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CR: mozione su derivazioni idroelettriche in montagna (4)

29.04.2009
17:10
(ACON) Trieste, 29 apr - MPB - Il Consiglio regionale ha discusso una mozione della Sinistra Arcobaleno sul problema delle derivazioni idroelettriche nel territorio montano.

Sui corsi d'acqua del territorio montano del Friuli Venezia Giulia sono in esercizio numerose derivazioni idroelettriche, di cui 70 in Carnia. In aggiunta alle esistenti, altre vengono realizzate sulla base di concessioni rilasciate dalla Regione - ma manca un ragionato piano di settore - e sono addirittura incentivate essendo l'idroelettrica classificata come fonte rinnovabile, meglio retribuita e redditizia per il concessionario, anche se non mancano ricadute negative sui corsi d'acqua e sul territorio che essi attraversano, con dissesti idrogeologici e desertificazione di lunghi tratti degli alvei (80 chilometri nella sola Carnia). Le nuove derivazioni interessano corsi d'acqua sempre più in quota, essendo quelle di fondovalle già da tempo derivate, inoltre non ci sono controlli sulla rispondenza tra quantità d'acqua concessa ed effettivamente captata, né in merito al deflusso minimo vitale a valle delle captazioni, che deve garantire la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici e di sostenere comunità animali e vegetali.

L'energia elettrica prodotta nelle grandi centrali idroelettriche viene portata in pianura, mentre quella prodotta dal sistema delle centraline viene per lo più venduta e non impiegata direttamente in loco e solo le società cooperative forniscono la corrente prodotta a condizioni agevolate agli utenti locali.

La mozione pertanto impegna la Giunta a introdurre una moratoria nel rilascio di nuove concessioni e a rilevare puntualmente lo stato dei corsi d'acqua in territorio montano per elaborare un piano, condiviso con gli enti e le popolazioni locali, che preveda un uso plurimo e diversificato della risorsa acqua, innanzitutto a vantaggio della popolazioni locali, stabilendo quali corpi idrici vadano lasciati integri e su quali invece sia possibile realizzare derivazioni, con indicazione rigorosa di quantità, modalità e priorità di realizzazione. Inoltre, invita a disporre sistematici controlli per garantire che la quantità d'acqua effettivamente captata sia pari a quella in concessione, e il rispetto del rilascio alle prese del minimo deflusso vitale, così come previsto sia dalla legislazione statale che regionale. Infine, vengono sollecitati studi per il recupero degli alvei degradati a seguito delle derivazioni idroelettriche e per la diffusione della cultura del rispetto e dell'utilizzo plurimo e diversificato dell'acqua.

(segue)