CR: mozione registrazione minori, dibattito (3)
(ACON) Trieste, 17 giu - ET - All'inizio del dibattito sulla
mozione è intervenuto Paolo Ciani (PdL) segnalando la non
competenza del Consiglio regionale sul procedimento legislativo
in questione, essendo materia nazionale. Una legge voto da
proporre al Parlamento sarebbe strumento più opportuno.
Ipotizzata anche la possibilità di istituire un apposito registro
per i neonati figli di immigrati irregolari.
Franco Codega (PD) ha espresso ampio sostegno alla mozione e la
necessità di rivedere aspetti del pacchetto sicurezza, che
sarebbe incostituzionale e andrebbe contro valori condivisi. La
norma in esame a Roma passerebbe inosservata ai più pur essendo
in certi punti contraria al sentire più diffuso, per una generale
inconsapevolezza delle sue implicazioni, una delle quali è ben
evidenziata dalla mozione.
Per Antonio Pedicini (PdL) il contenimento dell'immigrazione è
una scelta obbligata per molti stati europei, incluso quello
italiano, ma la questione oggetto della mozione è altra cosa e
tocca temi molto complessi, siano essi giuridici che umani.
Pedicini ha chiesto il ritiro della mozione e ha condiviso la
proposta di una legge voto per meglio rappresentare la volontà
dell'Assemblea regionale, evidenziando che in quella sede sarebbe
possibile trovare un'ampia convergenza sugli obiettivi.
Mauro Travanut (PD) ha espresso la volontà di perseguire sia la
via della mozione che successivamente anche quella della legge
voto, ricordando come la convivenza tra le genti di diverse
culture sia possibile e portando ad esempio la festa popolare
svoltasi a Udine con 13 mila partecipanti, organizzata dai
commercianti di un rione multietnico insieme a tutti gli
abitanti.
Per Enio Agnola (IdV-Citt), favorevole alla mozione, ci sarebbe
una fortissima dicotomia tra la realtà e le azioni del
legislatore nazionale: interi settori della vita sociale
sarebbero impostati funzionalmente sulla clandestinità e
tollerati, mentre chi fa leggi dimostra severità cieca e assurda,
colpendo i neonati. È necessario un ripensamento generale sul
fenomeno, all'insegna di regole giuste e applicabili.
Alessandro Colautti (PdL) ha rilevato che la questione è di
natura etica e morale e attiene alla coscienza del singolo. Se
l'immigrazione va evitata e perseguita nelle sue forme
clandestine - specie quando si tratta di modelli organizzati - il
tema posto dalla mozione attiene alla sfera della visione
personale e in quanto tale dovrebbe essere possibile la libertà
di voto.
Che il problema attenga alla coscienza del singolo è opinione
anche di Roberto Novelli (PdL), che ha evidenziato come la
politica sull'immigrazione sia un atto doloroso ma necessario,
nell'esercizio del quale c'è bisogno di sensibilità e i genitori
non in possesso di permesso di soggiorno non dovrebbero essere
discriminati all'atto di registrare il neonato.
La mozione investe temi umani e non politici e Giorgio Venier
Romano (UDC) ha invitato a votare a favore, perché così facendo
non vorrà dire essere per la clandestinità, anzi. La volontà è
piuttosto di dirsi contrari a un atto umanamente deprecabile, che
aumenterà il livello di clandestinità e illegalità. La legge voto
è un buon suggerimento, anche se i tempi sono stretti.
Sandro Della Mea (PD) si è detto d'accordo sulla trasversalità
della questione e sulla necessità di prendere posizione in base
alla propria coscienza. Da un punto di vista formale, come corpo
legislativo - così il consigliere - siamo anche obbligati a
segnalare il possibile danno che questa norma potrebbe arrecarci.
L'accoglienza ha sempre contraddistinto lo stile di vita di tutti
noi.
(segue)