legge sulla sicurezza una brutta pagina di storia

10.04.2009
16:21
(ACON) Trieste, 10 apr - COM/ET - "Per molto tempo la nostra Regione è stata guardata con interesse a livello nazionale per la sua capacità di fare leggi d'avanguardia che spesso venivano poi copiate dalle altre Regioni. È stato così per la legge sulla casa, per la legislazione del terremoto, come anche per quelle sul turismo e la cultura. Oggi la nostra Regione, approvando la legge in materia di politiche di sicurezza e ordinamento della polizia locale, ha fatto un grande passo indietro, sia sul piano legislativo, che culturale".

A sostenerlo è Franco Brussa, consigliere del PD in Consiglio regionale.

Nella nota, il consigliere ricorda come più volte l'opposizione abbia citato dati del ministero degli Interni che dimostrerebbero come nella nostra regione non sussisterebbe un problema di sicurezza.

"Ma evidentemente - continua Brussa - nulla poteva impedire alla Lega Nord di imporre la sua visione deformata di società, reclamando, in questo, da tutto il centro destra, una cambiale politica da saldare".

Secondo l'esponente dell'opposizione, con la legge appena approvata dal Consiglio "si sprecano 6 milioni di euro - che si sarebbero potuti utilizzare per lavoratori e lavoratrici - e si offendono e umiliano le Forze dell'Ordine, assegnando il loro compito ad altri soggetti, in una sorta di commistione di compiti e funzioni che sarà sicuramente foriera di confusione, tensione e, auguriamoci, non anche di fatti tragici". Il consigliere sostiene che sarebbe un grave errore, soprattutto su un piano culturale, immaginare che la sicurezza si ottenga assegnando la pistola ai vigili urbani, coinvolgendo le guardie giurate e inventando i volontari della sicurezza, senza arte ne parte, ma sponsorizzati politicamente.

"In una regione, dunque, dove gli organici delle Forze dell'ordine sono mediamente il doppio che nelle altre regioni d'Italia e in un Paese che ha, complessivamente, un numero di forze di polizia doppio di quello di Germania e Francia, si impone una legge che militarizza ancora più i nostri paesi e le nostre città, quando sarebbe bastato dotare di mezzi e risorse economiche le Forze di polizia, che spesso non hanno carta dove battere un verbale o benzina da mettere nei propri mezzi. Una brutta legge, dunque - conclude Brussa - e una brutta pagina nella storia politica, istituzionale e culturale del Friuli Venezia Giulia".