Ballaman a convegno sul nucleare a Pordenone
(ACON) Pordenone, 18 apr - DT - Ventidue anni fa l'Italia disse
no al nucleare: i contrari furono quasi 21 milioni, i favorevoli
poco più di cinque. Oggi, è ancora valida quell'espressione di
volontà? Possiamo immaginarci un futuro col nucleare? Di questo
si è discusso in un convegno all'auditorium dell'Istituto tecnico
industriale "Kennedy", di Pordenone, promosso dalla scuola in
collaborazione con la Presidenza del Consiglio regionale e
l'Associazione Eco4Eco. A portare il saluto della Regione, il
presidente dell'Assemblea del Friuli Venezia Giulia Edouard
Ballaman.
"Penso che il nucleare possa, non debba, essere una delle
risposte possibili alla nostra fame di energia. Solo con un mix
tra nucleare, fonti rinnovabili e non, si può affrontare il
domani. D'altra parte, possiamo continuare a sostenere in Italia
costi energetici così alti, importando energia elettrica - di cui
moltissimo nucleare - da Francia, Svizzera e Austria? Possiamo
dipendere dalla Russia, dall'Algeria e dalla Libia per il gas, o
dai Paesi arabi per il petrolio? Per quanto tempo ancora dovremo
fare i conti con una bolletta energetica che incide in maniera
pesante sulle nostre industrie, che ci fa perdere competitività?
E non parlo soltanto nei confronti dell'Est asiatico, ma anche di
Austria e Slovenia, solo per citare le realtà più vicine alla
nostra regione.
"E' giusto - ha aggiunto Ballaman - far finta di ignorare che
molta dell'energia elettrica che importiamo viene prodotta in
centrali nucleari di Stati a poche centinaia di chilometri dai
nostri confini e che quindi in caso di incidente non ne saremmo
comunque immuni? E poi, evoluzione tecnologica significa totale
sicurezza?
"Bisogna, però, fare delle scelte. Non possiamo ritornare a
commettere gli errori del passato affidandoci per lo più
esclusivamente al petrolio o al gas, né possiamo immaginarci che
sole, acqua e aria siano sufficienti al nostro fabbisogno. La
soluzione, allora, sono tante forme di produzione di energia,
compresa qualche centrale nucleare. Che ovviamente deve essere
assolutamente sicura, scegliendo i siti più adatti, i materiali e
le conoscenze tecnologiche migliori. La sfida nucleare è anche
una sfida culturale per il nostro Paese".
Rimane il nodo dove costruire: prima di realizzare una centrale,
ha fatto presente Ballaman, è fondamentale costruire il consenso
tra la popolazione. E si può superare la politica del "costruire
ma non nel mio giardino" offrendo qualcosa in cambio: ad esempio,
che la regione dove si pensa di realizzarla possa pagare
l'energia due terzi di meno, mentre i Comuni e le province dieci
volte di meno. Perché la centrale ha già un suo costo insito.
"Il mio, dunque, ha ripetuto, è un no convinto all'utilizzo del
solo nucleare per produrre energia in Italia. Credo, infatti,
nelle energie rinnovabili al punto che su mia proposta
probabilmente già il prossimo anno la sede del Consiglio
regionale di Trieste verrà dotata di un impianto sperimentale per
la produzione di energia alternativa (un progetto da realizzare
d'intesa con l'università di Udine, mentre l'altro palazzo
consiliare ospiterà un impianto fotovoltaico) per contenere le
spese, ridurre l'inquinamento e dare un segnale sulla necessità
di una maggior tutela ambientale nella nostra regione.
"Il sistema Italia, il sistema Europa, il mondo intero è
cresciuto molto in fretta, con squilibri ed errori. Lasciamo a
voi, ragazzi, un futuro complicato ma affascinante. Certo è che
il watt più pulito nasce dal minor consumo, coltiviamo di più
questo senso del risparmio energetico", ha concluso Ballaman.
Al convegno erano presenti anche Adriana Sonego, dirigente
scolastica del "Kennedy", Roberto Corai e Anna Rosa Martel,
presidente e vice dell'associazione Eco4Eco, e Franco Battaglia,
docente di chimica dell'ambiente all'università di Modena. Al
termine, il presidente Ballaman ha premiato tre studenti che si
sono distinti nello studio e nella ricerca tecnologica: Daniel
Zucchetto (5 B informatica), Domenico Damien Diffen (5 A
elettrotecnica) e Sonia Giust, ragazza - una rarità per un
istituto tradizionalmente maschile - della 4A indirizzo chimica.
(immagini tv)