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CR: mozione registrazione minori, dibattito (3)

17.06.2009
14:35
(ACON) Trieste, 17 giu - ET - All'inizio del dibattito sulla mozione è intervenuto Paolo Ciani (PdL) segnalando la non competenza del Consiglio regionale sul procedimento legislativo in questione, essendo materia nazionale. Una legge voto da proporre al Parlamento sarebbe strumento più opportuno. Ipotizzata anche la possibilità di istituire un apposito registro per i neonati figli di immigrati irregolari.

Franco Codega (PD) ha espresso ampio sostegno alla mozione e la necessità di rivedere aspetti del pacchetto sicurezza, che sarebbe incostituzionale e andrebbe contro valori condivisi. La norma in esame a Roma passerebbe inosservata ai più pur essendo in certi punti contraria al sentire più diffuso, per una generale inconsapevolezza delle sue implicazioni, una delle quali è ben evidenziata dalla mozione.

Per Antonio Pedicini (PdL) il contenimento dell'immigrazione è una scelta obbligata per molti stati europei, incluso quello italiano, ma la questione oggetto della mozione è altra cosa e tocca temi molto complessi, siano essi giuridici che umani. Pedicini ha chiesto il ritiro della mozione e ha condiviso la proposta di una legge voto per meglio rappresentare la volontà dell'Assemblea regionale, evidenziando che in quella sede sarebbe possibile trovare un'ampia convergenza sugli obiettivi.

Mauro Travanut (PD) ha espresso la volontà di perseguire sia la via della mozione che successivamente anche quella della legge voto, ricordando come la convivenza tra le genti di diverse culture sia possibile e portando ad esempio la festa popolare svoltasi a Udine con 13 mila partecipanti, organizzata dai commercianti di un rione multietnico insieme a tutti gli abitanti.

Per Enio Agnola (IdV-Citt), favorevole alla mozione, ci sarebbe una fortissima dicotomia tra la realtà e le azioni del legislatore nazionale: interi settori della vita sociale sarebbero impostati funzionalmente sulla clandestinità e tollerati, mentre chi fa leggi dimostra severità cieca e assurda, colpendo i neonati. È necessario un ripensamento generale sul fenomeno, all'insegna di regole giuste e applicabili.

Alessandro Colautti (PdL) ha rilevato che la questione è di natura etica e morale e attiene alla coscienza del singolo. Se l'immigrazione va evitata e perseguita nelle sue forme clandestine - specie quando si tratta di modelli organizzati - il tema posto dalla mozione attiene alla sfera della visione personale e in quanto tale dovrebbe essere possibile la libertà di voto.

Che il problema attenga alla coscienza del singolo è opinione anche di Roberto Novelli (PdL), che ha evidenziato come la politica sull'immigrazione sia un atto doloroso ma necessario, nell'esercizio del quale c'è bisogno di sensibilità e i genitori non in possesso di permesso di soggiorno non dovrebbero essere discriminati all'atto di registrare il neonato.

La mozione investe temi umani e non politici e Giorgio Venier Romano (UDC) ha invitato a votare a favore, perché così facendo non vorrà dire essere per la clandestinità, anzi. La volontà è piuttosto di dirsi contrari a un atto umanamente deprecabile, che aumenterà il livello di clandestinità e illegalità. La legge voto è un buon suggerimento, anche se i tempi sono stretti.

Sandro Della Mea (PD) si è detto d'accordo sulla trasversalità della questione e sulla necessità di prendere posizione in base alla propria coscienza. Da un punto di vista formale, come corpo legislativo - così il consigliere - siamo anche obbligati a segnalare il possibile danno che questa norma potrebbe arrecarci. L'accoglienza ha sempre contraddistinto lo stile di vita di tutti noi.

(segue)