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Ballaman a convegno sul nucleare a Pordenone

18.04.2009
12:54
(ACON) Pordenone, 18 apr - DT - Ventidue anni fa l'Italia disse no al nucleare: i contrari furono quasi 21 milioni, i favorevoli poco più di cinque. Oggi, è ancora valida quell'espressione di volontà? Possiamo immaginarci un futuro col nucleare? Di questo si è discusso in un convegno all'auditorium dell'Istituto tecnico industriale "Kennedy", di Pordenone, promosso dalla scuola in collaborazione con la Presidenza del Consiglio regionale e l'Associazione Eco4Eco. A portare il saluto della Regione, il presidente dell'Assemblea del Friuli Venezia Giulia Edouard Ballaman.

"Penso che il nucleare possa, non debba, essere una delle risposte possibili alla nostra fame di energia. Solo con un mix tra nucleare, fonti rinnovabili e non, si può affrontare il domani. D'altra parte, possiamo continuare a sostenere in Italia costi energetici così alti, importando energia elettrica - di cui moltissimo nucleare - da Francia, Svizzera e Austria? Possiamo dipendere dalla Russia, dall'Algeria e dalla Libia per il gas, o dai Paesi arabi per il petrolio? Per quanto tempo ancora dovremo fare i conti con una bolletta energetica che incide in maniera pesante sulle nostre industrie, che ci fa perdere competitività? E non parlo soltanto nei confronti dell'Est asiatico, ma anche di Austria e Slovenia, solo per citare le realtà più vicine alla nostra regione.

"E' giusto - ha aggiunto Ballaman - far finta di ignorare che molta dell'energia elettrica che importiamo viene prodotta in centrali nucleari di Stati a poche centinaia di chilometri dai nostri confini e che quindi in caso di incidente non ne saremmo comunque immuni? E poi, evoluzione tecnologica significa totale sicurezza?

"Bisogna, però, fare delle scelte. Non possiamo ritornare a commettere gli errori del passato affidandoci per lo più esclusivamente al petrolio o al gas, né possiamo immaginarci che sole, acqua e aria siano sufficienti al nostro fabbisogno. La soluzione, allora, sono tante forme di produzione di energia, compresa qualche centrale nucleare. Che ovviamente deve essere assolutamente sicura, scegliendo i siti più adatti, i materiali e le conoscenze tecnologiche migliori. La sfida nucleare è anche una sfida culturale per il nostro Paese". Rimane il nodo dove costruire: prima di realizzare una centrale, ha fatto presente Ballaman, è fondamentale costruire il consenso tra la popolazione. E si può superare la politica del "costruire ma non nel mio giardino" offrendo qualcosa in cambio: ad esempio, che la regione dove si pensa di realizzarla possa pagare l'energia due terzi di meno, mentre i Comuni e le province dieci volte di meno. Perché la centrale ha già un suo costo insito.

"Il mio, dunque, ha ripetuto, è un no convinto all'utilizzo del solo nucleare per produrre energia in Italia. Credo, infatti, nelle energie rinnovabili al punto che su mia proposta probabilmente già il prossimo anno la sede del Consiglio regionale di Trieste verrà dotata di un impianto sperimentale per la produzione di energia alternativa (un progetto da realizzare d'intesa con l'università di Udine, mentre l'altro palazzo consiliare ospiterà un impianto fotovoltaico) per contenere le spese, ridurre l'inquinamento e dare un segnale sulla necessità di una maggior tutela ambientale nella nostra regione.

"Il sistema Italia, il sistema Europa, il mondo intero è cresciuto molto in fretta, con squilibri ed errori. Lasciamo a voi, ragazzi, un futuro complicato ma affascinante. Certo è che il watt più pulito nasce dal minor consumo, coltiviamo di più questo senso del risparmio energetico", ha concluso Ballaman.

Al convegno erano presenti anche Adriana Sonego, dirigente scolastica del "Kennedy", Roberto Corai e Anna Rosa Martel, presidente e vice dell'associazione Eco4Eco, e Franco Battaglia, docente di chimica dell'ambiente all'università di Modena. Al termine, il presidente Ballaman ha premiato tre studenti che si sono distinti nello studio e nella ricerca tecnologica: Daniel Zucchetto (5 B informatica), Domenico Damien Diffen (5 A elettrotecnica) e Sonia Giust, ragazza - una rarità per un istituto tradizionalmente maschile - della 4A indirizzo chimica.

(immagini tv)