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Crisi Luvata: capigruppo con OO.SS, lavoratori, sindaci (1)

17.06.2009
16:35
(ACON) Trieste, 17 giu - MPB - Il caso Luvata e il futuro dello stabilimento del gruppo Eco che la multinazionale finlandese ha a San Vito al Tagliamento e che ha deciso di chiudere sono stati al centro di un incontro dei capigruppo del Consiglio regionale, assieme al presidente Edouard Ballaman, con forze sindacali, lavoratori dell'azienda e sindaci dell'area, presente l'assessore alle attività produttive Luca Ciriani.

La nostra funzione è di cercare soluzioni - aveva detto Ballaman in apertura, mentre in piazza Oberdan il coro dei lavoratori ripeteva "lavoro, lavoro, lavoro; e San Vito non si chiude", annunciando la disponibilità del presidente della Regione Renzo Tondo, impegnato a Roma con il ministro Sacconi anche sul caso Luvata, a un incontro nel pomeriggio, confermato poi da Ciriani.

La riunione con i capigruppo, da una parte ha messo in evidenza preoccupazioni e aspettative dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e delle comunità locali rappresentate dai sindaci, dall'altra ha registrato unanime solidarietà delle forze politiche e compattezza del Consiglio regionale nello schierarsi dalla parte di chi sta chiedendo aiuto e nell'assicurare impegno a esperire tutte le strade possibili per dare ancora prospettive allo stabilimento sanvitese scongiurando una chiusura che, per le modalità, potrebbe costituire un pericoloso precedente.

Dobbiamo convincere la controparte a recedere dalla decisione, evitando che si creino divisioni fra i lavoratori di questo stabilimento e quelli degli altri due in provincia di Udine, ad Amaro e Pocenia - ha affermato Gianpaolo Roccasalva segretario regionale della Fiom Cgil. Anzi, va recuperata unità ed elaborato un progetto alternativo di rilancio senza l'assillo di esuberi e chiusura, e la prima cosa dovrebbe essere un piano industriale che non abbiamo. Come lui, Cristiano Pizzo della segreteria regionale della Fim Cisl e Denis Dalla Libera della Fim di Pordenone a dire no all'espulsione dei 150 lavoratori, preoccupati che per il modo in cui l'azienda ha agito non ci siano garanzie neanche per Amaro e Pocenia e per il fatto di avere a che fare con una multinazionale. In una congiuntura internazionale come questa è inaccettabile parlare di crisi strutturale e prendere atto di una chiusura solo perché si è registrato un calo della produzione: si rischia di creare un precedente. Altre aziende nelle stesse condizioni stanno cercando strumenti per farvi fronte.

La voce dei lavoratori si è fatta sentire attraverso le parole di un'operaia, Loredana Dreosto, che ha rimproverato la Regione per aver incontrato l'azienda senza la presenza dei lavoratori: è stato scorretto, avete ascoltato una versione sola, noi la storia dello stabilimento la conosciamo, San Vito non è quello che produce di meno, bensì di più. La politica cosa fa se permette che aziende chiudano? Noi vogliamo che stiate dalla nostra parte, indipendentemente dai colori politici. E ancora dalla Fiom Gigl, Mauro Del Fabbro ha sollevato dubbi sulle previsioni dell'azienda posto che San Vito, pur essendo lo stabilimento più piccolo, è quello che ha il fatturato superiore. E sottolineando che un impianto fermo, e non chiuso, non comporta spese, ha tracciato un possibile percorso che preveda l'apertura di un tavolo che coinvolga tutte le parti, la sospensione dell'incontro con il ministro del lavoro già fissato per il 25 giugno, il ritiro della procedura di mobilità, la definizione nel prossimo incontro istituzionale di un accordo di programma con i vari passaggi da compiere, il coinvolgimento dei quattro vicepresidenti italiani dei cinque presenti nel CdA e l'ipotesi di vagliare fondi regionali condizionati alla non chiusura.

Per i sindaci ha parlato il primo cittadino di San Vito, Gino Gregoris, che ha definito la vicenda frutto di una non trattativa, con una decisione comunicata senza spiegazioni, e ha evidenziato una sorta di rassegnazione da parte della Regione, alla quale ha rivolto l'appello a non considerare chiusa e persa la partita e a fare tutto il possibile stando ai ruoli che ognuno ha, anche se i margini di azione sono ridotti.

(immagini tv)

(segue)