Crisi Luvata: capigruppo con OO.SS, lavoratori, sindaci (1)
(ACON) Trieste, 17 giu - MPB - Il caso Luvata e il futuro dello
stabilimento del gruppo Eco che la multinazionale finlandese ha a
San Vito al Tagliamento e che ha deciso di chiudere sono stati al
centro di un incontro dei capigruppo del Consiglio regionale,
assieme al presidente Edouard Ballaman, con forze sindacali,
lavoratori dell'azienda e sindaci dell'area, presente l'assessore
alle attività produttive Luca Ciriani.
La nostra funzione è di cercare soluzioni - aveva detto Ballaman
in apertura, mentre in piazza Oberdan il coro dei lavoratori
ripeteva "lavoro, lavoro, lavoro; e San Vito non si chiude",
annunciando la disponibilità del presidente della Regione Renzo
Tondo, impegnato a Roma con il ministro Sacconi anche sul caso
Luvata, a un incontro nel pomeriggio, confermato poi da Ciriani.
La riunione con i capigruppo, da una parte ha messo in evidenza
preoccupazioni e aspettative dei lavoratori, delle organizzazioni
sindacali e delle comunità locali rappresentate dai sindaci,
dall'altra ha registrato unanime solidarietà delle forze
politiche e compattezza del Consiglio regionale nello schierarsi
dalla parte di chi sta chiedendo aiuto e nell'assicurare impegno
a esperire tutte le strade possibili per dare ancora prospettive
allo stabilimento sanvitese scongiurando una chiusura che, per le
modalità, potrebbe costituire un pericoloso precedente.
Dobbiamo convincere la controparte a recedere dalla decisione,
evitando che si creino divisioni fra i lavoratori di questo
stabilimento e quelli degli altri due in provincia di Udine, ad
Amaro e Pocenia - ha affermato Gianpaolo Roccasalva segretario
regionale della Fiom Cgil. Anzi, va recuperata unità ed elaborato
un progetto alternativo di rilancio senza l'assillo di esuberi e
chiusura, e la prima cosa dovrebbe essere un piano industriale
che non abbiamo. Come lui, Cristiano Pizzo della segreteria
regionale della Fim Cisl e Denis Dalla Libera della Fim di
Pordenone a dire no all'espulsione dei 150 lavoratori,
preoccupati che per il modo in cui l'azienda ha agito non ci
siano garanzie neanche per Amaro e Pocenia e per il fatto di
avere a che fare con una multinazionale. In una congiuntura
internazionale come questa è inaccettabile parlare di crisi
strutturale e prendere atto di una chiusura solo perché si è
registrato un calo della produzione: si rischia di creare un
precedente. Altre aziende nelle stesse condizioni stanno cercando
strumenti per farvi fronte.
La voce dei lavoratori si è fatta sentire attraverso le parole di
un'operaia, Loredana Dreosto, che ha rimproverato la Regione per
aver incontrato l'azienda senza la presenza dei lavoratori: è
stato scorretto, avete ascoltato una versione sola, noi la storia
dello stabilimento la conosciamo, San Vito non è quello che
produce di meno, bensì di più. La politica cosa fa se permette
che aziende chiudano? Noi vogliamo che stiate dalla nostra parte,
indipendentemente dai colori politici. E ancora dalla Fiom Gigl,
Mauro Del Fabbro ha sollevato dubbi sulle previsioni dell'azienda
posto che San Vito, pur essendo lo stabilimento più piccolo, è
quello che ha il fatturato superiore. E sottolineando che un
impianto fermo, e non chiuso, non comporta spese, ha tracciato un
possibile percorso che preveda l'apertura di un tavolo che
coinvolga tutte le parti, la sospensione dell'incontro con il
ministro del lavoro già fissato per il 25 giugno, il ritiro della
procedura di mobilità, la definizione nel prossimo incontro
istituzionale di un accordo di programma con i vari passaggi da
compiere, il coinvolgimento dei quattro vicepresidenti italiani
dei cinque presenti nel CdA e l'ipotesi di vagliare fondi
regionali condizionati alla non chiusura.
Per i sindaci ha parlato il primo cittadino di San Vito, Gino
Gregoris, che ha definito la vicenda frutto di una non
trattativa, con una decisione comunicata senza spiegazioni, e ha
evidenziato una sorta di rassegnazione da parte della Regione,
alla quale ha rivolto l'appello a non considerare chiusa e persa
la partita e a fare tutto il possibile stando ai ruoli che ognuno
ha, anche se i margini di azione sono ridotti.
(immagini tv)
(segue)