III Comm: audizione con Università Trieste e Udine
(ACON) Trieste, 21 apr - ET - La III Commissione - presidente
Giorgio Venier Romano (UDC) - ha sentito le università di Udine e
Trieste per comprendere quali saranno gli effetti del decreto di
fine marzo del ministero dell'Istruzione sulle scuole di
specializzazione mediche per l'anno accademico 2008/2009.
Per il rettore dell'Ateneo triestino, Francesco Peroni, che ha
sottolineato la forte sinergia tra i due centri universitari, il
nocciolo della questione è il trasferimento delle sedi
amministrative delle scuole di specializzazione medica fuori
regione, con spostamento di risorse e implicazioni assistenziali.
Per il rettore di Udine, Cristiana Compagno, le previsioni del
Governo centrale non riducono i costi e non rispondono ai
fabbisogni del territorio. Il totale dei corsi specialistici in
Italia non sarebbe infatti diminuito, ma solo distribuito
diversamente sul territorio nazionale e i contratti per
specializzandi offerti alla regione non corrispondono alle
esigenze del territorio.
Per il preside della facoltà di medicina di Trieste, Secondo
Guaschino, non è riscontrabile una chiara logica dietro agli
accorpamenti. "Noi abbiamo bisogno di pediatri e ci fanno formare
ortopedici", ha detto Guaschino sottolineando la perdita di due
specialità fondamentali e il non ottenimento di una terza:
gastroenterologia, urologia e radioterapia. Per Massimo
Bazzocchi, preside di medicina a Udine, il provvedimento è iniquo
e poco lungimirante, perché disattende ai bisogni del territorio.
Alla lista delle specialità mancanti ha aggiunto anche
infettivologia. Federare le scuole, giocando d'anticipo sui
possibili futuri tagli nazionali, è la proposta del preside di
Trieste.
Su domanda del consigliere Blasoni (PdL) sul pregresso, la
Direzione regionale della Salute e Protezione sociale ha fornito
i numeri. In base a quanto stabilito ad oggi, lascerebbero la
regione 8 specialità, su un totale delle 47 attuali, dovute alla
federazione di 7 scuole dei due Atenei sulle 54 dell'anno scorso.
La Regione ha chiesto al ministero 149 contratti di
specializzazione ottenendone 125, dei quali 17 non conformi ai
bisogni.
Le necessità di medici specialisti sono concordate annualmente
tra Direzione regionale e Atenei e trasmesse al ministero. Come
mai, durante le conferenza Stato Regioni queste siano state prima
recepite e poi disattese con il decreto di fine marzo, è stata la
domanda di Franco Codega (PD). Sergio Lupieri (PD) ha chiesto che
l'assessore Kosic e il presidente Tondo di attivino per evitare
ricadute negative sulla salute dei cittadini, Piero Colussi
(IdV-Citt) si è concentrato sulla rilevazione del fabbisogno.
Siamo di fronte a un razionamento più che a una
razionalizzazione, ha detto Franco Dal Mas (PdL), mentre Paolo
Ciani (PdL) e Stefano Pustetto (SA) hanno chiesto ai due Atenei
di fare sistema per rendere più agevole l'azione politica di
sostegno.
I consiglieri hanno analizzato anche quali azioni condivise
intraprendere dopo quanto sentito. Se la proposta di mozione
avanzata da Colussi è stata giudicata impraticabile a causa delle
differenti visioni politiche sulle responsabilità della
situazione attuale, la Commissione ha stabilito di redigere una
lettera per gli assessori alla Sanità e Università, Kosic e
Rosolen e al presidente Tondo, con la quale chiedere chiarimenti
sui criteri nazionali di attribuzione di contratti di formazione
medica specialistica alle varie regioni e un'azione perché
vengano tenuti in debita considerazione i fabbisogni del Friuli
Venezia Giulia.
(foto - immagini tv)